
Quella sera scivolai fuori dal Lager, dopo aver preso dal mio singolare armadio un paio si scarpe portate dalla Francia, un paio di calze di lana, e avere nascosto sotto la giacca la Bibbia in lingua ucraina. Arrivando al posto indicatomi, m’accorsi che queste russe avevano per dormitorio il marciapiede della strada. Non ebbi difficoltà a ritrovare quella che cercavo e le diedi le cosette che avevo portato. Essendosi intanto formato un gruppetto intorno a noi, tirai la bella Bibbia e la consegnai loro. Non dimenticherò mai la sorpresa di quella povera gente. Da tutte le parti era un accorrere ed un gridare: “Bibbia! Bibbia!” Un giovane mi dichiarò con gli occhi pieni di lacrime: “Sono anni che aspettiamo una Bibbia ed abbiamo pregato per questo oggi ecco la Bibbia!” Poi l’aprì con venerazione e, tremando per l’emozione, salì su un mucchio di macerie e cominciò a leggere ad alta voce. Tutti si misero ad ascoltare religiosamente e si scoprirono. Sì, per la prima volta da lungo tempo, ascoltavano una lettura che era per essi come rugiada del cielo. Li lasciai con commozione e non li rividi più. Allontanatomi un po’, m’inginocchiai fra le rovine e ringraziai il Signore per quella nuova porta aperta alla sua Parola: “Si, o Signore, ti ringrazio per il tu amore verso di me. Tu hai pensieri di pace e sai ciò di cui ho bisogno. Ti ringrazio per queste sofferenze, per la lontananza dai miei. Apri, o Signore, un cammino a questa Bibbia e rilevati ai cuori di quegli infelici”.
Trascritta da La Manna Francesco.- Notizievangeliche.om
Autore: Erino Dapozzo
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