La chiesa di Roma è una chiesa autoimperiale e sacramentale ed ha istituito i dogma

Il problema è la teologia romana che mette sullo stesso piano la tradizione con la Scrittura. Addirittura la chiesa di Roma si sente l’unica portatrice della verità essendo come dice la loro teologia l’unica capace nella giusta interpretazione della Scrittura.

Questo è un tantino presuntuoso da parte loro!

Finché non c’è una riforma alla luce della Parola di Dio difficilmente abbandoneranno il loro sistema di “chiesa imperialista sacramentale” con i loro dogmi come la “verginità perpetua di Maria” (secondo concilio di Costantinopoli nel 553 d,C), “l’immacolata concezione” (1854 pronunciato da papa Pio IX bolla infallibilis Deus), “l’assunzione di Maria” (1950 Pio XII), e “l’infallibilità papale” (come “ex-cattedra” nel 1870).

Il Sola Scrittura (che la chiesa romana non riconosce) è uno dei cinque pilastri della Riforma voluta Dio.

Lutero con le 95 tesi affisse a Wittemberg il 31 ottobre 1517 che causò la controversia nei confronti del cattolicesimo romano (il problema di allora erano le indulgenze, e che oggi prendono il nome di giubileo o anno santo, che non ha niente a che vedere con il giubileo di Levitico 25).

Il 31 di ottobre del 2017 ricorre il 500 Centenario della Riforma riconfermando i cinque pilastri: “Sola Scrittura” dove si vuole affermare che la Scrittura da sola è sufficiente per fare conoscere all’uomo Dio, la sua volontà e ciò di cui l’uomo ha bisogno.

Né il magistero della chiesa, né le rivelazioni provenienti da altre fonti forniscono la conoscenza di Dio di cui l’uomo necessita.

Solus Christus che la salvezza dell’uomo è compiuta, solo in virtù dell’opera di mediazione del Cristo storico. Solo la sua vita senza peccato e la sua espiazione sostitutiva sono sufficienti per la giustificazione del peccatore e la sua riconciliazione con il Padre.

Sola Gratia che nella salvezza siamo liberati dall’ira di Dio solo per la sua grazia. Solo l’opera soprannaturale dello Spirito Santo ci conduce a Cristo, liberandoci dalla schiavitù del peccato e facendoci risorgere dalla morte spirituale alla vita. Neghiamo che in qualche senso la salvezza sia un’opera dell’uomo (insegnato dalla teologia romana attraverso i 7 sacramenti, la chiesa romana insegna che la salvezza si ottiene ricevendo, frequentando i sacramenti. I sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia, istituti da Gesù Cristo, per santificare le anime nostre. Catechismo di Pio X, nr.267 I sacramenti sono: 1. Battesimo, 2. Cresima o confermazione, 3. Eucarestia, 4. Penitenza, 5. Estrema unzione, 6. Ordine sacro, 7. Matrimonio. Per quanto riguarda il numero dei sacramenti, la Sacra Scrittura non fa menzione di sette. Gesù ha parlato del Battesimo e della Cena o Eucaristia).

I metodi umani, le tecniche o le strategie non possono compiere da soli tale trasformazione. La fede non è un frutto della natura umana non rigenerata.

Sola Fide che la giustificazione del peccatore è per sola grazia, mediante la sola fede e solo per Cristo. Nella nostra giustificazione la giustizia di Cristo ci è imputata come la sola che possa soddisfare la perfetta giustizia di Dio. Neghiamo che la nostra giustificazione si appoggi su qualche merito che possa trovarsi in noi, oppure sulla base di un’infusione della giustizia di Cristo in noi e che un’istituzione che affermi di essere una chiesa che neghi o condanni. Sola Fide possa essere riconosciuta come una vera chiesa.

Soli Deo Gloria che siccome la salvezza viene da Dio ed è stata compiuta da Dio essa lo glorifica e anche noi dobbiamo glorificarlo sempre. Dobbiamo vivere le nostre vite al cospetto di Dio, sotto la sua autorità ed esclusivamente per la sua gloria. Neghiamo che sia possibile glorificare Dio se l’adorazione che gli offriamo è mischiata a qualche forma di intrattenimento, se trascuriamo la Legge o il Vangelo nella nostra predicazione e se la stima di se stessi, la realizzazione di se stessi o il benessere assumono la natura di alternative al Vangelo.

Mi sento di dire che ad oggi la chiesa romana dove mette al centro la sua teologia di chiesa autoimperiale e sacramentale è lontana dal Vangelo di Cristo, e può essere riformata solo attraverso la Parola di Dio confermata dallo Spirito Santo nei nostri cuori. Oggi, anche la chiesa romana non rinuncia al tentativo di “cattolicizzare” Lutero e di disinnescare le ragioni tutte bibliche e teologiche della sua azione riformatrice. Per la chiesa di Roma il compito si fa impossibile con il riformatore Giovanni Calvino (1509-1564), il quale, a differenza di Martin Lutero, si è spinto più in profondità nella sua critica al papismo di allora e di oggi, restando immutate le posizioni di detta chiesa che dopo 500 anni cadrebbe ancora sotto la critica serrata di un Lutero e di un Calvino.

Dopo 500 anni il motto della Riforma resta quello di una EKKLESIA SEMPER REFORMANDA, mentre quello della chiesa di Roma resta quello di una EKKLESIA SEMPER EDEM, dato che si accontenta di aggiornarsi rispetto allo spirito del tempo senza lasciarsi riformare dalle Sacre Scritture.

Giuseppe Catania


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