Lampedusa, nel barcone della morte numerosi evangelici eritrei

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Il mare di Lampedusa continua a restituire corpi, le polemiche sulla legge Bossi-Fini proseguono. E il presidente della Repubblica ricorda come il naufragio riporti all’attenzione il “nodo dell’asilo politico” in un momento in cui l’Italia è meta ”di una vera e propria ondata di profughi che non sono migranti, legali o illegali”. Giorgio Napolitano, oggi a Cracovia, spiega che “l’asilo, che non è migrazione, è diverso, è l’asilo politico al centro della nostra attenzione”. 

Intanto i sommozzatori, che stanno lavorando all’interno dell’imbarcazione affondata all’alba di giovedì, hanno recuperato altri 20 cadaveri. Il numero delle vittime accertate è salito a 231. Complessivamente oggi sono state recuperate 37 persone, di cui cinque donne. “Siamo scesi fino al relitto – ha raccontato Riccardo Nobile, della squadra sommozzatori di Palermo – e abbiamo guardato attraverso gli oblò. Lì c’erano ancora decine di corpi”. E il giornalista aggiunge: “L’immagine che non riesco a togliere dalla mente sono quei corpi ammassati a grappolo nel relitto. Erano quasi tutti con gli occhi sbarrati e le braccia protese verso l’alto, come a volere chiedere aiuto”.

Secondo le prime informazioni giunte in redazione, i morti evangelici nella tragedia di Lampedusa sarebbero 77, tutti provenienti dall’Eritrea. E’ accertato comunque che tra questi c’è una ragazza di 26 anni, figlia di un credente eritreo residente in Germania. L’uomo di chiesa dovrebbe arrivare all’aeroporto di Catania, accompagnato da un pastore e da un ex-immigrato italiano in Germania. Il papà della giovane vittima conta di arrivare a Lampedusa sabato 12 ottobre. L’identificazione sarà comunque difficile se non impossibile: i corpi che vengono recuperati sono in avanzato stato di decomposizione.

Si lancia un appello alla comunità dei credenti siciliani per segni di solidarietà concreta verso i fratelli eritrei così duramente provati. Si cerca chiesa o famiglia cristiana disposta ad ospitare i due credenti durante la loro permanenza in Sicilia. Si prega di contattare Piero Favara, 347-8670003

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