Che il clima horror domini la scena mondiale da tempo è cosa risaputa, visto l’alta audience che riscuote soprattutto fra i giovani l’ampia letteratura cinematografica fatta di mostri, alieni, zombie, sangue, vampiri (vedi la saga Twilitgh), corpi bruciati o squartati (es. Gray’s Anatomy), ma che l’esposizione di cadaveri mummificati o plastinati potesse suscitare i favori del pubblico era impensabile: infatti, la Real Bodies, letteralmente “Mostra di corpi umani”, sta facendo adesso il giro d’Italia toccando il sud della nostra penisola (Lecce, Bari, Catania, Palermo) e destando grande curiosità! Considerato che parecchia gente facilmente impressionabile viene colta da malore alla vista di queste opere d’arte (.), trattandosi non di manichini bensì di cadaveri umani sottoposti a una tecnica di “imbalsamazione” che sostituisce i liquidi dei tessuti con polimeri di silicone e rende visibili, rigidi e inodori tutti gli organi interni e l’apparato muscolare, resto sorpreso che una manifestazione del genere registra un vasto successo su scala internazionale (50 milioni i visitatori ad oggi); in sostanza, stiamo parlando di corpi di persone decedute che l’estroverso artista tedesco Gunther Von Hagens, il cui viso riflette la stessa inquietudine delle sue stesse opere artistiche, porta in giro nel mondo per far pubblicità al suo estro geniale.
Tuttavia, ciò che mi colpisce è la facilità con cui quest’uomo ottiene l’autorizzazione di Musei e Comuni ove vengono esposti i “morti”, ancorpiù ricomposti in pose plastiche svariate, sebbene gli organizzatori della Mostra siano stati accusati in passato di utilizzare cadaveri provenienti dalla Cina o da ex Paesi sovietici, e altrettanto strano mi pare l’atteggiamento delle autorità comunali del nostro paese che ospiteranno l’evento, laddove la sicura estrazione cattolica dei sindaci dovrebbe scoraggiare simili avvenimenti dal gusto macabro e per niente educativo; d’altronde, se a San Giovanni Rotondo è consentito esporre il corpo imbalsamato di San Pio per la venerazione dei tantissimi fan del frate di Pietrelcina – e nessun imbarazzo giunge da parte dei fedeli che pregano, si prostrano e baciano la teca di vetro che contiene le spoglie del santo – quale differenza c’è nell’ammirare dei cadaveri plastinati di gente comune e parimenti senza vita? Ma santo o non santo, tali atti sono entrambi espressione di pura idolatria perché nel caso di san Pio si pecca poichè ci si rivolge a un defunto incapace di salvare, guarire o liberare, e perché si èvoca inconsapevolmente lo spirito dei morti (Deuteronomio 18:11), mentre nel caso dei corpi mummificati di Von Hagens si cade nella dissacrazione del corpo che Dio innalza a Tempio dello Spirito Santo, da tenere in decoro (1^ Corinzi 6:19-20).
Fermo restando le nefandezze del mondo pornografico ove il corpo è degradato oltre il mercimonio, senza dimenticare il business della cremazione con relativo florido mercato di vasi o ampolle cinerarie artisticamente decorate e di tutte le fogge, questo evento, al limite, potrebbe trovare collocazione nei presidi ospedalieri laddove si studia anatomia umana, piuttosto che in musei o locali col patrocinio delle autorità comunali.
Pertanto, imbalsamati o plastinati che siano, un giorno Dio richiamerà in vita ogni essere umano che ha rigettato la grazia e ha fatto di sé stesso oggetto di mercificazione (Apocalisse 20:10), per destinarlo a quel luogo di tormento senza fine che è lo stagno di fuoco e zolfo (Matteo 25:41). E sarà tardi per capire che l’imbalsamazione, la plastinazione, l’ibernazione o la mummificazione non sono valse proprio a nulla.
Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com
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