Pensai al suicidio, poi… incontrai Gesù.

Ho conosciuto fin troppo presto la differenza tra il bene ed il male… solo che il male era davvero male, ed il bene non era poi così tanto bene.

Ero piccola… eppure mi sentivo grande. Oggi quando guardo i bambini di 5 anni, mi sembrano dei pulcini fragili da difendere, ma io non mi sentivo così… chissà se io sia mai stata un pulcino indifeso e da difendere per qualcuno.

A casa non andava bene, i miei avevano liti burrascose, mio padre non era mai in casa, ma quando c’era non perdeva occasione per litigare con mia madre che a sua volta metteva zizzania in continuazione. A volte papà picchiava mia madre… io ho assistito a delle scene pazzesche. Mio fratello non ha assistito a tutte le scene che ho assistito io, però gli sono bastate quelle poche per prenderne esempio, e mentre mio padre picchiava mia madre, lui picchiava me.
Ricordo che correvo nel cortile a giocare coi gatti, i miei unici amici.
Ero così maldestra che mi sporcavo in continuazione. Un mio vicino di casa, all’epoca 18enne, con la scusa che doveva aggiustarmi i vestiti e pulirmi prima che tornassi a casa, mi portava in camera sua e abusava di me. Ricordo perfettamente, pur avendo solo 5 anni, ogni particolare, ma non rammento quante volte sia successo. Mi diceva che se fossi tornata a casa in quelle condizioni i miei mi avrebbero picchiata, io avevo paura, eccome, della mia famiglia! Quindi lo seguivo senza esitare. Passavamo davanti a sua madre che chiedeva dove mi portasse, ricordo ancora la sua faccia indifferente e insofferente alla risposta del figlio che le rispondeva che mi avrebbe portata nella sua camera. Salivamo dalle scale ed entravamo subito nella sua stanza, lui si dirigeva veloce verso la finestra che affacciava di fronte al balcone di casa mia, ma mai nessuno dei miei era affacciato per venire a salvarmi. Lui mi diceva di girarmi, si abbassava i pantaloni e si appoggiava a me… io non capivo cosa stesse facendo, sicuramente qualcosa che mi faceva sentire in colpa, ma io avevo 5 anni e non capivo un gran che di tutto ciò.

Puntualmente tornavo triste e senza consolazione a casa, e mia mamma nemmeno mi chiedeva dove fossi stata. Lei non mi ha mai amato come le mamme amano le figlie, non so perché, ma lei e mio fratello erano quasi sempre d’accordo su tutto, anche quando mi dovevano picchiare. La vita scorreva inesorabilmente tra quell’inferno e quello fuori la porta tra amici crudeli e bulli e maestre cattive.

All’età di 14 anni, quando prendevo mia cugina di due anni in braccio,
mio zio puntualmente me la toglieva di dosso strusciandomi le mani sul seno ed io mi chiedevo se immaginassi il tutto o se era vero. Io, nonostante volessi stare con mia cugina (ho sempre amato i bambini), cercavo di evitare di salire a casa loro per non trovarmi da sola con mio zio. Una volta però per forza di cose siamo rimasti da soli e lui si è avvicinato a me e mi ha messo le mani al seno, stavolta non c’era nessun equivoco, era evidente… così scappai. D’allora ho evitato ancora di più fino ai miei desideratissimi 18 anni quando finalmente vado via da casa.

Incontro il mio primo ragazzo, io non sapevo nemmeno cosa fosse l’amore, ne avevo solo sentito parlare. Pensavo che lui fosse un angelo… ed invece si dimostrò un demone. Col tempo le cose tra noi andarono malissimo e lui incominciò ad insultarmi, a tradirmi, ad umiliarmi e ad alzarmi le mani, trovai il coraggio di lasciarlo dopo 4 anni. Nel frattempo cambiai lavoro perché il titolare un giorno mi chiamò in ufficio e mi fece capire palesemente e con le mani addosso che se non fossi stata con lui, mi avrebbe tolta dal lavoro, lo spinsi e gli dissi che non sarei mai scesa a compromessi sporchi nonostante mi servisse lavorare per mantenere casa e per mangiare. Trovai un altro lavoro dove lavoravo quasi 16 ore al giorno e senza giorno libero, o ferie o altro, in un ristorante dove venivo anche trattata come una schiava ed ero sottopagata. Non riuscivo a pagare affitto e cibo.
Ricordo che piangevo nel letto dalla fame e dal mal di schiena fortissimo. A volte nei traslochi perdevo cose, o capitava che stavo tutta la notte fuori prima di trovare una sistemazione. La fame è una cosa che mi tocca nel profondo perché so davvero cosa vuol dire; ero sottopeso e i miei spesso pensavano mi drogassi. nessuna domanda su come realmente stavano le cose. Va bene c’ero abituata. Dopo qualche anno ho incontrato il mio secondo ragazzo che mi portò a Napoli ed io lasciai quel lavoro che era diventato un’inferno. Durò 2 anni la storia con questo ragazzo che mi tradì con la mia migliore amica. Ora ero sola a Napoli… alcuni amici mi dissero se volevo trasferirmi a Caserta. Avrei potuto avere un lavoro e avere una casa lì, e accettai. Sembrava andasse tutto bene ma dopo un anno di lavoro sulla mia carta no c’erano soldi ed ero indietro con l’affitto. Il mio migliore amico, al quale avevo dato la mia carta fidandomi, aveva prosciugato il conto. Lo stesso che mesi prima (ma lo capii solo dopo) aveva svaligiato casa mia dopo che gli avevo detto che mi ero dimenticata le chiavi attaccate alla porta. Incolpai un povero uomo di colore che abitava sopra di me. Il mio collega di lavoro da un anno mi accompagnava a casa con la macchina, visto che lavoravamo in un bar e si faceva tardi.

Era tutto ok… ma una sera mi disse che non mi avrebbe portata a casa e mi portò in un bosco dove mi stuprò. Io ero immobile, non riuscivo a crederci e speravo solo che finisse per tornare a casa. Troppo tardi infatti mi decisi a denunciarlo e ormai, non si poteva fare più nulla, quindi ero costretta a vederlo tutti i giorni che se la rideva col titolare e mi faceva passare per una prostituta tanto che i clienti si prendevano confidenza ed io quasi venivo cacciata dal lavoro per le mie brutte risposte fino a che conobbi un poliziotto che promise di aiutarmi dopo avermi difesa una sera. Dopo qualche tempo e nessun aiuto, mi accorsi che voleva altro e lo mandai a quel paese. Lui una sera sotto casa mi aspettò e mi puntò una pistola alla tempia, gli dissi che non avevo nulla da perdere e che mi avrebbe fatto un favore se mi avesse uccisa, queste parole lo stupirono e andò via.

Dopo di che tornai di nuovo, dopo 10 anni, a casa dei miei. La situazione non era cambiata. Mio fratello peggiorato viveva da solo e non si parlava con nessuno e a volte mi minacciava di uccidermi. Io non mi parlavo con mia madre. Più volte ho pensato di suicidarmi e a volte ci sono andata davvero molto molto vicina. Ma grazie a Dio non l’ho fatto. Mi sentivo con mia zia, cristiana, con la quale non avevo mai perso i contatti. Io parlavo di Cristo con lei, ma ero arrabbiata con Dio. Non credo di essere mai stata atea. L’ateismo è una condizione stupida della mente. Però ero arrabbiata con Dio. Col tempo però riuscii ad andare da lei in chiesa e, ricevetti subito lo Spirito Santo. Ricordo che mi sentii libera come non mai, quando ti dicono di convertirti perché Gesù spezza le catene, vedi il tutto come una metafora che non ti “tocca”, pur se ci credi… ma quando Gesù entra davvero nel nostro cuore, quelle catene le senti spezzare come fossero vere, come se ti liberassi da un peso, sei libera e leggera e anche se tutto il resto è uguale, i problemi sono uguali, tu sei cambiata, ed è questo che conta, conta il mondo che hai dentro, non quello che è fuori. Ho capito inoltre che non sempre chi è cristiano sia guidato da Dio. Mia zia ad esempio mi ha convinta per anni che mia madre fosse insensibile perché aveva dato la vita a satana e che mio fratello fosse iniziato al demonio e che facessero delle sette, che fosse una strega e sapesse ciò che io facevo tramite i tarocchi. Io ci credevo, perché non ho mai voluto accettare il non amore di mia madre e la condizione mentale di mio fratello. Ma non tutto è opera del demonio. Mia madre è semplicemente anaffettiva e mio fratello psicopatico. Ciò non lo ha causato il demonio, e Dio può cambiarlo. E so che un giorno tutta la mia famiglia sarà convertita. Ho fede in questo. L’amore salva da ogni cosa. Mia zia mi allontanava da mia madre. Io ho spezzato quell’odio andando da mia mamma ed abbracciandola e ho fatto pace con lei. Ora le cose vanno meglio, e con Gesù andranno sempre meglio. Perché io senza Dio non sono nulla, Lui senza me rimane sempre Dio, quindi sono io ad aver bisogno di lui e Lui non mi delude mai.

Inoltre non avrei mai potuto avere questo amore che ora ho nel cuore, non avrei mai potuto perdonare i miei e tutti quelli che mi hanno fatto del male, se ci sono riuscita è solo grazie a Dio. L’amore è come un fiume e Dio è la mia sorgente di acqua viva. Io non sono altro che il frutto del Suo amore. Il suo amore passa attraverso me ed io lo dono e ne vengo inondata a mia volta. Questo moto fisico dell’amore che non si disperde ma aumenta non potrebbe mai essere possibile senza Cristo nel cuore, perché è Divino e non umano. Sono felice che Gesù sia il mio protettore ora, ci sono battaglie spirituali che sono peggio di quelle fisiche. Ed ancora ora a volte combatto di notte con presenze non buone, ma non ho più paura. Dio è con me e tutto si risolverà. Cosa cambierei nella mia vita… mi chiedo spesso: una vita migliore? Certo… chi non la vorrebbe! Ma non sarei quella che sono…così empatica e sensibile col mio prossimo. E sono arrivata alla conclusione che avrei voluto cambiare una sola cosa: La conversione. Avrei voluto conoscere Cristo come lo conosco ora già da prima, sono sicura che sarebbe andata diversamente. Ma i tempi di Dio non sono i nostri e lui solo ha un tempismo perfetto. Doveva capitare ora, per la sua gloria, Dio sia Lodato.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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