La Costituzione italiana garantisce libertà di religione a tutti. Ma spesso è difficile capire dove finisce il culto e dove comincia la setta. Sia bene chiaro: con setta non intendiamo necessariamente un gruppo anonimo e incappucciato, ma anche un movimento riconosciuto dallo Stato ma che conserva prassi e dottrine riconducibili a una setta.
Ma come si fa a capire se siamo finiti in una setta? Diversi psicologi, che da anni si occupano di vittime dei gruppi religiosi, hanno descritto alcuni criteri per riconoscere una pericolosa setta. Criteri che un membro può considerare normali ma che sono il segno di una distorsione religiosa che può avere gravi ripercussioni sulla vita di una persona.
Eccoli i criteri descritti dagli esperti. I capi della sette decidono tutto, definiscono minuziosamente cosa l’adepto deve fare e cosa non deve fare, sia in campo pubblico sia in campo privato, compresa la sessualità, l’educazione dei figli, il lavoro. I fedeli sono privati di ogni potere decisionale sulla loro vita, perfino nel sesso sono i capi a decidere chi deve fare cosa e con chi.
Gli adepti, inoltre, devono conferire i loro beni al gruppo, donare denaro o lavorare gratuitamente per il movimento, cosa che impedisce ogni autonomia esistenziale del proselito, al quale viene anche sconsigliato di impegnarsi troppo in carriere secolari o in attività mondane, così da dedicare tempo ed energie alla religione che lo ha circuito.
E’ sconsigliato poi avere contatti con “quelli di fuori”, ovvero con chi non appartiene al gruppo, il che può arrivare a livelli patologici, con l’isolamento mentale del fedele dalla società civile. Si incoraggia però fortemente il proselitismo, che fa avanzare di grado chi porta più gente nel gruppo, così da ampliare la propria rete di potere e di profitto.
Chi abbandona il gruppo, infine, va incontro all’ostracismo, alla diffamazione e anche alle minacce. Molte delle testimonianze dei fuoriusciti delle sette raccolte dai psicologi trasudano paura. Non è facile venirne fuori, tra sensi di colpa, identità messe in crisi dal lavaggio del cervello, dipendenza psicologica, perdita di contatti familiari e sociali.
Se vi siete avvicinati a una religione e riscontrerete in essa queste regole base, allora state sicuri che siete entrati in una pericolosa setta, dalla quale stare alla larga. Perché sono gruppi che mirano solo a sfruttare i fedeli per fini personali, che poi sono fini economici, oltre a danneggiare-a volte in modo irreparabile-l’esistenza dei malcapitati.
Mario Barbato
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