E’ di questi giorni la notizia dei media del fatto accaduto a Foligno nella scuola elementare. Il maestro mettendo il bambino di colore in un angolo, rivolto di spalle “perché troppo brutto”, si giustificava stando a quando riferito dai media: “Si trattava di una sperimentazione didattica che avevo annunciato ai ragazzi“. Sta di fatto che il maestro ignorava che già nel lontano 1954, il dr. Kenneth Clark, psicologo sociale, effettuava un test chiamato “test della bambola”. Metteva i bambini di fronte a due bambole, una di sfumatura chiara e una di sfumatura scura, ponendo varie domande sulla preferenza. Il test dimostrò che i condizionamenti della società, sviluppano un orientamento alle scelte e ai pregiudizi.
E’ probabile che il professore che si è giustificato ignorasse alcuni particolari. Primo, nell’esperimento dello psicologo sono utilizzate giocattoli e non bambini. In secondo luogo non vi è stata alcuna ingiunzione al pregiudizio. Ogni bambino era libero di esprimere la sua preferenza. Nel momento che il professore emette già un comportamento, scientificamente condiziona sul pregiudizio e sul un senso di autoumiliazione nel bambino oggetto “dell’esperimento”. Scientificamente, da psicologo e psicoterapeuta, sostenere la tesi dell’esperimento, senza considerare le tante variabili in gioco è un errore.
Personalmente non so quale fosse la preparazione psicologica del professore per fare esperimenti con bambini, ma non so nemmeno quale fosse la sua materia di insegnamento. Pare, sempre dalla lettura dei media, che insegnasse alternativa cattolica. Forse sarebbe stato il caso che il professore in questione avrebbe chiesto aiuto allo psicologo scolastico per avere delucidazione sugli “esperimenti”. Di qualche anno fa che il garante dell’infanzia, Antonio Marziale, chiedeva alla ministra Fedeli, MIUR, Visite psicologiche per i docenti che rientrassero in un piano di “Piano di prevenzione” attraverso la previsione obbligatoria di visite almeno una volta l’anno da parte di uno psicologo per i docenti. Visite atte ad assicurare condizioni di benessere psicologico all’ insegnante, al fine di prevenire ogni forma di azione lesiva della salute psico-fisica degli alunni (http://www.oggiscuola.com/web/2017/03/13/visite-psicologiche-docenti-testo-integrale-della-richiesta-del-garante-marziale-al-miur/). Di questo testo ancora non si è avuto risposta. Ma al di là delle scelte politiche a riguardo, si tratta anche di capire in quale cultura noi viviamo. Ci appartiene ancora l’antropologia cristiana? Si ricordi che Gesù è amico dei bambini e chiama in giudizio coloro che abusano di essi «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare» (Marco 9,42). Ed è bene che la Chiesa affronti anche il tema della pedofilia nella chiesa di cui tanto si sta parlando, in quando scandalo dei bambini. Nella terminologia biblica per scandalo si intendono una miriade di significati far cadere, rivoltare al male, “tranello”, “impedimento”, “insidia”, sul quale si può inciampare (Lev 19,14); in senso traslato, il significato può essere quello di “motivo di infelicità” (Sal 119 [118], 165) o di “scrupoli di coscienza” (1Sam 25,31). Va da se che il senso dell’essere cristiano è il non far del male, né orientare ad esso.
Nel maestro non si legge un esperimento ma un orientare ad un atteggiamento negativo attraverso meccanismo inconsci di ingiunzioni e controingiuzioni, di permessi e autorizzazione, ignorati dal maestro ma espressi molto bene dallo Psichiatra Eric Berne, fondatore dell’analisi transazionale. Le ingiunzioni sono messaggi emessi in relazione a sofferenze personali: infelicità, angoscia, delusione, rabbia, frustrazione, desideri segreti (Non, Non essere, Non entrare in intimità, Non essere importante, Non essere un bambino, Non crescere, Non avere successo, Non essere te stesso, Non essere sano di mente, Non stare bene in salute, Non far parte). Le controingiunzioni sono messaggi sempre in riferiemnto a sofferenze personali ma che riguardano il fare, di natura restrittivi che, se vengono seguiti, possono impedire la crescita e la flessibilità. (Goulding, “Il cambiamento di vita nella terapia ridecisionale” Ed. Astrolabio).
Riprendendo il titolo di miei precedenti articoli ribadisco: attenzione a come parliamo ai bambini, perché nel tentativo di fare il bene si commette il male. (https://www.notiziecristiane.com/attenzione-nel-tentativo-di-fare-il-bene-si-puo-commettere-lo-sbaglio/); (https://www.psicologiaedintorni.it/attenzione-al-come-parlare-ai-bambini/).
Pasquale Riccardi (D’Alise) | Notiziecristiane.com
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