
Questo appuntamento settimanale mi permette di far emergere la mia vena poetica assopita per la perdita della mia cara mamma Livia. Un dolore così profondo e continuo che scava gallerie buie illuminate solo dai ricordi.
Era mio intento in questo nuovo incontro farvi partecipi dei miei pensieri sul senso più profondo e universale dell’amore, motivo del nostro essere sulla terra, motivo per cui l’amore conosce solo moltiplicazione ed espansione di se; di ciò ne testimonia la nascita continua della vita nonostante l’uomo non sappia rispettare il dono di un fragile fiore che ogni giorno cresce tra i cementi, tra la cattiveria e l’egoismo, riuscendo a farsi silenziosamente spazio tra gli inutili frastuoni di gesti e parole insensate.
Quanti doni ogni giorno ci circondano e noi, invece, alziamo le barriere del sentire corporeo, non riusciamo non solo a vedere ma a percepire che nulla è dovuto, che nulla è per sempre se non la nostra essenza, come anche i familiari e i cari amici con cui affrontiamo la stessa strada nello stesso tempo.
Grazie ai miei occhi malinconici non riesco a non vedere dietro alle pupille di chi incontro giornalmente le essenze di ognuno di loro, la saggezza dietro ogni ruga in più, dietro agli occhi impauriti o di chiede solo un sorriso o comprensione.
Ringrazio Dio di avere una duplice fortuna: di un sentire amplificato da essere umano e dal privilegio di essere un medico soprattutto delle anime poste al mio fianco.
Devo tutto a mia madre, oggi la bellissima stella del cielo Livia che ha creduto sempre in me, sostenendomi nel mio cammino difficile e a volte tentennante perché nel mio essere estremista che ha sempre preteso i migliori risultati, sono a volte inciampata nella volontà di non proseguire questo percorso di studio, quando all’orizzonte mi attendeva la missione più gratificante ed appagante che si possa desiderare: coniugare la professionalità del medico con la contestuale possibilità di donare ogni giorno carezza alle anime sofferenti ma speranzose di un cammino alleggerito.
Non rimandiamo tempo per chi amiamo, e non facciamone scuse sulla quantità del tempo: tempo è qualità del vivere, tempo è il mio decantato da sempre “istante” che ci permette di donarci, perché se ben usato il nostro mondo sarà immortalato in quel tempuscolo infinito che sarà ricordo nel divenire.
Facciamoci artefici di tanti bei ricordi da condividere che saranno balsamo di amore per chi amiamo e scia continua nel nostro cielo.
Oggi che la mia mamma Livia vive nella vera dimensione, oggi che ho spesso solo rimproveri per non averle dedicato più tempo, oggi in cui non avrei mai immaginato che un’onda improvvisa me l’avrebbe portata via, ho la ricchezza dei ricordi.
Amici cari vivifichiamo quei ricordi per dare testimonianza continua del nostro amore per chi ci guarda dal cielo.
Oggi che si sta per avvicinare la commemorazione non dei defunti ma dei “vivi in un altro cielo”, rispolveriamo tutti i ricordi più belli, animiamo la vita di chi ci ha lasciato per un progetto grandioso di Dio, prendiamo con la mano dell’anima questi fiori belli del cielo, che ci hanno solo anticipato nel volo ma che attendono il nostro tempo per rinnovare quell’amore che conosce solo una dimensione: l’eterno!
Facciamone il più grande girotondo di amore e di colori e sorridiamoci per ogni istante in più di vita condiviso… perché nulla è dovuto, nulla ha delle logiche razionali. L’unica strada che dovremmo conoscere e riconoscere si chiama “amore”, si chiama Dio, perché Lui è la via, la verità e la vita!
E con questi versi concludo con una delle mie poesie dedicate alla mia dolce eterna mamma Livia, il faro della mia vita, la grotta e consolazione continua, i sorrisi e le conquiste comuni, quel ponte eterno che mai nessuno scinderà nemmeno questo ingiusto destino.
All’intramontabile mamma Livia rubata da un’onda improvvisa che mi ha restituito immenso e vivo amore
VIVI IN UN ALTRO CIELO
Ai miei piedi sassi di parole
Tra le mani un vento che non soffia
Mentre impronte si susseguono dove c’era vita.
Ora i ricordi!
Ti cerco in ogni dove
Plasmo ogni dì’ la tua figura tra le figure che incontro;
Mi vesto dei tuoi sorrisi,
Delle tue parole,
Mi copro con il sapore dei tuoi abbracci;
Indosso le scarpe dei tuoi passi,
E volteggio la tua essenza che vive nella mia
Sono istanti… quelli in cui sei lontana, variegata tra le nuvole e le onde del mare
Immensa nel mio piccolo cuore,
E intanto ti amo ancor più quando due passi distanziavano me e te,
Oggi che non c’è cellula di “noi”
Oggi che parte del mio sole
E’ luce tra i frammenti di quell’inseparabile noi …
Fino all’ultimo dei miei passi … respiri …
Ti cercherò nei “cuori” improvvisi scavati tra nuvole
Cercherò ed amerò la tua essenza negli occhi di chi cerca una carezza.
Ci sarebbe stato mai un abbraccio finale capace di dare eco infinito?
Se ci fosse stato saresti stata seme del mio guscio,
Alito dei miei respiri
Sole dei miei raggi…
se ci fosse stato mi sarei fatta immenso per farti perdere dentro me!
Sarai luce, sarai amore in un tempo senza tempo
Ti amo mamma mia
La tua Debora
Debora C. – notiziecristiane.com
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