Lc 19:1 Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. 5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d’Abraamo; 10 perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».
Gerico stamattina è invasa dal traffico, un corteo di gente religiosa attraversa la città e usa gli altoparlanti che portano da lontano la voce di gente che afferma di aver ricevuto guarigione da un giovane predicatore, l’ultimo a parlare è un certo cieco che dice di aver trovato la vista quando non ci sperava più.
Un ricco manager è nel suo ufficio, la sua attività sembra di recupero credito ma lui stesso è evasore ed estorsore dei suoi concittadini, li tartassa mentre riscuote tributi ufficiali.
Quando si alza per incontrare persone viene mortificato dalla sua statura che è piccola, le segreterie e i dipendenti sono per lui come giganti, nonostante che nella selezione per assunzioni più che alle capacità ha preferito quelli che erano i più bassi.
Quando firma i documenti il suo nome gli provoca una certa tensione, si chiama Zaccheo, che significa puro ma fa un lavoro impuro.
La sua attività gli ha procurato l’odio dei suoi concittadini, è disprezzato per cui non ha molti amici, ha scelto i soldi come qualcosa che lo può mettere alla pari se non al di sopra degli altri, vive di complessi, ansie e uno spirito di rigetto terribile.
E’ il momento della pausa caffè, tutti sono al punto di ristoro ma Zaccheo è alla sua scrivania, dei pensieri di profonda insoddisfazione e malessere lo attraversano, si chiede il perché della sua condizione, la sua solitudine e il disprezzo degli altri lo tormentano, la sua domanda è: “C’è speranza per me?
Dalla finestra, intanto, arrivano le voci di quelle persone che seguono il Nazareno, sta parlando uno che dice di chiamarsi Matteo, racconta che prima della sua conversione faceva il suo stesso mestiere ma che Gesù gli ha cambiato la vita, Zaccheo si affaccia, quelle parole lo hanno colpito.
Strano ma le parole ci colpiscono proprio perché rispecchiano la nostra condizione.
Il manager sente che deve fare qualcosa, è attratto come non mai da quella gente e da quel giovane che sorride e dona speranza a tutti, lo vuole incontrare, ascoltare, scende veloce le scale e si proietta nella strada.
Gli occhi e le orecchie della gente sono tutte verso il corteo, per la prima volta sembra che è diventato invisibile, nessuno lo insulta, nessuno lo minaccia, può liberamente accostarsi alla folla, ma ancora una volta il suo handicap gli impedisce il progetto, anche se salta non riesce a vedere Gesù, è basso.
Vede un albero ai lati della strada, una forza straordinaria in lui lo trascina e sente come una voce che dice: “cerca il Signore mentre lo puoi trovare, invocalo mentre Egli è vicino”, sale sull’albero e aspetta che il Signore passi.
Arrivato sotto l’albero Gesù si ferma, e per la prima volta Zaccheo vede qualcuno che lo guarda dal basso in alto, Il Signore si è umiliato per poterlo salvare. (Si è profondamente abbassato).
Sanguisuga, ladro, usuraio, maledetto, erano questi i nomi che la gente dava a quest’uomo, Gesù lo chiama: “Zaccheo”, gli restituisce la giusta identità, gli dice che vuole prendere un caffè a casa sua.
Zaccheo è stupito dalla grazia e dall’onore che sta ricevendo, il Signore veramente va a casa sua, ha interrotto il Suo cammino per lui, la gente sta giudicando il Maestro per lui, allora egli sa che manca qualcosa a questa storia, decide di restituire quanto aveva estorto agli altri con gli interessi, quadruplo.
A questo punto Colui che lo aveva tanto considerato lo salva e gli dona nuova vita, Zaccheo è stato disponibile a un ravvedimento vero e sincero, la salvezza è più dell’oro.
Ritorna a risplendere, Zaccheo, sei puro!
Tino Di Domenico
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