Iran: la rivolta dei giovani. La situazione delle donne, le vittime del regime di Khamanei

Un’ondata rivoluzionaria, la più grande dopo quella del 1979, sta travolgendo l’Iran che da alcuni mesi è protagonista di proteste, manifestazioni e scioperi. E’ una rivolta soprattutto dei giovani, le prime vittime della rivolta, che non accettano più le regole del regime di Khamanei. Ecco un’analisi della situazione e spunti per poterne parlare in classe.

Un’ondata rivoluzionaria, la più grande dopo quella del 1979, sta travolgendo l’Iran che da alcuni mesi è protagonista di proteste, manifestazioni e scioperi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la morte di una studentessa ventiduenne, Mahsa Amini, avvenuta mentre era sotto la custodia della polizia morale iraniana che l’aveva arrestata perché, secondo la versione più accreditata, reputava che la giovane non aveva indossato correttamente l’hijab, il velo (in Iran per legge tutte le donne devono indossarlo). Nonostante le forze dell’ordine neghino di averla picchiata, affermando che la ragazza sia morta per condizioni di salute che preesistevano, in molti ritengono, invece, che i responsabili siano proprio loro.

L’INIZIO DELLE RIVOLTE

Le manifestazioni sono cominciate a Saqqez, la città dove sono stati organizzati i funerali di Mahsa Amini, e contemporaneamente sono scesi in piazza anche alcuni gruppi studenteschi a Teheran. In breve le proteste si sono diffuse in tutto il e non solo. Questo avvenimento, infatti, ha scoperchiato il vaso e la protesta per la morte ingiusta di Mahsa Amini si è presto trasformata in una più ampia protesta contro il regime oppressivo, conservatore e autoritario a cui è sottoposta la popolazione iraniana guidata dall’ayatollah Ali Khamanei.

LA RIVOLTA SI DIFFONDE A MACCHIA D’OLIO

In poco tempo sono state coinvolte ben 161 città e 31 province del Paese. Nonostante la risposta sanguinaria del regime, che ha usato la violenza contro quanti marciavano pacificamente per chiedere la libertà e i diritti di base, le manifestazioni non si sono fermate, ma hanno lasciato dietro di loro una lunga scia di sangue. Secondo quanto riporta Humana Rights Activists News Agency, in meno di tre mesi, infatti, sono morti 488 manifestanti, tra cui ben 68 bambini. Inoltre, sono state arrestate più di 18mila persone, di cui 625 studenti. Per cercare di comprendere quanto sia esteso il dissenso e quante voci si siano levate contro il regime ci sono altri dati interessanti forniti da Humana Rights Activists News Agency.

https://www.studenti.it/iran-rivolta-giovani-situazione-donne-vittime-regime-khamanei.html

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