Il Vaticano continua a garantire protezione e discrezione agli alti prelati compromessi? La risposta è decisamente: Si! Francesco sbriga la questione dei prelati coinvolti in casi di pedofilia in silenzio, in questo caso non lo si sente gridare vergogna, mentre i cardinali accusati scivolano tra le dita della giustizia protetti dal Vaticano.
PRELATI IN FUGA – Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo Jude Thaddeus Okolo nuovo nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana in sostituzione dell’omologo polacco Josef Wesolowski, richiamato il 21 agosto scorso dopo che era stato accusato di atti di pedofilia insieme a un altro sacerdote polacco, ora riparato in patria. Wesolowski invece dovrebbe essere riparato in Vaticano, dovrebbe perché la Santa Sede si rifiuta di dire dove sia, cosa risponda alle accuse e persino se abbia nominato un avvocato.
CAMBIO DI NUNZIO – Il Papa aveva provveduto a rimuovere Wesolowski dal suo incarico il 21 agosto, tramite un procedimento formale istruito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. L’arcivescovo, secondo le fonti vaticane, sarebbe noto da tempo per i suoi comportamenti non conformi alla morale della Chiesa. Girano voci che sarebbe anche una persona dedita all’alcol. Le molestie sessuali nei confronti dei minorenni commesse da Wesolowski sono diventate un caso nazionale a Santo Domingo, soprattutto dopo l’abbandono del paese dello stesso arcivescovo polacco.
SALVI TUTTI – Peggio era andata al vescovo ausiliare di Ayachucho, Gabino Miranda Melgarejo, accusato di pedofilia. In un comunicato del presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, Mons. Salvador Pineiro si è saputo che è stato ridotto allo stato laicale, spretato, ma sempre facendo poco rumore. Come nel caso del cardinale Keith O’Brien, un tempo a capo della conferenza episcopale scozzese, che s’oppose alle indagini sulle attività sessuali illecite dei sacerdoti, prima di finire a sua volta sul banco degli accusati. Quello che si sa è che si è dimesso dalla carica di arcivescovo di St Andrews ed Edimburgo dopo che tre sacerdoti e un ex-sacerdote lo avevano accusato di comportamenti inappropriati nei loro confronti. Si è anche scusato pubblicamente, riconoscendo che la sua condotta sessuale è stata al di sotto degli standard attesi da chi ricopre al sua funzione, ma questo nonè bastato a spegnere le polemiche.
ZITTI IN CASTIGO – In Vaticano è rimasto defilato e lontano dalle cerimonie per l’investitura di Papa Francesco, ma il Vaticano non si è espresso pubblicamente sul suo caso, non si ha notizia di sanzioni canoniche e nemmeno di una collaborazione con le autorità che indagano sulle gesta del carinale. Collaborazione che sarebbe una novità, ma Papa Francesco in questo particolare caso non si sta mostrando quel Papa riformista di cui ha lasciato intravvedere scorsi esercitandosi su altri temi. La scelta resta sempre quella di coprire e sopire e, possibilmente, di deflettere le responsabilità, proprio nei giorni scorsi la chiesa polacca ad esempio, pur scusandosi per qualche decina di casi venuti alle cronache negli ultimi anni, ha detto che non intende risarcire alcuna delle vittime, perché non si riconosce responsabile.
NESSUNA RESPONSABILITÀ – Altra opinione hanno già mostrato d’avere i giudici di diversi paesi, a cominciare da quelli statunitensi che hanno costretto alla bancarotta numerose diocesi chiamandole a risarcire i danni procurati non solo dai sacerdoti predatori, ma anche da un’organizzazione incapace di denunciarli e che quando è venuta a conoscenza di questi crimini ha messo in opera una vera e propria opera di favoreggiamento dei criminali, spesso contribuendo ad amplificare le conseguenze per le vittime. Francesco I non è ancora un Papa capace di schierarsi dalla parte delle vittime e chissà se lo sarà mai. Forse non è dal Vaticano che le vittime dei sacerdoti pedofili possono attendersi giustizia e conforto.
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui