Dalla delinquenza della strada, a discepolo di Cristo Gesù

evangelizzazioneCon questa mia breve testimonianza, voglio far conoscere e capire cosa Dio ha fatto per me e per la mia vita, ma prima voglio dirvi chi ero.
Io nasco a Taranto il 9 giugno del 1986, da Ubaldo,  barbiere per uomo,  e da Tiziana, impiegata presso l’Arsenale militare. Secondo di 3 figli,  di cui Vanessa,  (la prima) attualmente di 30  anni (dama di compagnia),  e Ilaria (l’ultima) di 18 anni (studentessa).
Già da piccolo intorno ai 6 anni,  iniziai a frequentare il barbiere di mio padre,  spazzolando le giacche dei clienti e ricevendo per ogni cliente le mie prime 500 lire; nel tempo libero giocavo nel cortile adiacente il locale di mio padre, con amici anche più grandi di me; ero ben accetto,  anche perché mi facevo voler bene da tutti i miei compagni,  e molte volte giocavamo a pallone o a nascondino,  i soliti giochi dei bambini di quell’età.  Ero molto legato all’epoca a mio padre, anche perché con lui passavo più tempo nelle mie giornate,  in lui vedevo un’icona,  non che a mia madre non ci tenessi,  però mio padre per me aveva un punto in più!

Crescendo questo mio pensiero di bene verso mio padre e tutto questo onore che gli facevo, scomparve all’improvviso quando vidi delle violenze improvvise in famiglia, per motivi inesistenti, in quel momento stavo male, piangevo, ero triste e mi sentivo in colpa, perché mi rendevo conto che per la mia giovane età, non potevo fare niente per la mia famiglia.

In quel tempo io mi avvicinai alla chiesa, essendo di famiglia molto cattolica e dopo aver preso tutti i sacramenti cattolici, mi avvicinai ancora di più alla chiesa cattolica, facendo il chierichetto durante le messe nella chiesa di S. Lucia; avevo circa 10 – 11 anni.

Ma ben presto lasciai anche la religione e la vita da chierichetto, perché queste vicende in famiglia, iniziarono ad avere effetti negativi nella mia vita, ma più precisamente nei miei atteggiamenti e nel mio comportamento; per esempio, iniziai già dall’età di 6 anni circa, ad essere iperattivo, non stavo mai fermo, non ero un bambino tranquillo e calmo come tutti gli altri, ed in seguito anche frequentando l’asilo, iniziai a picchiare compagni e maestre; ero diventato violento, senza che me ne accorgessi!

Purtroppo, in quel periodo la mia famiglia era distante da me, 8inconsciamente), poiché, mia madre, impiegata all’Arsenale militare, finiva di lavorare alle 16:30 e non avevo mai la possibilità di starci insieme, perché quando lei tornava da lavoro io ero già in giro per strada a fare danni; mentre mio padre, era impegnato con il suo salone da barbiere.

Intorno all’età di 11 anni ricordo che in prima media, dopo un litigio, picchiai la vice-preside della mia scuola solo perché mi era antipatica. Quindi fui espulso da tutte le scuole statali e rimandato a casa, infatti mia madre mi iscrisse in un’altra scuola: questa volta dalle suore di S. Teresa, ma anche lì era la stessa storia, picchiavo tutti e distruggevo tutto, finché mi iscrissero in una scuola privata almeno per prendere la licenza media.

Finita la scuola, il più grande errore che potessi fare, fu quello di buttarmi per strada con gli amici: quindi iniziai a fare le cose dei grandi, fumare la sigaretta, e successivamente iniziai a fumare anche gli spinelli, la cosiddetta droga leggera, e iniziai a fare le prime cose delinquenziali tipo furti di tutti i generi e spaccio di droga.

Arrivato il periodo di scuola, mi iscrissi alla scuola superiore, ma anche lì era la stessa cosa, fumavo e non studiavo per niente, e spacciavo la droga nel cortile dell’istituto a tutti gli studenti, rischiando anche l’arresto in quella mia giovane età, ma tutto questo non mi spaventava per niente, perché mi piaceva vivere così e sapevo che era solo l’inizio di una grande ascesa; un giorno lasciai anche la scuola, e tornando a casa, così come se niente fosse,  presi la mia cartella con i miei libri e uscii da scuola, e 3 pattuglie di polizia arrivarono a casa, tra il dolore, la tristezza e l’umiliazione di mia madre, che aveva già i suoi gravi problemi.

Lasciata ormai la scuola, mi riversai nella strada, avevo 13 anni, unica mia compagna di vita, anche perché nessuno mi indirizzava verso la strada giusta, ossia mio padre (in quel periodo particolare della mia vita) non mi descriveva il mondo, non me ne parlava e non mi metteva in guardia dal male, ed io non riuscivo a conoscere il bene, insomma tutto quello che so della vita, l’ho imparato da solo e me l’ha insegnato la strada.  All’età di 14/15 anni iniziai a fare passi da gigante nel mondo della droga, infatti iniziai già da giovanissimo a fare uso di cocaina dopo che un mio cugino mi fece provare la sostanza a Capodanno, e già di lì iniziai ad essere ancora più violento ed a fare pensieri negativi, infatti, la cocaina mi faceva diventare come il diavolo: in poche parole iniziavo ad essere davvero cattivo verso il resto del mondo, iniziai a fare brutte mancanze alla gente che mi circondava e sinceramente non mi ero fatto una bella nomina.

Passai molti anni così, frequentavo parchi, piazze, biliardi, mi drogavo e spacciavo droga, iniziai un vero e proprio giro di droga fra amici e conoscenti della mia zona e della mia città, anche con la collaborazione di amici stretti, che conoscendomi bene, compravano da me grandi quantità di droga; questo fu fino ai 17 anni, dove per scherzo, in una discoteca, iniziai ad assumere insieme ad una mia ex-fidanzata di quel tempo, altri tipi di droghe, le cosiddette “droghe sintetiche”, ossia extasy, anfetamine,trip, ecc ecc.

Quella vita era fatta semplicemente di delinquenza. Facevo parte di un gruppo ultras che seguiva la squadra della mia città, non sempre tifando, ma molto spesso, facendo violenza. Vivevo nella cattiveria della gente, la mia vita era solo sesso, droga, spaccio di droga, e furti. Sentivo dentro me che quella vita mi piaceva. Iniziai così, in quel giro, a conoscere “gente importante”, di un certo calibro che mi faceva favori visto che maneggiavo grosse somme di denaro. Iniziai ad avere la stima di tutte queste persone “importanti” (secondo me), e quello che avevo sognato da sempre si trasformò in realtà, anche se dentro me mancava qualcosa, e non riuscivo a capire cosa.

Passavo le mie giornate a drogarmi e a spacciare droga, a rubare e far del male agli altri a qualsiasi ora del giorno e della notte; ricordo un giorno, era il periodo estivo, ed io e un mio amico, eravamo in moto sulla litoranea per rubare le borse sulle spiagge: rubai un borsello ad una coppia con dei bimbi e il ricavato furono, carte di credito, 600 euro in contanti, e chiavi di auto lussuose, visto che la persona alla quale avevo rubato il borsello, era un ufficiale militare. Ben presto mi pentì del gesto che avevo fatto, e pensavo continuamente ai figli di quell’uomo alla quale avevo rubato, che di quei soldi potevano realmente averne bisogno, ma comunque andai avanti perla mia strada, anche con questo falso pentimento dentro me.

Intanto, drogandomi giorno e notte, la cocaina, mi procurò un danno al mio corpo, in quando, in quel periodo, lavoravo con una ditta edile, mentre prendevo dei tufi, sentì un forte dolore al petto; mi portarono in ospedale e scoprì che avevo un pneumotorace, ossia, la droga mi aveva formato una bolla di aria nel polmone sinistro, che scoppiando mi aveva sgonfiato il polmone di 2 cm, ma comunque poi, con le cure dei medici, tornò tutto a posto, ed io tornai a drogarmi.

Continuò così fino al 24 novembre 2004, giorno della morte di un mio affezionato cugino.

Per me era davvero l’inizio di una fine traumatica, di una vita che vedevo diventare buia davanti a me, appunto perché io e mio cugino eravamo sempre insieme. Decisi così, giorni dopo, di lasciare la mia vita delinquenziale di sempre, ossia finì col drogarmi e con lo spaccio di droga, perché capivo che quella era la strada sbagliata che mi avrebbe portato alla morte.

Dopo aver lasciato definitivamente la droga senza terapie, iniziavo a stare male, ad avere dipendenze dalla stessa, e iniziai a prendere dei farmaci che calmassero questa mia dipendenza. Caddi così in depressione, e in tutto quel malessere, una notte tentai il suicidio prendendo una scatola intera di pillole. Ero stanco, non ce la facevo più a vivere così, ma era sempre un atto non convinto, ma un azione per ricevere amore da qualcuno.

Un giorno, a Roma, conobbi una ragazza di Torino, con cui ebbi una storia ed una frequentazione per 3 anni, e per amore, mi trasferì a Torino dove ben presto la mia vita sembrò cambiare per un attimo. Venni assunto nella succursale della Fiat e ci rimasi per diverso tempo, iniziando a convivere col mondo del lavoro già da giovanissimo, e iniziando a convivere con questa donna.  Dopo 3 anni sembrava andare tutto bene, quando all’improvviso, la crisi del lavoro si faceva sentire anche a Torino; ben presto mi licenziarono dalla Fiat, e lasciatomi con la mia compagna, decisi di ritornare a Taranto, avevo 21 anni.

Tornai nella mia città, ma lasciai completamente lo spaccio di droga e in quel momento frequentavo però amici che facevano comunque quel tipo di attività illecita. Ben presto da quelle frequentazioni, ne uscii sconfitto. Infatti, venni arrestato il 27 maggio del 2009 solo perché un mio amico (che spacciava droga) era in auto con me con delle sostanze, e siccome io avevo soldi in tasca che mi servivano per andare a ballare, i carabinieri non credendo alla mia versione, arrestarono anche a me, e venni accusato di detenzione e spaccio di droga, come promotore dell’attività illecita; mi portarono a casa per una perquisizione e mia madre si sentì quasi male quando mi vide con le manette e i carabinieri in casa, che non mi toglievano le manette neanche per bere. Dopo la perquisizione mi passarono al carcere di via Carlo Magli, ma già da prima ebbi, in tempi indietro, dei precedenti e processi per lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale, in quanto avevo picchiato un poliziotto a Torino.

Quando uscì dal carcere, mi diedero gli arresti domiciliari per 3 mesi e successivamente la firma per 3 volte al giorno; finì la firma verso ottobre del 2009, e fatto il processo mi condannarono a 6 anni di reclusione.

Vedendo che davanti a me mi aspettava solo carcere e nient’altro, mi chiedevo: “Dio dove sei?”, “perché non mi aiuti?”…..

UN PASSO INDIETRO:

“Un giorno, molto tempo prima che mi arrestassero e che mi trovavo nei guai così seri, ero con dei miei amici a fumare, e un uomo evangelico venne da noi e ci parlò di Gesù; io iniziai a prenderlo in giro….”, quindi capii che Dio si avvicinava a me, ma io lo rifiutavo, il mio cuore non era predisposto.

CONTINUAZIONE:

Iniziai di lì ad affiancarmi a gente che già conoscevo e che avevo ritrovato in carcere, con la quale passavo il mio tempo durante le mie ore di passeggio. Queste persone una volta uscito dal carcere, iniziarono a volermi vicino a loro; iniziai a maneggiare grandi somme di denaro, iniziando a fare cose veramente malvagie.

Arrivai così in una fase della mia vita dove avevo tutto, ma non avevo niente, ma dove tutto quello che volevo lo avevo; bastava camminare per città sotto il nome di “tizio e caio” per avere soddisfazioni, e questo andò avanti fino al 2013.

Un passo indietro: 2010: conobbi una ragazza con la quale mi fidanzai. Io ero molto geloso e le cose iniziarono ad andare male, nel senso che come in famiglia, iniziai a farlo anche io, ovvero  iniziai a picchiare la mia fidanzata. Venni arrestato per maltrattamenti nel maggio del 2011 e passato al carcere, affrontai il processo per direttissima, assolto per ritiro della denuncia della stessa ragazza. Ma venni arrestato di nuovo per minacce e condannato ad 1 e 4 mesi, e le cose si aggravarono ancora di più quando un giorno per strada vidi la mia ex fidanzata in compagnia di un uomo; ricordo che ero molto agitato quella sera. Per la rabbia, mi venne in mente di incendiarle l’auto, e la stessa sera venni arrestato per la 3° volta in 3 mesi, e passato 6 mesi nel carcere di Taranto, mi scarcerarono il 25 gennaio del 2012.

Ricordo che il carcere fu veramente traumatico per me, ma comunque sia avevo acquistato di nuovo la mia fede, infatti la domenica frequentavo la messa nella cappella del carcere, e durante la settimana, prima di pranzare, cenare e andare a dormire, pregavo il Signore che mi liberasse perché mi mancava la mia libertà, la mia vita. Le cose si aggravarono perché iniziai a soffrire di ansia e attacchi di panico, iniziai a prendere degli antidepressivi, dei calmanti, ma continuavo a stare male; era diventato davvero un incubo quella cella per me, perché eravamo 4 persone in una cella 3×3 metri, e pregavo il Signore di farmi uscire perché con quella mia patologia, non ce la facevo più a stare li dentro chiuso 21 ore al giorno.

Uscito dal carcere il 25 gennaio del 2012, rimasi in casa agli arresti domiciliari fino al febbraio successivo, e dopo, uscito anche dai domiciliari, iniziai di nuovo a rifrequentare persone di una certo calibro. Le cose per me tornarono di nuovo soddisfacenti, facevo sempre soldi facili e questo mi piaceva…, finché un giorno su Facebook conobbi una ragazza di Napoli, che ora è la mia attuale compagna e futura moglie, Anita.

QUESTA PARTE DI TESTIMONIANZA SI CHIAMA: IL MIRACOLO DI DIO.

Anita mi iniziò a parlare di cose diverse, di cose che fin‘ora nessuno mi aveva mai chiesto, neanche gli psicologi del carcere; mi iniziava a chiedere cosa volessi fare realmente nella mia vita, ma io in realtà le nascondevo il mio stato attuale di vita, le nascondevo cosa facevo per vivere per paura di perderla; un giorno però, mi convinsi a dirle tutta la verità su di me, perché mi stavo veramente legando a lei, infatti le telefonate tra noi due erano sempre più frequenti durante le mie giornate. Arrivò così il 17 luglio del 2013, quando mi recai a Napoli per conoscerla: e conobbi Anita, la mia attuale compagna.

Anita inizialmente non mi disse della sua fede e che frequentava la chiesa cristiana evangelica; non mi disse che era di fede cristiana evangelica, infatti io me ne accorsi dopo un pò di tempo, quando mi venne a trovare a casa mia, a Taranto, e dopo che vidi lei in disparte, a pregare.

Le chiesi cosa stesse facendo, e lei iniziò a parlarmi di Gesù. Non era per me un discorso sconosciuto, ma io ero preso dalla mia religiosità in un modo tutto mio, ossia ero un cattolico confratello del Carmine, facevo lunghissime processioni a piedi scaldi in nome di Dio nel periodo pasquale (secondo me) spendendo molte somme di denaro per aggiudicarmi i simboli della processione, però ero il primo peccatore del mondo. Lei iniziò a dirmi e raccontarmi tante cose su Gesù e sull’evangelo, e Dio attraverso di lei iniziò a toccare il mio cuore; mi ricordo che mi diceva, che io potevo recuperare tutto il mio tempo perduto nella mia vita, che dovevo ravvedermi e rinascere in Cristo Gesù, ma io non capivo bene; poi, siccome io, come tutti noi nel passato, pregavo le statue e le immagini sacre, lei affermava che nella Bibbia il SIGNORE dichiarava nel 2° comandamento che non bisognava farsi immagine delle cose del cielo e che quindi era sbagliato credere nelle statue e nelle
immagini e prostrarsi a loro… tra la mia curiosità!

Di lì a poco con altri discorsi fatti sull’Evangelo, da parte di Anita, mi convinsi di mio e quindi senza che Anita mi disse nulla, ad andare ad un culto cristiano evangelico; così ci recammo una domenica mattina alla chiesa del pastore Franco Cerabona, della comunità “Gesù il buon Pastore” di Taranto, ma era chiusa; quindi tornammo la sera del 17 novembre 2013, e per la mia prima volta ho assistito ad un culto evangelico. Appena misi piede in chiesa, mi accolsero dei fratelli, e inizialmente mi dissero che il Signore Gesù mi stava aspettando.. tra il mio stupore e menefreghismo. Inizialmente ero stranito perché non ero abituato ad assistere ad un culto evangelico, (abituato alla chiesa cattolica), in quanto vedevo gente battezzata in Spirito Santo, pregare in lingue diverse dalla mia e altri con le loro braccia tese verso l’alto, in vera comunione con Gesù, diversamente dalla chiesa cattolica.

Per me era tutto strano, ma dentro me, venni toccato da Gesù, dal Suo Spirito, perché vedevo un amore straordinario in quella gente, un amore per questo Gesù che solo loro sapevano farmi vedere con le loro dimostrazioni. Ricordo che in un certo punto del culto, durante un canto “Io lascio tutto”, lo Spirito Santo mi toccò e mi convinse di peccato, di giudizio e di giustizia; mi passo davanti ai miei occhi tutta la mia vita, vidi in un istante le giornate trascorse nel carcere, i momenti in cui spacciavo e facevo tanto del male agli altri, e subito mi prese come un’ansia fortissima al petto, e corsi fuori, iniziando a piangere come un bambino. Vidi un fratello venirmi incontro a riprendermi rincuorandomi che quello che io stavo vivendo, lui lo aveva già vissuto prima di me; e questo mi fece passare tutto e mi rincuoro tanto. Mi sentivo così sporco che neanche l’Amiu poteva prendersi la mia spazzatura, ma Gesù lo fece, Alleluia!

Al termine del culto il pastore, dopo avermi accolto in una maniera stupenda, impose le sue mani sul mio capo, e tutta la chiesa presente iniziò a pregare per me. Sentì subito un calore attraversare tutto il mio corpo; era una sensazione che mi dava gioia e amore, come senso di benessere interiore. Fu così che da quel giorno iniziai a frequentare i culti cristiani evangelici e capivo sempre più che l’Evangelo era, professare Gesù secondo la parola di Dio, non secondo precetti di uomini, cosa che io non avevo mai fatto prima.

Subito, dopo vari culti, la parola di Dio mi entrò fortemente nel cuore e nella mente, e divenni un assiduo frequentatore di chiesa evangelica, infatti ricordo che mi giravo tutte le chiese evangeliche di Taranto, perché mi piaceva esplorare. Tutto questo per me era un benessere interiore, la mia vita stava cambiando e tutti quanti, soprattutto la mia famiglia, se ne accorgeva ed io ne ero meravigliato di quello che Gesù stava preparando in me, e mi meravigliavo del fatto di come Gesù stesse cambiando la vita “dal carcere e droga” , a Lui, a Cristo, al Salvatore della mia vita.

Iniziai a stringere amore e fratellanza con le sorelle e i fratelli della chiesa, che mi facevano sentire veramente a casa mia, come d’altronde succede ancora oggi. Arrivato ad un punto importante della mia vita, decisi, durante una mia testimonianza in assemblea, di dichiarare il mio amore per Gesù e quindi di fare patto con Lui. Il 30 marzo 2014 feci patto con Gesù, mi battezzai in acqua per immersione. Fu una giornata stupenda, pregai Dio di prepararmi nella maniera più giusta: ero un po’ teso, ma sentivo dentro di me ancora quel benessere interiore che non mi abbandonava; e mentre i fratelli mi immergevano nelle acque, dissi dentro di me: “Signore eccomi!” e sentì come una sensazione di amore e di abbandono della mia vecchia vita, un macigno che qualcuno mi toglieva dalle mie spalle. Mi venne da piangere!

Oggi, la mia vita è cambiata. Gesù sta lavorando molto con la Sua opera nella mia vita, in tutti i sensi: innanzitutto nel carattere, nelle mie abitudini, nelle mie lacune, e per questo non avrò mai parole per ringraziarLo. So che come dice la Bibbia: “Le nostre buone opere sono come panni sporchi davanti a Dio, perché la salvezza è solo per fede in Gesù Cristo”, però nel mio piccolo, il Signore mi ha fatto grazia dandomi la possibilità (insieme ad Anita ed altri fratelli) di proclamare il Regno di Dio in ogni luogo. Se prima il diavolo si usava di me nella strada per commettere il male e portare tanti alla perdizione, ora il Signore Gesù Cristo si serve di me nella strada per portare anime a Gesù. Alleluia! Gloria a Dio, solo a Lui!

Ringrazio il Signore che ha messo nel mio cuore di testimoniare la mia morte e la mia rinascita nel Suo Figlio Gesù Cristo, e per avermi dato questa possibilità di averla raccontata qui su Facebook. Spero che questa mia testimonianza sia per molti, soprattutto per i giovani che “credono” in altre vie come la droga e delinquenza, motivo di legame verso Dio, per coloro che cercano la salvezza ed invocano il Santo nome di Gesù, unico Signore.

Io ho capito che senza Gesù non possiamo fare nulla, com’è anche scritto nella Bibbia e che Gesù può cambiarti la vita da un momento all’altro, se solo lo invochi e lo accetti nella tua vita! Questo a motivo di quanti si sentono nulla per alcune persone, o per il mondo, e questa testimonianza vuol essere motivo per affermare che “possiamo essere anche nulla per gli uomini, o per il mondo, ma per Dio siamo e saremo sempre molto! Lui è lì che ti aspetta, che tu faccia un passo verso di Lui come ho fatto io, affinché Lui ne faccia 1000 verso di te!”

CREDIMI… GESU’ TI CAMBIA LA VITA! Gloria a Dio e a Gesù il Signore! SHALOM!

Alessio Sibilla

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