Nello scorrere della nostra vita ci saremo almeno posti questa domanda chissà quante volte, e magari in un momento di particolare pressione psicologica, di un particolare stato emotivo, avremo visto sorgere in maniera pressante questa domanda nel nostro interiore, magari non siamo neppure riusciti ad accennare un tentativo di timida risposta e quasi soccombendo a tale interrogativo abbiamo continuato a sospirare boccheggiando in attesa che una risposta ci giungesse.
Nel libro di Giobbe al capitolo 3 è descritta una situazione uguale a ciò che sopra è stato riportato, Giobbe in un momento particolare della sua vita comincia a maledire il giorno della sua nascita, comincia a desiderare la morte, comincia a chiedersi perché Dio lo ha fatto nascere, ha una visione distorta del dono della vita, mette in dubbio la veridicità di tale dono, sottoposto ai tanti pesi quotidiani, dai lutti, dalla crisi economica improvvisamente manifestatasi nella sua vita, egli cerca rifugio nella morte, tema che oggi è molto in voga… desiderare la morte come obbiettivo per poter sfuggire alla realtà della vita, questa è opera del maligno! premesso come detto precedentemente che la vita è un dono di Dio e pertanto se io rifiuto tale dono rifiuto l’opera di Dio (Giobbe si renderà conto di ciò nel capitolo 10 dello stesso libro riconoscendo l’inutilità del suo lamento e ricordandosi che siamo opera delle mani di Dio).
Il chiedersi perché siamo nati? Manifesta in noi la mancanza di una certezza, l’assenza di uno scopo di vita che verte soltanto sulla materialità della nostra esistenza, nella nostra fragilità non riusciamo a mettere a fuoco l’obiettivo per cui siamo stati messi al mondo…. può sembrare una cosa complessa da dover spiegare, ma Dio nella semplicità della sua Parola la Bibbia ci esprime quello che è il nostro vivere ed il nostro nascere attraverso Cristo; nell’Evangelo di Giovanni Gesù si trova in una condizione molto più pesante di quella di Giobbe e di quella in ci noi potremmo trovarci, sta per essere condannato a morte, ed è accusato ingiustamente di colpe che non gli appartengono, eppure ha una certezza di essere venuto al mondo poiché ha una missione da portare a termine, uno scopo, un’obbiettivo da perseguire raggiungere ed adempiere;
Giovanni 18:37 | Laonde Pilato gli disse: Dunque sei tu Re? Gesù rispose: Tu il dici; perciocché io son Re; per questo sono Io nato, e per questo son venuto nel mondo, per testimoniar della verità; chiunque è della verità ascolta la mia voce.
Gesù ha una chiara visione di quello che è il suo mandato e non viene smosso, noi non avendo chiaro il nostro mandato “traballiamo”, eppure FERMIAMOCI UN’ATTIMO A RIFLETTERE.
L’apostolo Paolo scrive:
Galati 2:20 | Io son crocifisso con Cristo; e vivo, non più io, ma Cristo vive in me; e ciò che ora vivo nella carne, vivo nella fede del Figliuol di Dio, che mi ha amato, e ha dato se stesso per me.
Dichiara che Cristo vive adesso in lui, e se Cristo vive in lui la missione del Cristo ancora vive in lui, poiché Paolo ha dato ascolto alla verità (GESÙ È VERITÀ | Giovanni 14:6), stando cosi le cose. Paolo diviene testimone attraverso Cristo della verità, ovvero testimone della Parola di Dio.
Quindi l’apostolo Paolo attraverso l’ascolto della verità e l’accettazione della stessa ne diviene TESTIMONE, ed anche lui poiché è in Cristo può ora affermare, d’essere testimone della Verità!Ha una chiara visione adesso… e noi? Noi che abbiamo accettato la sua Parola che abbiamo creduto in lui siamo divenuti “Testimoni della Verità” come l’Apostolo Paolo dobbiamo solo lasciare vivere Cristo in noi, cosi anche noi avremo una chiara visione del nostro vivere!
Vostro conservo in Cristo Past. Paolo Marasà
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