Flagellati come Giuda Iscariota

Tempo fa mi scrisse in privato una donna molto disperata. Non scriverò di lei mantenendo la riservatezza della persona, ma era veramente disperata. Mi disse che aveva abortito e ucciso suo figlio. Sicuramente diceva la verità, un aborto voluto equivale ad un omicidio. Mi scriveva che per lei non rimaneva altro che finire all’inferno, perché così voleva Dio. Gli scrissi per ore e ore, facendole capire che comunque, benché lei avesse così gravemente peccato, se il suo pentimento era sincero, Dio era pronto a perdonarla. Ma lei insisteva che doveva andare all’inferno e il mio suggerimento era errato. Anche perché non aveva mai letto la Bibbia e si era affidata ad un prete del paese. Alla fine gli diedi il mio numero di telefono e gli dissi che magari a voce sarei stato più convincente. Così dopo qualche ora mi chiamò dicendomi che si trovava in uno ospedale psichiatrico privato, per auto-lesioni al suo corpo. Aveva tentato il suicidio. Poi mi raccontò brevemente della sua vita, e scoprii che l’aborto non era l’unico peccato che lei aveva commesso. Primo: era una cristiana solo di nome, ma non comprendeva niente della Bibbia. Secondo, il figlio non era stato concepito con il marito ma con l’amante, che non voleva affatto il bambino. Poi una vita di bugie e compromessi. Il marito l’aveva perdonata, e gli stava vicino in questo su triste momento di depressione. Ma lei quello che non riusciva a togliersi dalla mente era l’aborto, e voleva ripagare con lo stesso prezzo. Gli feci notare che non era solo l’aborto il suo peccato, ma 38 anni di peccati mai confessati, benché lei ritenesse che confessarsi al prete era sufficiente. Satana la stava flagellando come fece con Giuda. Giuda doveva pentirsi di tutti i suoi peccati, e non di un solo peccato, cioè il tradimento. Giuda si pentì, ma non si ravvide, e fu preda del diavolo.

Giuda vide e percepì il suo peccato, ma non comprese la misericordia di Dio in Cristo, e si strusse a motivo della sua iniquità. Il suo peccato, da quando comprendiamo, non fu di per sé imperdonabile. Dio salvò alcuni dei traditori e assassini di Cristo, Giuda però concluse, come Caino, che la sua iniquità era troppo grande per essere perdonata, e preferì gettarsi nella disperazione che il diavolo gli aveva preparato, più che nella misericordia di Dio. Alcuni hanno commentato che Giuda peccò più perdendo speranza nella misericordia di Dio di quanto non peccò tradendo il sangue del Maestro.

Pietro peccò per imprevidenza e non, come Giuda, per premeditazione. Il suo cuore odiò quel peccato; infatti disse cose che non avrebbe mai dovuto dire, ma le disse avventatamente e prima di rendersi conto di ciò che stava facendo. Qualche scrittore cristiano scrisse che: “Ogni volta che un gallo cantava, Pietro ne era rattristato”. Chi ha peccato ed è stato perdonato realmente sa quando è amaro il calice del peccato.
Questa povera donna era molto stressata e depressa che voleva suicidarsi, farsi del male perché non poteva tornare indietro dal male che aveva fatto lei stessa al bambino che portava in grembo. Ma Dio ci da sempre un’opportunità per poter rimediare, anche di fronte a tragedie. Basta solo pentirsi e ravvedersi, mettendo la nostra fiducia in Gesù Cristo che pagò ogni nostro debito, ma dobbiamo credere che Egli fece questo per noi! Altrimenti il tutto risulterà inutile per le nostre vite.

Satana cerca di isolare l’individuo e portarlo alla più totale disperazione, fino a fargli credere che l’unica via possibile per uscire dal problema è suicidarsi, ma questo è totalmente falso. Una statistica italiana dice che fino ad alcuni giorni fa i morti suicidi, solo in Italia, son arrivati a più di 6500 dall’inizio a oggi. In un anno Satana ha indotto a credere a queste persone che la via più facile per uscire da ogni problema era la morte. Queste persone hanno creduto più alla bugia del demonio che alla misericordia di Dio. Satana riuscì a far credere anche a Giuda che l’unica soluzione era la morte, invece la morte non è altro che il principio di dolore. Dipende da come viviamo e cosa crediamo qui in terra, ma sopratutto a chi seguiamo e a chi amiamo.

Il peccato di Giuda non era più piccolo o più grande di Pietro, non esiste una sorte della bilancia del peccato. Il peccato davanti a Dio è peccato e basta. Fu l’attitudine al peccato a fare la differenza. Pietro fu rattristato quando sentì il gallo cantare, uscì fuori amaramente e pianse, fino a ravvedersi. Giuda invece credeva forse che il Maestro se la sarebbe svignata con qualche miracolo, invece quando lo vide prigioniero in mano degli scribi e dei farisei, se ne pentì e tornò indietro dichiarando di non volere più i trenta denari, e che liberassero il suo Maestro perché era innocente. Quindi, Giuda capì il suo peccato, ma la disperazione lo portò nelle grinfie del nemico, invece che nelle mani di Dio.

Quando si cade nella depressione più totale, bisogna che interviene Gesù, e perché Gesù intervenga ci vogliono preghiere ferventi e soprattutto fede. Le nostre preghiere potranno muovere il braccio di Dio a trattenere la mano omicida del diavolo, ma per una totale liberazione, ci vuole anche la fede di chi si trova in queste situazioni. Sicuramente le nostre preghiere potrebbero far riprendere il senno a delle persone ossessionate da pensieri omicida, ma toccherà sempre all’infermo poi prendere una decisione per Cristo o meno. La fede è un fatto personale.
Stiamo vivendo in tempi che le persone sono sempre più disposte a togliersi la vita, perché non danno valore alla vita spirituale, che è di gran lunga migliore di questa.

Ascoltatemi, voi che siete oppressi, ossessionati da qualcosa, depressi a causa del lavoro che non c’è, se siete caduti in uno stato che a voi sembra che non ci sia ritorno, vi supplico, rivolgete lo sguardo alla Croce di Cristo e alla Sua immensa misericordia, e distogliete lo sguardo dai vostri problemi, non ascoltate la voce che vi sussurra che per voi non c’è niente più da fare. Non credetegli, il diavolo è bugiardo, Dio vi darà una soluzione per uscir fuori dal problema. Ma dovete crederci, e crederci con tutto il vostro cuore. In ultimo ricordate che la cosa più importante per tutti noi non sono i beni materiali, le proprietà, i soldi e quant’altro: è la nostra anima che vivrà in eterno; queste cose sono effimere, e avranno un valore passeggero. L’anima è eterna, e quando moriremo, ritorneremo come siamo venuti, nudi, e non potremmo portarci con noi nemmeno uno spillo di ricordo.

Per questo, prima di agire presi da qualsiasi paura, pensiamo a quello che ci passa per la testa. Perché i problemi, inizieranno appena finiranno i nostri giorni qui sulla terra. Io vi consiglio per Cristo e con fiducia.

Ferrentino Francesco la Manna | Notiziecristiane.com
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