Abbastanza lungo da… perché

Di Angelo Curròparte dello staff della base italiana di Porte Aperte/Open Doors

NELLA FOTO: Fratello Andrea (al centro) incontra la Chiesa in Romania negli anni ’60

Non molto tempo fa ho partecipato a un incontro missionario. L’oratore era l’attuale presidente di un’associazione missionaria rumena. Al netto degli insegnamenti e delle informazioni condivise (tutto molto valido, utile ed interessante), un pensiero su tutti si è fatto strada nella mia mente: potevamo ascoltare e vedere l’impatto e il risultato del sostegno che era stato fornito alla Chiesa rumena durante gli anni della persecuzione.

Nel corso dell’incontro, è stato raccontato il modo in cui parte della Chiesa rumena ha cambiato il proprio approccio alla missione, passando da una visione nazionale ad una internazionale e multiculturale (o cross-culturale)1. Motivo per cui adesso non è difficile incontrare missionari rumeni in giro per il mondo, anche in luoghi molti ostili al Vangelo.

==>> Missionari rumeni, in patria prima all’estero poi; orientati a raggiungere i non raggiunti. Una realtà, quella di oggi, a cui nessuno probabilmente riusciva a pensare durante gli anni di Ceaușescu e del suo regime2.

Ci saranno sicuramente tanti motivi che hanno reso possibile questo sviluppo positivo della Chiesa rumena e della sua visione. Due sono quelli che mi sento di suggerire, e che danno il titolo all’articolo:

  • Abbastanza a lungo da…
  • Perché.

Il primo riguarda la durata del supporto e del sostegno. Gli interventi compiuti in situazioni di emergenza sono diversi rispetto a quelli compiuti in situazioni di crisi. Tanto in termini di opere, quanto in termini di tempo. Nella Romania del secolo scorso – e attualmente in tante altre nazioni – la persecuzione non era una questione di giorni o mesi. Non era un’emergenza momentanea. Era una crisi duratura. E il sostegno non poteva essere una tantum. I cristiani rumeni perseguitati hanno avuto bisogno di essere accompagnati e sostenuti per molto tempo. In una società in cui tutto è ultrarapido e ultraveloce come quella in cui viviamo (missili compresi), anche noi cristiani rischiamo di perdere l’orientamento temporale. Ecco il motivo per cui, leggendo alcuni libri della Bibbia, pensiamo che tra un evento e l’altro sia trascorso solo il tempo che abbiamo impiegato per leggere il racconto. D’altronde, per quanto i discepoli avessero risposto immediatamente all’invito di Gesù a seguirLo, furono necessari anni per equipaggiarli ad essere i Suoi testimoni.

Abbiamo parlato del tempo del sostegno. Focalizziamoci adesso sul suo scopo. Qual è stato il perché dell’aiuto e del sostegno nei confronti dei cristiani rumeni perseguitati? E nei confronti dei cristiani attualmente perseguitati? Li abbiamo sostenuti perché ci fossero riconoscenti? O perché dipendessero da noi? Penso e credo seriamente che la risposta sia diversa. Tutto è stato fatto perché la chiesa rumena fosse in grado di rispondere biblicamente alla persecuzione. Cosa che include, tra l’altro, continuare a condividere il messaggio di Cristo anche nei momenti di pericolo. E questo vale anche per le tante chiese che tutti insieme continuiamo a sostenere.

D’altronde, una città ben visibile lo è tanto in tempo di pace quanto in tempo di guerra.

Ecco perché non dovrebbe stupire ascoltare storie di perseguitati che aiutano altri perseguitati3, e di chiese mature che non si tirano indietro durante tempi veramente difficili4.

Uno dei sette valori fondamentali di Porte Aperte afferma che “siamo devoti a Gesù Cristo e al Suo mandato”. Sostenere i cristiani perseguitati nei luoghi in cui sono maggiormente perseguitati mediante doni, progetti e persone significa permettere alla Chiesa, tanto locale quanto globale, di adempiere il Suo mandato.

Questo, però, è un viaggio a lunga percorrenza!

https://www.fedepericolosa.org/abbastanza-lungo-da-perche/

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook