Autolesionismo… Uscirne si può!

Esistono persone che prendono piacere nel farsi male. Naturalmente non vi è nulla di buono né di “normale” in questo.

Oggi molti ragazzi ancorché essere disturbati dai tradizionali mali come la droga e l’alcool, piuttosto cominciano a soffrire di disturbi diversi. Desiderano farsi del male. Si tagliano, si creano ferite per sentire dolore e così sentirsi “vivi”. Colpisce un pò tutti ma in particolare adolescenti e donne, a causa di non ancora ben identificati fattori sociali, anche se, sembra che il dolore o degli eventi traumatici scatenino queste reazioni insensate. È possibile, talvolta, che abbiano subito abusi sessuali o violenza psicologica nell’infanzia, ovvero abbiano vissuto esperienze negative vedendo i genitori tradirsi o farsi del male. E molto spesso le vere ragioni sono oscure persino ai soggetti stessi. Ci si taglia, ci si brucia con una sigaretta, ci si sbatte contro qualcosa di duro, ci si graffia, ci si strappano i capelli. Tali comportamenti sono spesso sottostimati essendo messi in atto in segreto e accompagnati da sensi di vergogna. Questi soggetti tendono a isolarsi e a nascondere le proprie ferite per la paura di essere giudicati “pazzi” o perché temono si creda che vogliano solo attirare l’attenzione. La loro mente, quando si feriscono, si concentra sul dolore fisico, lasciando perdere tutti gli altri pensieri e le emozioni che non sanno gestire. Ci si occupa distoglie così temporaneamente dal dolore interiore. Sentono dolore, ma credono di meritarselo. La Parola che oggi ci viene incontro, è un proverbio del Re Salomone. La questione non è quanto o quale dolore noi abbiamo subito.

Purtroppo il dolore, gli eventi tragici, le incomprensioni e qualunque altra faccenda di negativo che vi è nella nostra vita, è sempre e soltanto il risultato di errori sopra errori che noi o gli altri commettono a causa di comportamenti trasgressivi rispetto a quello che la Parola stessa comanda. Il vero problema non è quanto grande siano i torti fatti o subiti: ma è come li stai gestendo. Gli autolesionisti NON sanno come gestire le loro sofferenze. Eppure queste sofferenze non dovrebbero creare traumi ma piuttosto essere un esempio per noi per evitarli. Un bimbo quando nasce non sa cosa è il dolore. Ma quando comincia a subire qualche dolore, comincia ad innescare dei procedimenti difensivi per non esserne vulnerabile. Regrediamo allora – amico che stai leggendo – ad uno stadio in cui vogliamo IMPARARE dalle nostre esperienze negative e NON farci sommergere o vincere.

Reagisci e vedrai che le piaghe che hai subito nel tuo passato diventeranno esempi che ti insegneranno a non ripetere certi errori e a distaccarti da comportamenti errati. Gestisci le tue emozioni rimettendo nel Signore la tua vita. Dai traumi, con l’aiuto di chi ti vuole bene e che non ha bisogno di vederti soffrire per accorgersi di te, potrai superare il tuo stato e cancellare il male.

Lasciati consigliare e se vuoi restiamo a tua disposizione per parlarne ed approfondire la questione.

Gabriele Paolini


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