Boko haram: Vaticano-Hitler strane convivenze

2ljp2zcL’Isis combatte nel nome di un dio che odia Cristo, odia i Cristiani e odia il Dio vero, reale e vivente; lo stato islamico, così lo chiamano è governato da uno spirito diabolico, composto da un esercito di assassini.Questi carnefici,  sono senza nessun freno morale inibitorio; camminano vestiti di nero, a testimonianza delle tenebre del quale sono pervasi, diffondono orrore, morte e sangue pubblicando sul web i filmati delle loro azioni brutali e demoniache; sfilano con manifesti che offendono Gesù, con slogan del tipo: Cristo è lo schiavo di hallà.

Non ci aspettavamo che il Pontefice della chiesa cattolica partisse con un aereo militare e andasse in Iraq o in Libia a fermare l’Isis, eppure, un certo Leone XIII ebbe il coraggio di sbarrare la strada ad Attila, chiamato il flagello di Dio… Ma da colui che si professa il vicario di Cristo, capo dei cristiani del mondo, quantomeno ci aspettavamo una condanna pubblica del genocidio e degli orrori che si stanno, quotidianamente, perpetrando in Medioriente a discapito di migliaia e migliaia di innocenti; ma fino adesso, dalla finestra del vaticano, negli angelus domenicali non ha MAI detto una parola di condanna, diretta verso questi criminali.

E non si è mai permesso di nominare pubblicamente la parola Isis, neanche dalle stanze del Vaticano, scomodandosi a lanciare un appello ai capi di stato delle potenze mondiali affinché fermino la mano di Caino. Tutto questo sembra ricordare il comportamento di un vecchio papato; quello del prima e del durante il periodo della seconda guerra mondiale, innanzi all’avanzare del nazismo in Europa.

Insomma, una sottile ipocrisia mirata alla sopravvivenza ed alla convivenza dell’istituzione religiosa romana, impregnata di ecumenismo, che chiude e sta chiudendo gli occhi di fronte ai misfatti terribili che stanno avvenendo sotto gli occhi di tutti.

E le parole  di Bergoglio ci lasciano alquanto perplessi:

(Roma – 16/02/2015)
Papa Francesco incontrando una delegazione della chiesa  riformata in Scozia, sfrutta la  tragedia del martirio dei  ventuno egiziani Cristiani Copti  uccisi dai carnefici dell’Isis per convincerli che l’ecumenismo è una cosa buona; “ricordando questi fratelli che sono morti solo per il fatto di testimoniare Cristo, chiedo di incoraggiarci l’uno con l’altro ad andare avanti con questo ecumenismo che ci sta incoraggiando; l’ecumenismo del sangue”.

Poi segue il commento dell’osservatore romano che non condanna gli atti malvagi dell’Isis, ma si limita a raccontare gli accadimenti, come se si trattasse di un fatto di cronaca o di un film in  prima serata, mentre Francesco tace.

(Osservatore Romano – 23/02/2015)
Un filmato che mostra ventuno prigionieri, in maggioranza peshmerga curdi catturati in Iraq, chiusi in gabbie e mostrati come bestie è stato diffuso ieri dal cosiddetto Stato islamico (Is). Le immagini sembrano essere state girate ad Hawija, un villaggio a cinquanta chilometri da Kirkuk, la città irachena da dove i miliziani sono stati costretti alla ritirata proprio dai curdi. Nella sua crudeltà il filmato è un evidente messaggio propagandistico che ricapitola gli orrori perpetrati finora dall’Is. Mentre scorrono i fotogrammi dei prigionieri vestiti con le tute arancione e rinchiusi in gabbie, un flashback inserisce l’immagine del pilota giordano bruciato vivo. Nelle inquadrature finali, i prigionieri sono inginocchiati a terra con alle loro spalle i boia armati di pistola, mentre altri flashback mostrano i copti cristiani decapitati su una spiaggia libica. Il gruppo jihadista ha diffuso anche immagini di decine di ragazzini in tenuta militare in un campo di addestramento ad Al Raqqah, in Siria. Secondo diversi osservatori, l’Is cercherebbe di nascondere con la propaganda le sconfitte subìte sui vari fronti di guerra, in Iraq, in Siria e da ultimo in Libia con i raid egiziani contro le sue milizie.

Francesco Comito – notiziecristiane.com

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