Boston: Rientrano i maratoneti italiani, “siamo sconvolti”

Con il primo volo Alitalia dopo l’attentato a Boston, sono rientrati questa mattina all’aeroporto di Fiumicino i primi podisti italiani che hanno partecipato alla maratona finita poi nel sangue con il bilancio finale di 3 morti e 176 feriti. “Mi sono trovato tra le due esplosioni.

Sento ancora i brividi sulla pelle, le grida della gente nelle orecchie, il fumo negli occhi e non riesco ancora a togliermi dalla mente l’immagine di un poliziotto che corre tenendo in braccio una bambina che perde sangue dalla testa. E’ stato un dramma”. Cosi’ Umberto Riva, podista di Roma che a Boston correva per la raccolta fondi di un’associazione che si occupa della ricerca sul cancro.

“Ero a circa 200 metri dall’arrivo quando ho sentito la prima esplosione. Li’ per li’ – racconta l’uomo – non ho neanche realizzato cosa fosse successo. Ho visto fumo e un attimo dopo, dietro di me, c’e’ stata la seconda esplosione. A quel punto e’ scoppiato il panico. Gli organizzatori hanno immediatamente fermato la gara. Sono andato via ed ho trovato rifugio in un albergo. Mi dispiace per quanto accaduto a Boston, una citta’ che adoro e dove mi reco spesso. E’ una ferita difficile da rimarginare. Provo ancora tanto sgomento”.

Tra i maratoneti italiani, a Boston ce ne erano 227, la maggior parte si considera una sorta di miracolati. “E’ stata la maratona piu’ drammatica che abbia mai corso in vita mia. E’ un miracolo che a me non sia successo nulla”. Cosi’ Daniele Borbone, di Milano.

“Il primo pensiero che viene dopo un evento del genere – aggiunge – e’ se valga davvero la pena procedere in questo tipo di esperienza, ma poi, quando pensi alle persone che sono morte, tra cui anche un bambino, e ai tanti feriti, rifletti e dici a te stesso: si’ vale la pena continuare a farlo proprio per ricordare tutte quelle vittime innocenti”. Il racconto dell’uomo prosegue e riprende poi dal ricordo dei momenti drammatici vissuti dopo l’attentato. “Sono arrivato pochi minuti dopo le due esplosioni.

Mi hanno avvisato gli amici, che mi hanno chiamato sul portatile quando mi trovavo ad un chilometro dal traguardo. A 500 metri dall’arrivo – continua – io, e con me migliaia di altri podisti, mi sono fermato. La Security aveva infatti creato una barriera tra noi che stavamo arrivando e la zona dei soccorsi dove c’era un andirivieni pazzesco di ambulanze, mezzi dei Vigili del Fuoco e delle Forze di sicurezza. Sono rimasto li’ fermo in attesa delle procedure di evacuazione. Dopo circa un’ora sono finalmente riuscito ad uscire dal percorso ed ho potuto riabbracciare i miei amici. Sono ancora sconvolto per quanto accaduto”.

(fonte AGI)
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