Calamità e peccato, c’è collegamento?

Nella provincia di Napoli le scosse che caratterizzano lo sciame sismico di questi giorni si fanno sempre più forti, può essere l’avviso che le condizioni nella caldera stanno cambiando
Rispetto al passato, questa volta è stato diverso. Molto diverso: perché ormai a Pozzuoli la paura si è trasformata in terrore, dopo le oltre 160 scosse – 150 dalle 19.51 di lunedì 20 maggio alle 0,31 di martedì 21 e altre 15 dopo lo sciame – che si sono alternate durante la notte, in primis quella da 4.4 di magnitudo, la più forte degli ultimi 40 anni. Il panico ovviamente è per il timore di una possibile eruzione dei Campi Flegrei.

Le persone residenti non solo a Pozzuoli ma in tutta l’area flegrea – quell’ampia porzione della Campania, a ovest della città di Napoli e del suo golfo e che include anche Quarto, Marano, Bacoli e Monte di Procida – suppongono “che con questa volta” si è arrivati al punto di non ritorno, ovvero “all’alba” di un’eruzione del lago vulcanico napoletano, il cui preludio è caratterizzato da un nuovo sciame sismico, con scosse oltre il valore di 5.0 di magnitudine, che sono per lo più devastanti.

Ma altre catastrofi incombono contemporaneamente nel mondo; i video e le news della recente distruttiva inondazione in Brasile scorrono su tutti i media, ecco che un simile scenario “apocalittico” colpisce la Lombardia e il Veneto, esattamente a un anno di distanza dalla terribile inondazione del 13 maggio 2023 che devastò l’Emilia Romagna; una pioggia intensa si è abbattuta su entrambe le regioni, causando l’esondazione di torrenti e fiumi, tra cui il Trebbia, il Lambro, il Seveso e il Molgora, i quali hanno colpito maggiormente i comuni di Bellinzago e Gessate con danni alle aziende agricole e alle abitazioni, e crolli di ponti.

A Milano, un fenomeno del genere non si verificava almeno da 170 anni, mentre in Veneto nessuno si aspettava un evento climatico simile nel mese di maggio: ovunque distese di fango, garage allagati, auto sepolte dall’acqua e disperazione fra gli abitanti. Benchè il Brasile sia dall’altra parte dell’emisfero, la disperazione al nord Italia è la stessa, malgrado il maltempo si sia abbattuto anche in alcune zone della Francia, del Belgio e della Germania, con inondazioni di fiumi e danni all’agricoltura e al sistema viario.

Tuttavia, pochi riflettono sulle vere cause di questi eventi estremi pur in evidente e costante aumento, sicchè la giustificazione dei “cambiamenti climatici” impedisce di investigare nelle scritture per scoprire come tali avvenimenti siano, al contrario, dei segnali di allerta del futuro giudizio di Dio. Luca 21:25 parla di “angoscia di popoli atterriti dal fragor del mare e dei flutti”, e nonostante accade così la gente continua a rimanere sorda, come fu ai tempi di Noè.

Lo stesso dicasi per i due conflitti in corso in Ucraina e nella Striscia di Gaza che non scuotono la coscienza del mondo, ragion per cui non meraviglia la cecità spirituale che segna una buona parte della realtà evangelico-riformata moderna che ritiene “inammissibile” che l’Iddio dell’Antico Testamento possa punire la malvagità del secolo presente con lo stesso metodo adottato per Israele, allorchè il popolo peccava e disobbediva (.); ma la Grazia del Signore esclude la “correzione”? No, perché Dio tratta il peccato come ai tempi remoti, al fine di forgiare il carattere dell’uomo. A mio parere, l’Eterno “permette” la calamità per parlar al cuore dell’uomo, ma quanti comprendono?

Certamente l’incuria e l’irresponsabilità delle autorità competenti non sono da sottovalutare, ma gli eventi atmosferici sono in crescita e ciò non dipende dall’uomo, per cui è a motivo del  peccato che il mondo sta andando alla deriva: guardiamo, ad esempio, alla recente statistica Istat sulla natalità in Italia, con un calo impressionante di nascite e una diminuzione di matrimoni, mentre aumentano le convivenze e l’omosessualità: è tutto casuale? Nient’affatto!

Molte donne non vogliono figli pur potendoli fare, in pochi si sposano, l’aborto è ormai legalizzato in molte nazioni Europee, il divorzio segna molti paesi, l’indice di sterilità è molto alto secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la teoria gender si fa spazio in parecchi Stati. Ma cosa dice la scrittura? “Non più nascite e né gravidanze” per il peccato di Efraim (Osea 9:11), a conferma che l’indice di denatalità non giunge a caso in una nazione dalle radici cristiane come il nostro paese.

Salvatore Di Fede.

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook