Che colpa posso avere io se non ho fede?

Molte volte sentiamo ripetere questa frase da persone che ascoltano il messaggio dell’Evangelo, ma che poi, alla fine, sollevano questo problema. Considerando questa domanda, verrebbe da pensare che l’intera umanità sia stata suddivisa “a priori” in persone in grado di credere ed altre no. Qualcuno sarebbe venuto al mondo con la “fortuna” particolare di possedere la fede, ed opposti a questo gruppo di “eletti” vi sarebbero tutti gli altri, sfortunati, che apparterrebbero a quella maggioranza di “esclusi”. In realtà questa visione è solamente un alibi, una scusa, che serve a mimetizzare una indifferenza o magari, in altri casi, l’orgoglio di coloro che preferiscono non ritenersi impegnati. Questa idea infatti, è totalmente estranea all’Iddio Creatore e Salvatore dell’uomo.

Nessun individuo è venuto al mondo senza la capacità di riporre la sua fiducia in se stesso, in qualcosa o in qualcuno. Gli atti più consuetudinari dell’esistenza sono fondati proprio su questo genere di fiducia: la “fede naturale”. Prima ancora di alzarsi dal letto al mattino a nessuno sorge il dubbio che il pavimento crollerà sotto i suoi piedi. Uscendo per recarsi a scuola, in ufficio, al lavoro, nessuno, prendendo l’autobus sotto casa, si domanda se l’autista è veramente abilitato e capace di condurre il veicolo. Nessuno si permette di chiedergli di mostrare la patente di guida, eppure, molto probabilmente, è un perfetto sconosciuto. Ogni atto, dal più insignificante al più importante della nostra vita è fondato su questa “fiducia innata”: la fede naturale.

Come mai, poi, per quanto riguarda Dio e l’eternità, Cristo ed il perdono dei peccati, molti affermano “Non ho fede”? La stessa fiducia naturale che si possiede per molti aspetti dell’esistenza quotidiana, va esercitata per le cose eterne e allora si scoprirà che Dio non ha riguardo alla qualità delle persone.

LA FEDE DONO DI DIO

Quando questa “fede naturale” si manifesta per alimentare la fiducia nelle promesse divine, allora si compie il miracolo. La Bibbia afferma che “La fede viene dall’ascolto, dall’ascolto che si ha per mezzo della parola di Cristo” (Romani 10:17). La parola di Cristo non è altro che la “Buona Notizia”, vale a dire che Dio ti accetta attraverso l’opera di Gesù Cristo sulla croce. Infatti, mentre si ascolta la predicazione dell’Evangelo e si esercita la “fiducia innata”, per accettare la logica dell’annuncio della misericordia divina (che supera ogni intelligenza), Dio interviene per lo Spirito Santo, donando il dono della fede e della grazia.

E’ per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; è ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8). Da quel momento si stabilisce un rapporto nuovo tra lui e Dio, per mezzo di Gesù Cristo; senza sforzo, “naturalmente”, si accetta la Parola di Dio, si crede nelle Sue promesse. Come non mettiamo il dubbio che l’autista dell’autobus ci condurrà fino a destinazione, ancora più serenamente e con certezza crediamo che Gesù, il quale è morto per i nostri peccati e risorto per la nostra riconciliazione davanti a Dio, si prenderà cura di noi quotidianamente.

GLI OSTACOLI PSICOLOGICI

Alcuni pensano che la “fede” sia qualcosa di tanto arduo da raggiungere, da dover essere acquisita gradatamente, con studi teologici profondi e prolungati. Lo studio arido delle discipline religiose non produce la fede; essa è miracolosamente prodotta dalla Parola di Dio. Basta leggere i Vangeli per scoprire questa grande verità. Uomini e donne di ogni estrazione etnica, sociale e religiosa, nel momento in cui si sono trovati alla presenza di Gesù hanno riposto quella “fiducia innata” che ben presto si è trasformata in “fede operante”. Alcuni pensano che non riusciranno mai ad avere fede, è uno sforzo troppo grande e ne sono incapaci; ma la fede è data liberamente da Dio, è un suo dono, che può essere sperimentato nel momento in cui ci apriamo ad un rapporto personale con Cristo.

Altri affermano che è necessaria tanta fede e loro, invece, non né hanno a sufficienza. Così facendo dimenticano la parole di Gesù “Se avete fede quanto un granello di senape…niente vi sarà impossibile” (Matteo 17:20). Il granello di senape è il più piccolo di tutti i semi e quindi Cristo, con questa similitudine, vuole incoraggiare e sottolineare che non è necessaria una “montagna di fede”.

Nella concezione comune, un dono, un regalo, è sempre legato ad un merito. Sin da piccoli ogni regalo era sempre la ricompense di una buona azione, ma in realtà dono e premio non sono sinonimi. Il dono è un regalo gratuito ed immeritato, mentre il premio è una ricompensa che si concede come riconoscimento di un merito. La fede non è un premioma un dono; e quindi chiunque può essere il destinatario di questo regalo divino, se soltanto si dispone ad accettarlo.

http://adilugo.blogspot.com/2011/02/che-colpa-posso-avere-io-se-non-ho-fede.html

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