Come reagire al terrorismo dell’Isis?

Iraq_ISIS_Abu_Wahe_2941936b“Personalmente, non credo che questo conflitto interno in Iraq sia da sottovalutare, ma ho sentore che si sta preparando qualcosa di grave dietro l’improvvisa rivolta dell’Isis”, scrivevo nel mio post del 20 agosto dello scorso anno, ignaro di star quasi a profetizzare quanto di recente accaduto: e oggi constatiamo quest’orrore dopo la strage, a Parigi, dei giornalisti francesi della testata Charlie Hebdo (12 le vittime)! Sicuramente le vignette satiriche su Maometto sono irriverenti e istintivamente si scoppia a ridere, ma se la satira – almeno in Italia – non suscita simili reazioni, nonostante la gran mole di “materiale” umano fornito dai nostri politici con i loro scandali e vicende personali (ricordate la lite satirica di Daniele Luttazzi su Berlusconi?), con i musulmani dovremmo andarci cauti perché non possiamo pretendere che essi tollerino l’ironia allo stesso modo. “Oggi nessun attentato in Francia. Attendete. Avete ancora tutto gennaio per farvi gli auguri”, una delle copertine del Direttore Charbo, quasi a invitare l’Isis a reagire in un qualche modo. Gli integralisti han preso alla lettera la provocazione. Nessuna nazione, tranne gli stessi terroristi e qualche simpatizzante, può approvare di certo un simile gesto, ma lo sdegno del mondo intero non credo placherà gli animi degli integralisti musulmani che, attraverso le decapitazioni e la guerra in Iraq, tentano di legittimare la loro eredità “spirituale” di Ben Laden & company. Quando, sul finire degli anni ottanta, la pubblicazione dei “Versetti Satanici” sul profeta Mohamed fece scattare la pena di morte di Salman Rushdie, con lauta ricompensa per la sua cattura, ci fu la stessa indignazione di oggi ma, evidentemente, la “lezione” non è servita. Anche Lars Vilks, vignettista svedese, venne minacciato di morte nel 2010 per aver rappresentato Maometto con le fattezze di un cane, aggravandone la situazione perché il suo quotidiano aveva pubblicato una serie di vignette che deridevano l’Islam. A distanza di poco tempo anche un altro vignettista, Kurt Westergaard, scampò ad un attentato da parte di un estremista somalo. Quando e come andrà a finire nessuno può saperlo, ma se fossi nei panni dei designers francesi smetterei, immediatamente, di provocare gli islamici applicando i consigli del Signore in Matteo 5:25-27 ossia cercando di “mettermi d’accordo con l’avversario mentre si è per via con lui, poiché l’avversario non mi consegni al giudice e il giudice alla guardia e io venga gettato in prigione, dalla quale prigione uscirei finché non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo”! Chi ha orecchi, intenda.

Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com

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