di Agostino Masdea – Quando l’apostolo Paolo scrive la lettera ai Filippesi ha alle spalle lunghi anni di servizio per il Suo Re. Ha viaggiato, ha predicato Cristo, fondato chiese e affrontato prove indicibili e tante sofferenze per la causa del vangelo.
Ora si trova in carcere, e in questa lettera offre ai suoi lettori un breve squarcio della sua testimonianza. Parla delle sue origini, del suo passato e di cosa si aspetta dal futuro.
“Sono stato circonciso l’ottavo giorno, sono della nazione d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei quanto alla legge, fariseo, quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile, ma le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo” Filippesi 3:5-7. Tutti questi titoli, tutto quelle cose che per altri potevano essere motivo di orgoglio e di vanto, egli le ritiene “una perdita”, ansi aggiunge nel verso successivo, “tanta spazzatura”. Questo riguardo al passato.
Al presente egli dichiara il suo scopo e il suo principale obiettivo: “conoscere Cristo”. Egli desidera “che la vita che ora vivo possa viverla nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato sé stesso per me”. Galati 2:20
Riguardo al suo futuro ha le idee chiarissime: “…dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, proseguo il corso verso la meta verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù”.
Ogni vero cristiano dovrebbe avere gli stessi obiettivi e lo stesso desiderio. Non importa cosa sia stato il passato, al presente vogliamo conoscere meglio il Signore.
Mettiamo da parte le cose negative, le delusioni, i torti e le ingiustizie, le difficoltà affrontate. Oggi il Signore vuole riscattare i tuoi anni difficili, per darti un futuro ricco di speranza. La mia preghiera è che questo sia un tempo di vittoria e di grandi benedizioni per la tua vita.
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