Correre la gara

come-allenarsi-per-correre-una-maratona_b1e9a61a2f2ead0ac3d15a17480f8296La nostra “gioia” viene dal Signore Gesù Cristo, Colui che è la nostra fonte per una vita abbondante e piena di gioia.

Con questa attitudine mentale il credente è incoraggiato a vivere una vita dedicata all’unità cristiana, alla santità e alla gioia e a perseverare nell’amore fraterno, nell’umiltà e nella santità.

Stiamo “correndo una gara” e se arriviamo vittoriosi al traguardo il nostro premio sarà Gesù Cristo : un’eternità nei cieli con lui.

Per ottenere questo premio, però, dobbiamo terminare questa gara (Atti 20:24 “Ma io non ne tengo alcun conto e la mia propria vita non mi è cara, pur di terminare con gioia il mio corso e il ministero che ho ricevuto dal Signore Gesù, che è di testimoniare l’evangelo della grazia di Dio”). Il cristiano, soltanto comportandosi in modo degno dell’evangelo di Cristo e rimanendo saldo e fermo nel suo stesso spirito con fede pura, supererà la prova ottenendo come ricompensa il premio della salvezza eterna (1Corinzi 9:24,26 “Non sapete voi che quelli che corrono nello stadio, corrono bensì tutti, ma uno solo ne conquista il premio ? Correte in modo da conquistarlo. Ora, chiunque compete nelle gare si autocontrolla in ogni cosa; e quei tali fanno ciò per ricevere una corona corruttibile, ma noi, una incorruttibile. Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l’aria”).

Un requisito fondamentale del cristiano  è quello di correre questa gara con efficacia come fece il nostro Signore Gesù in qualità di uomo carnale, Egli umiliò se stesso al punto tale da annullare la propria personalità e di non tenere conto dei propri interessi ma cercando l’interesse altrui e stimando gli altri più di se stesso li servì. Egli si abbassò e divenne ubbidiente al Padre fino alla morte e la morte in croce. Similmente noi dobbiamo imitarlo nel rimanere ubbidienti a Dio fino alla morte e portando a compimento (come fece Gesù) il ministero di evangelizzazione che ci è stato dato dal Padre (Galati 2:2 “Or vi salii per rivelazione ed esposi loro l’evangelo che io predico tra i gentili, ma lo esposi privatamente a coloro che godevano maggior credito, perché non corressi, o non avessi corso invano”), da questo versetto è evidente che l’apostolo Paolo sta dicendo che “correre la gara” deve avere un obbiettivo che vogliamo raggiungere a tutti i costi perché solo così riceveremo il premio e solo così la nostra corsa avrà una finalità (Filippesi 2:16 “Tenendo alta la parola della vita, affinché nel giorno di Cristo abbia di che gloriarmi, per non aver corso invano né invano faticato”; Filippesi 3:14 “Proseguo il corso verso la meta, verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù”).

Questa gara che il credente sta correndo  ha anche delle regole che occorre seguire e rispettare (2Timoteo 2:5 “Similmente, se uno compete nelle gare atletiche, non riceve la corona se non ha lottato secondo le regole”), e deve soprattutto correrla fedelmente e in libertà (2Timoteo 4:7,8 “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede. Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione”; Ebrei 12:1 “Anche noi dunque, essendo circondati da una tale nuvola di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti”).

Se cammineremo per fede, vinceremo la gara e il nostro premio sarà l’eternità nei cieli al cospetto di Dio Padre!

Luisa Lanzarotta – notiziecristiane.com

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