L’uomo di oggi di fronte ad un tramonto, ad un cielo stellato, ad un gesto caritatevole diventa distratto e non ci fa più caso preso dalle mille cose da fare.
Vive di fretta, di velocità di stimoli su stimoli, input a susseguirsi, metaforicamente è come un’automobile che gira sempre ad alta velocità. Siamo nell’era dell’ansia provocata dall’accelerazione. E anche il corpo fa fatica a trovare ristoro di notte. Ci sono persone che durante la notte conservano ancora l’eccitazione della giornata, sono i cosiddetti insonni. Ci sono altri che sono colpiti da una particolare sindrome delle gambe irrequiete (RLS, dall’inglese Restless Legs Syndrome), la persona non riesce a stare ferma nel letto. E’ un disturbo che provoca un bisogno urgente e incontenibile di muovere le gambe, accompagnato da sensazioni strane e spiacevoli agli arti. Dal punto di vista psicologico la persona che ne è affetta manifesta irrequietezza interiore calmabile con l’ausilio di psicofarmaci. Non c’è posto per le emozioni (P. Riccardi Ogni vita è una vocazione. Per un ritrovato benessere; ed Cittadella Assisi, 2014). Se lo psicologo statunitense, Daniel Goleman, negli anni 90 ha introdotto il concetto “Intelligenza Emotiva”, secondo cui questo tipo di intelligenza favorisce, oltre a successi personali e professionali, una modalità per affrontare meglio la vita e vivere bene. (Goleman D., L’intelligenza emotiva ed Rizzoli 2011). La padronanza della propria dimensione emotiva, detta affettiva da noi professionisti della salute, consente ad ognuno di ritrovare Consapevolezza quale capacità di riconoscere, differenziare le proprie emozioni. Di essere in grado di comprendere il tipo di emozione che si sta provando, e soprattutto se essa è appropriata alla situazione. Trova emblema significativo nell’affermazione dei proverbi: «la lingua dei saggi fa il bene con la conoscenza, ma la bocca degli stupidi fa sgorgare stoltezza» (Proverbi 15:2). Riscoprire la capacità di Autocontrollo, inteso quale capacità di esprimere, in modo adeguato, l’emozione senza reprimerla o all’opposto senza scatti isterici. Controllare il proprio stato emotivo, quindi, aiuta ad essere padroni di se stessi. Significativa riflessione la troviamo nella seconda lettera a Timoteo: «Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo» (2 Timoteo 1,7); «Chi sorveglia la sua bocca preserva la propria vita; chi apre troppo le labbra va incontro alla rovina» (Proverbi 13,3). Recuperare la dimensione dell’Empatia, quale capacità di percepire lo stato d’animo ed i sentimenti di un’altra persona senza confondersi in essi. Consente di vivere buone relazioni (per un approfondimento di questi aspetti P. Riccardi Psicoterapia del cuore e Beatitudini, ed Cittadella Assisi, 2018). Il riconoscere le proprie emozioni e controllarle adeguatamente, ha oltre ad una funzione personale anche una sociale la quale ci mette in sintonia con il prossimo. Caratteristica fondamentale del comandamento dell’amore: «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» (Giovanni 15, 12-13). «Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). L’uomo di oggi vive di un agire impulsivo e compulsivo fuori dalla realtà. Quando l’agire è impulsivo, violento e fuori dal controllo, viene definito, in termini scientifici come agito, actin-out. Quante volte sentiamo dalla cronaca fatti così assurdi che la naturale esclamazione è: «ma quel tale ha perso la testa»? Probabilmente quel tale ha agito in un momento in cui l’emozione ha preso il sopravvento.
Una attenta lettura antropologica della Bibbia ci aiuta ad evitare che determinate circostanze possano prendere il sopravvento sulla nostra vita: «Chi è lento all’ira vale piú del prode guerriero; chi ha autocontrollo vale piú di chi espugna città» (Proverbi 16,32).
Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com
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