EMERGENZA MANIPUR

Le tensioni etniche, in corso da decenni nello Stato di Manipur, nel nord-est dell’India, sono recentemente degenerate in violenza a motivo della decisione del governo locale, filo-induista, di concedere alla tribù Meitei – a maggioranza induista – maggiori terre e benefici. Questo ha costretto la tribù Kuki, per la quasi totalità cristiana, ad abbandonare i propri villaggi.

I cristiani sono stati picchiati, minacciati e obbligati a rinunciare alla propria fede. Le tensioni etniche sono state poi sfruttate dai gruppi estremisti indù per tentare di cancellare la presenza cristiana nella regione.

È importante che la Chiesa ne parli, che sostenga e preghi per i cristiani colpiti nello Stato di Manipur, conosciuto per la sua numerosa comunità cristiana (41% della popolazione).

Secondo gli ultimi rapporti ricevuti dal campo, circa 300 chiese sono state bruciate, più di 1.000 case e istituzioni cristiane distrutte e oltre 70 credenti sono deceduti. Inoltre, più di 10.000 cristiani sono stati costretti a spostarsi in luoghi più sicuri.

Potrebbero volerci decenni prima che la comunità cristiana si stabilizzi nuovamente e torni ad essere solida come un tempo.

Dobbiamo agire ora, perché sono migliaia i cristiani rimasti senza casa e senza una fonte di reddito. Quella che un tempo era una forte comunità cristiana, oggi vede le proprie chiese, case e attività ridotte a un cumulo di cenere.

Completamente vulnerabili, i cristiani colpiti cercano rifugio negli Stati vicini. In molti sopravvivono con un solo pasto al giorno all’interno dei campi per sfollati.

È fondamentale intervenire tempestivamente per soddisfare le urgenti necessità a breve, medio e lungo termine. Ma non solo. Vogliamo provvedere anche ai bisogni spirituali dei cristiani colpiti, affinché la Chiesa possa risorgere.

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