Il “gene gay” non esiste, dunque…

Ex-gay

Ex-gaydi Adamo Creato, ex omosessuale.

Si deposero le trombe ed i cortei furono annullati. I titoloni sui giornali e le campagne informative furono accantonate. Certo, la notizia sarebbe stata una bomba, ma non conteneva quello che alcuni avevano sperato.

Il 14 aprile 2003, l’International Human Genome Consortium annunciò il successo del completamento del Progetto Genoma Umano, due anni prima del previsto. La maggior parte delle riviste scientifiche più importanti pubblicarono i risultati dei progressi compiuti nel campo della genetica, ma tutte dimenticarono, guarda caso, di informare l’umanità che non era stato identificato il cosiddetto “gene gay”. Molte altre importanti scoperte nel campo della genetica sono state pubblicate in questi anni, da allora fino ad oggi, ma nessuna di queste ha confermato la scientificità di una origine genetica dell’omosessualità.

L’omosessualità è praticata da migliaia di anni e, in poche parole, è riferita a rapporti sessuali che avvengono tra generi uguali (ad esempio, due maschi o due femmine). Sigmund Freud per primo suppose che le interazioni tra i genitori col proprio bambino, in ultima analisi, determinano l’orientamento sessuale del ragazzo. Ma questo aspetto “educativo” ha di fatto lasciato il posto all’aspetto “naturale” della questione. Alcuni comportamenti come ad esempio l’alcolismo, l’omosessualità o la schizofrenia, possono essere spiegati con la genetica? Possono essere influenzati da questioni innate (naturali) o sono il frutto dell’educazione (ambiente)? Sono iscritte nel DNA o appresi vita natural durante? Qualcuno credeva (sperava) che la risposta si sarebbe trovata nascosta tra i cromosomi analizzati nel Progetto Genoma Umano.

I cromosomi umani X e Y (i due cromosomi del “sesso” ) sono stati completamente sequenziati. Grazie al lavoro svolto dai laboratori di tutto il mondo, sappiamo che il cromosoma X contiene 153 milioni di paia di basi e porta a un totale di 1168 geni. Il National Center for Biotechnology Information riporta che il cromosoma Y, molto più piccolo, contiene “solo” 50 milioni di paia di basi e si stima che contengano appena 251 geni. Istituzioni educative come la Baylor University, il Max Planck Institute, il Sanger Institute, la Washington University di St. Louis ed altri, hanno speso risorse umane e milioni di dollari per la ricerca, analizzando questi cromosomi unici. Non appena i dati cominciavano ad evidenziarsi fu possibile per gli scienziati costruire mappe genetiche, (sequenze di geni “reali”) utilizzate dal Progetto Genoma Umano. E tuttavia, né la mappa del cromosoma X né quella del cromosoma Y contengono alcun “gene gay”.

Qual è la verità incontrovertibile riguardo l’omosessualità? Troppo spesso, le speculazioni, le emozioni e la politica giocano un ruolo importante nella sua valutazione. Nel tentativo di influenzare la politica e guadagnare l’accettazione dell’omosessualità da parte della società, si usa sostenere che gli omosessuali meritano gli stessi diritti di altri gruppi minoritari e che non dovrebbe essere proibito o punito esprimere la propria omosessualità. La lotta per l’accettazione dell’omosessualità è spesso legata alla lotta per i “diritti civili” delle minoranze razziali. Agli inizi della rivoluzione sessuale, a causa della mancanza di una completa accettazione di questi diritti (cioè piena e uguale cittadinanza delle minoranze razziali), le femministe e gli attivisti omosessuali ebbero un perfetto “cavallo di troia” da sfruttare per raggiungere i rispettivi obbiettivi. Usando questo camuffamento (le libertà civili sono dovute e “innate”) gli omosessualisti furono in grado di distogliere l’attenzione dal “comportamento” per focalizzarla sui “diritti“. L’argomentazione è la seguente: “Proprio come una persona non può non essere di colore, di sesso femminile, o asiatica, così non può non essere omosessuale qualora lo fosse. Siamo tutti nati così, e come tali dovremmo essere trattati, allo stesso modo”. Tuttavia, questa giustificazione non riesce a sfruttare appieno le ragioni dei movimenti che lottano per i ” diritti civili “. La legge oggi, in Occidente, tutela già i diritti civili di tutti, neri, bianchi, maschi, femmine, omosessuali o eterosessuali. Gli attivisti omosessuali godono degli stessi diritti civili di tutti gli altri. Il conflitto nasce quando leggi specifiche proibiscono determinati comportamenti a tutti i cittadini come, ad esempio, azioni contro il comune senso del pudore oppure accedere al matrimonio (all’adozione, ad agevolazioni fiscali) qualora non vengano rispettati certi criteri. Dovremmo tenere a mente che queste leggi sono uguali per tutti i membri della società.

Prendendo l’occasione da determinate privazioni comuni a tutti i cittadini, gli attivisti omosessuali rivendicano certi diritti che vengono negati a tutti gli altri. Il colore della pelle e altri tratti genetici possono essere rintracciati attraverso modelli di ereditarietà o la semplice genetica mendeliana. Gli omosessuali non sono identificati da un tratto o un gene, ma da comportamenti. Senza questi comportamenti, sarebbero indistinguibili da tutte le altre persone. E solo quando essi mettono in atto il loro comportamento essi diventano un gruppo che è riconosciuto come diverso. Se dovessimo assumere momentaneamente che l’omosessualità è genetica, allora il massimo che si potrebbe concludere è che quegli individui non sono moralmente responsabili di essere omosessuali. Tuttavia, ciò non implica che essi non siano moralmente responsabili di comportamenti omosessuali. Il semplice fatto di avere il gene non obbliga ad assumere un comportamento. Per esempio, se gli scienziati fossero stati in grado di documentare l’esistenza di un “gene dello stupro”, certamente non sarebbe colpa di un individuo possedere questo gene, ma non gli permetteremmo di agire in base a quella predisposizione. Neil Risch (genetista umano e professore alla University of California, San Francisco ) ha ammesso: “C’è disaccordo sul fatto che l’orientamento omosessuale maschile sia un tratto mendeliano (genetico). In realtà, a priori, ci si aspetterebbe che il ruolo di un gene dell’orientamento omosessuale maschile sarebbe limitato a causa di forti pressioni selettive (selezione naturale) contro tale gene. E’ quindi estremamente improbabile che un gene così importante, che sottolinea un tratto così comune e fondamentale per la specie, potrebbe persistere nel tempo senza un meccanismo di contro bilanciamento straordinario”. Evan S. Balaban, neurobiologo presso il Neurosciences Institute di San Diego ha osservato: “La ricerca delle basi biologiche di comportamenti complessi dei tratti umani ha una triste storia di fallimenti. Negli ultimi anni, i ricercatori e i media hanno proclamato la “scoperta” di geni legati alle malattie mentali, all’alcolismo così come all’omosessualità. Nessuna di tali affermazioni sono state confermate”.

Il vero problema, quindi, sono i comportamenti omosessuali. Dal momento che nessuno studio ha scientificamente stabilito una causa genetica dell’omosessualità, gli argomenti che vengono proposti dagli attivisti gay per poter accedere a determinati “diritti” sono, per il momento, contestualmente infondati e illogici. Ma questo non esaurisce la “questione omosessuale”. Sebbene vi siano probabilità del fatto che l’impulso omosessuale non sia una scelta esclusivamente volontaria (e quindi condizionata in qualche misura anche da fattori di carattere spontaneo), non esistono ad oggi conoscenze scientifiche che possano considerare sbagliato, o dannoso, un trattamento medico orientato alla modificazione di un comportamento omosessuale non desiderato.

Fonte: http://www.uccronline.it/

 

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