«Fu uno dei motivi di bocciatura del Ddl Zan in Senato, nonostante questo la Giornata contro l’Omotransfobia, che si celebra oggi, torna per l’ennesima volta a mettere in pericolo, in particolare, l’educazione e la crescita degli studenti delle scuole italiane. Con la scusa di iniziative e progetti di giusto e condivisibile contrasto alle violenze e al bullismo, sono sempre di più gli eventi gender nelle aule dei nostri figli e le scuole che, contrariamente a quanto dice la legge, propongo la cosiddetta carriera alias. Il rischio, concreto, è quello di instaurare nella mente di giovani e adolescenti, che già vivono un periodo fragile e spesso confuso della loro vita, la falsa e anti-scientifica convinzione che si possa “nascere nel corpo sbagliato”. Questo può portare i ragazzi a intraprendere percorsi di transizione sociale e chirurgica, anche con conseguenze fisiche devastanti e irreversibili. Basti pensare, tanto per citare esempi recenti, al corso gender dello scorso 9 maggio imposto come obbligatorio dal Comune di Roma per insegnanti di nido e asilo, oppure al progetto, di aprile, “A scuola per conoscersi” proposto da Arcigay nelle scuole medie del Friuli Venezia Giulia, o ancora ai recenti casi di bagni “neutri” adottati da alcuni Istituti sul territorio nazionale. Per non parlare poi del costante martellamento, da parte di Comuni e municipi, con mozioni per portare l’educazione sessuale e all’effettività nelle scuole di ogni ordine e grado, anche a bambini piccolissimi di 6 anni. Così come, e lo abbiamo denunciato più volte, iniziative di Asl e altri enti pubblici che propongono bandi e percorsi ad hoc per persone Lgbtqia+: una vera discriminazione tra persone di serie A e serie B e per chi la pensa diversamente. Inoltre anche la presunta emergenza nazionale omofobia è una enorme fake news. Gli ultimi dati forniti in ordine di tempo dall’Oscad, relativi al 2021, parlano infatti di 77 segnalazioni riguardanti l’omotransfobia su un totale di 361 di matrice discriminatoria, in netto calo rispetto agli anni precedenti. Giusto condannare e stigmatizzare anche un solo caso, ma questo dimostra come non esista nessuna emergenza omofobia. Dunque non è questa la società che vogliamo per i nostri giovani, non è questa la scuola che vogliamo e che viola i diritti di genitori e famiglie ad una piena libertà educativa da impartire ai figli». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
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