Penso che nessuno vorrebbe ‘girare a vuoto’, ossia fare molta strada (metafora che rappresenta le mete e gli obiettivi che ciascuno si pone nella vita) per non arrivare mai da nessuna parte!
Eh, si, perché infondo cos’è – appunto – il girare a vuoto se non un continuo ‘muoversi’ senza mai giungere a destinazione ?!
Ma anche se, apparentemente, pensiamo che nessuno farebbe una cosa del genere e che sarebbe praticamente impossibile trovare un individuo che possa fare una tal cosa, in realtà dove abito io c’è un ragazzo che non fa altro che girare e girare (dalla mattina alla sera) per tutto il quartiere. Chilometri e chilometri ogni giorno, senza mai andare realmente in nessun posto!
Si, è qualcosa di molto singolare. Questo ragazzo gira e gira e gira in continuazione tutti i giorni. Tenendo gli auricolari all’orecchio comincia a camminare e non si ferma mai né va a casa se non prima di aver fatto almeno una quindicina di chilometri, percorsi ripetendo sempre gli stessi giri degli stessi isolati.
La prima volta che lo vidi (quando cominciai ad abitare nella sua stessa zona) pensai che era uno sportivo. Ma poi capii che non si trattava di questo. Col tempo mi sono reso conto che è mentalmente instabile (eufemismo usato per aggirare l’espressione di ‘fuori di testa’ o comunemente matto).
In effetti se uno lo conoscesse e lo vedesse, giorno per giorno ripetere sempre i soliti giri … (che non portano a nulla), comprenderebbe come solo la pazzia può far comportare un individuo in tale modo sconclusionato e assurdo: girare e girare … a vuoto, senza un fine, ossia senza raggiungere nulla per cui valga la pena camminare tanto e inutilmente!
Ovviamente se dico che purtroppo si tratta di un ragazzo malato e fuori di testa non lo dico per un semplice pregiudizio o per una sorta di discriminazione, ma perché, provando a interloquire con questo ragazzo, dal suo modo di reagire al mio semplice contatto, capii che egli ha dei gravi problemi.
In effetti ormai tale ragazzo è grande, ma da anni e anni ogni giorno la sua vita è spesa facendo sempre gli stessi giri a piedi, per ore e ore, sempre attorno agli stessi isolati e con gli auricolari nelle orecchie, fuori dal mondo, a “rincorrere una meta” che non sembra mai raggiunta (né raggiungibile).
Ma se è vero che la follia può portare in certi casi un individuo a vivere una vita di questo genere (girando a vuoto), la riflessione che vorrei trarre da questo caso (penoso ) è quella che riguarda non tanto e non solo coloro che sarebbero considerati ‘matti’ (dalla gente ‘sana di testa’), ma coloro che pur essendo convinti di essere ‘sani di mente’ (in quanto non dichiarati da nessun medico come ‘soggetti psichiatrici’) possono anch’essi girare a vuoto.
Qualcuno probabilmente dirà “Io non sono come quel ragazzo malato; io non giro a vuoto”! Ma tutto dipende dal punto di vista. Agli occhi di quel ragazzo il matto ero io (che provavo a farlo ragionare sul suo comportamento) o sono gli altri (che non fanno come lui)!
Oh, si molti cosiddetti ‘normali’ girano e girano, pronti ad affermare che i loro giri non sono a vuoto. Loro hanno delle mete precise: giocare e divertirsi (da bambini), studiare (dalle elementari fino alla laurea), cercare lavoro (possibilmente trovando un’occupazione che faccia guadagnare tanto), sposarsi (con una bella donna e magari ricca), passare il tempo libero a divertirsi, invecchiare e divenire – a un certo punto – incapaci di fare qualsiasi cosa, e poi morire (alla fine del giro) !
E questo ‘giro’ (anzi questi giri – visto che sono tanti, in quanto ripetuti praticamente da tutti gli individui che transitano su questa terra -) si ripete in continuazione: giorno per giorno, anno per anno, secolo per secolo; da una, due, tre, quattro, cinque, etc. etc. generazioni. Senza mai fermarsi !
E la stessa riflessione che mi suscitò quel giovane malato (ma dove va costui giorno dopo giorno, ripetendo sempre i soliti giri?) credo possa valere anche per tutti coloro che (pur definendosi ‘sani di mente’) ripetono in qualche modo, al pari di quel giovane, giorno per giorno, anno per anno e per tutta la loro vita i ‘soliti giri’.
Infatti quando alla gente si pone la domanda “dove ti sta conducendo la tua vita”(?), oppure “sai dove andrai alla fine della tua vita” (?) questa reagisce un po’ come quel giovane, che mi prese per strano quando provai a farlo ragionare riguardo al suo comportamento. Ai suoi occhi dovetti sembrargli io il ‘fuori di testa’, perché provai a distoglierlo per un attimo dal suo ‘dovere quotidiano’ (quello di girare e girare…senza neanche domandarsi vero dove o verso cosa). Allo stesso modo quando provo a far riflettere la gente sulla meta che sta perseguendo nel corso dei propri giri “quotidiani” (ossia delle solite routine (divertirsi, studiare, lavorare, sposarsi, invecchiare e morire)) non sono pochi coloro che mi guardano straniti, come se li stessi distogliendo dai loro doverosi giri quotidiani !
Apparentemente sembra esservi differenza tra quel giovane malato che abita vicino casa mia e coloro che invece sono considerati ‘sani di mente’, ma fondamentalmente non riesco a vedere nessuna differenza tra lui e coloro che pur essendo ‘normali’ – come lui – ripetono giorno dopo giorno, anno dopo anno – fino a quando poi un giorno “all’improvviso” moriranno – i ‘soliti giri’.
Nessuno che si fermi per domandarsi “Ma dove sto andando”? E non mi riferisco al fermarsi per rispondere a tale domanda dicendo “sto andando al lavoro”, “sto andando a sposarmi”, “sto andando a comprare una casa”, sto andando a divorziare”, “sto andando a recitare la quotidiana scena dell’uomo felice, pieno di successo e sempre realizzato”, “sto andando ad affermare il mio io a scapito di chiunque provi a mettersi di traverso rispetto ai miei piani e ai miei obiettivi (della serie ‘mors tua vita mea’)”. No, no; questi sono i “profondi” ragionamenti di coloro che – come quel giovane – giorno per giorno ripetono i ‘soliti giri’ (che non portano a nulla, ovvero che portano alle solite cose).
Fermarsi significherebbe smetterla coi soliti giri.
E per smetterla di fare sempre i soliti sconclusionati giri bisogna porsi seriamente una serie di precise domande:
“Ma dove sto andando” (?);
“Verso dove è diretta la mia vita “ (?);
“Quale destino – eterno – mi attenderà quando avrò concluso il corso del mio pellegrinaggio terreno” (?);
“Su quali basi e principi ho costruito il mio operare quotidiano dall’infanzia sino alla vecchiaia” ?
Quando ci si confronta con la dimensione dell’eternità (del nostro destino eterno) le mete terrene, transitorie e relative, dovrebbero assumere la posizione e il ruolo che hanno: quello appunto della transitorietà. Di fronte all’Assoluto ciò che è relativo (e quei ‘giri’ di cui parlavamo prima (divertimento, studio, lavoro, matrimonio, fare carriera, invecchiare e morire), allo specchio dell’eternità, dovrebbe essere visto per quello che veramente esso è: ossia per qualcosa di relativo (cioè finito e, quindi, in definitiva…inconcludente).
Ecco perché coloro che vivono e muoiono sempre compiendo gli stessi giri (inconcludenti ai fini dell’eternità, ossia del proprio destino eterno) sono come quel giovane malato che gira e gira, ma a vuoto. Al pari di lui coloro che non si fermano mai, per chiedersi verso quale destino eterno stanno dirigendo le proprie anime, non stanno facendo altro che girare a vuoto, senza sapere verso quale meta definitiva si stanno dirigendo.
Oh, certamente, come quel giovane, anche costoro potranno provare a reagire con uno sguardo sconcertato verso coloro che vorrebbero richiamarli sul senso delle loro esistenze (ripetitive e sconclusionate) e, come lui, dare del ‘pazzo’ a colui che cerchi di fare ciò (cioè di avvertirli che non solo non stanno andando in nessun posto di buono, ma di certo verso un posto dal quale – quando sarà ormai troppo tardi – tutti vorranno e vorrebbero fuggire).
Ma, onestamente, chi è il vero pazzo : colui che avverte del non senso di ‘girare a vuoto’ o coloro che giorno dopo giorno, anno dopo anno e per tutta la vita inseguono cose che un giorno dovranno lasciare, senza potersi portare nulla di tali cose con sé ?
Anche la Bibbia chiama stolti, pazzi e insensati coloro che vivono solo per le cose di questa vita (terrena), come se questa non dovesse mai finire e come se le cose che si vedono sulla terra (case, campi, proprietà) dovessero durare per l’eternità !
E, ancora, la Bibbia, con le parole del Signore Gesù, ci avverte, dicendo:
“Che giova all’uomo se questi guadagna tutto il mondo (ossia si da da fare per mille cose) se poi farà perdita dell’anima sua (ossia se poi, in definitiva, non avrà pensato né fatto nulla per la salvezza della propria anima, che sopravviverà alla morte del corpo e che sarà – eternamente – destinata o ad andare nel Regno di Dio (se l’anima di quell’individuo avrà conosciuto Dio mentre era sulla terra) o all’Inferno (il luogo preparato per tutti coloro che avranno preso poco sul serio la Parola di Dio mentre erano sulla terra o addirittura l’avranno ridicolizzata o avversata)”!
Dove stai andando amico/a? stai forse girando a vuoto? Se la tua meta non ha per destinazione il regno di Dio (annunciato dal Signore col Vangelo), i tuoi ‘giri’ sono come quelli compiuti da quel ragazzo, che gira e gira sempre senza neanche rendersi conto che il suo camminare è un camminare a vuoto. Questo è tempo sprecato, impiegato per non arrivare mai dove dovrebbe (agli occhi di Dio) arrivare !
Ma la sua condizione mentale non gli consente di ragionare, per considerare quanto sconclusionato sia il suo girovagare. Ovviamente quel ragazzo è come posseduto, ma non dalla verità.
E la tua condizione spirituale è forse migliore della sua condizione? Non sei forse anche tu posseduto e preso da mille cose che ti fanno distogliere lo sguardo da dove invece dovresti indirizzarlo veramente? Tu sai dove stai andando? O, come lui, reagisci a chi ti invita a fermarti per chiederti se la tua meta è quella che Dio vuole per te?
Attento/a a non girare … a vuoto!
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
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