Cos’è l’eresia? L’eresia è una esperienza tragica che la Chiesa di tutti i tempi è chiamata a combattere.
Ma cosa si intende per eresia? La parola “eresia” nel suo significato etimologico, traduce la parola greca “àiresis”, che significa scelta, inclinazione, proposta.
In generale, nel linguaggio ecclesiale significa scegliere alcuni dogmi, che sono contrari all’ortodossia dogmatica sostenuta dalla tradizione apostolica da parte di gruppi religiosi di matrice cristiana. Tali eresie, paradossalmente, ebbero una funzione catechetica della Chiesa ortodossa, in quanto furono da pungolo e da stimolo ai teologi e ai pastori nel formulare principi dottrinali razionalmente più articolati delle parole rivelate da Dio. Nella Chiesa delle origini le prime eresie possono già essere individuate negli scritti neotestamentari, come il Cristianesimo giudaico contro cui Paolo si scagliò ferocemente e fieramente, il Docetismo presente nelle chiese mediorientali nell’odierna Turchia, contro cui Giovanni scrisse parole di fuoco (L’evangelo di Giovanni e la Prima lettera di Giovanni). Nel 2° secolo si affermarono per breve tempo i gruppi eretici degli Ebioniti e il Marcionismo, per non parlare dell’eresia di Ario nel 4° secolo d.C. Oggi forme eretiche persistono nella Chiesa Cattolica con il dogma mariano nelle sue svariate sfaccettature, nelle Chiese evangeliche liberali con il dogma della Scrittura come Parola non interamente rivelata da Dio, con il dogma dell’omoaffettività, nelle Chiese fondamentaliste con l’interpretazione esclusivamente letterale della Scrittura, con la teologia della prosperità, con la teologia dei miracoli, con la teologia unitariana, la teologia calvinista della salvezza particolare.
La chiesa vive l’ultima ora, aggredita da una pluralita’ di anticristi (vv.18-19) – Le Chiese mediorientali stavano vivendo un periodo di forte tensione dottrinale. Si erano infiltrati gruppi sedicenti di matrice cristiana, che sostenevano la dottrina gnostica del Docetismo.
Giovanni allarma i suoi “figliuoli”, ossia i cristiani delle Chiese asiatiche con la frase enigmatica: “E’ l’ultima ora”, in cui si registra una pluralità di Anticristi, prima che venga l’Anticristo per eccellenza.
Cosa significa “Anticristo”? Il termine ricorre solamente nelle Epistole di Giovanni (1° Giov.2:18,22;4:3; 2°Giov.7) Tuttavia, il concetto è individuabile in altri testi biblici. Esso significa un sostituto di Cristo, “una sorta di diabolica parodia del Messia di Dio” (Dodd), attivo non nel mondo, ma nel pervertimento del Cristianesimo. Gesù stesso avvertì i Suoi discepoli riguardo ai “falsi Cristi” (Cfr. Mt24:24; Mc 13:22). Ma significa anche colui che si oppone a Cristo, colui che nega Cristo. Le idee di contraffazione e di opposizione sono presenti nella suddetta parola.
In aggiunta, bisogna anche capire cosa significhi l’espressione “l’Ultima ora”. Tale espressione è il tempo intermediario, in cui vive la Chiesa, sospesa tra la venuta di Gesù e la sua prossima venuta. Non significa affatto un tempo ristretto di una particolare generazione, interpretazione molto in voga nei circoli fondamentalisti.
Giovanni riprende l’immagine tradizionale dell’Anticristo per attualizzarla polemicamente nel suo tempo. Egli lo individua nel gruppo eterodosso presente all’interno delle Chiese mediorientali. Essi sostengono una Cristologia deviazionista, negano l’incarnazione di Cristo.
Con l’apparizione dell’Anticristo si coglie l’inizio degli Eventi finali. Certo l’Anticristo non sta solo all’interno delle Chiese, ma anche nel secolo, ed è molto belligerante, la cui perniciosa attività coinvolge anche l’interno delle Chiese.
Uno dei grandi nemici di Cristo nella storia contemporanea è stato il filosofo Friederich Nitzsche (1844-1900). Egli include se stesso nella schiera degli Anticristi dicendo di sé: “Io sono in greco, e non soltanto in greco, l’Anticristo”, considerandosi nemico feroce e implacabile del Cristianesimo e suo vincitore, attraverso il suo messaggio ottimista, libero da tutti i freni inibitori della morale cristiana.
Altri segni della venuta dell’Anticristo possono essere colti nell’Illuminismo, nella teologia liberale, nel Materialismo, nel Bolscevismo, nel Nazifascismo. Non mancano riferimenti dell’identità anticristiana nell’istituzione del Papato, avanzata dai Padri Riformatori come Lutero e Calvino. Oggi gli Anticristi possono essere additati nella filosofia Gender e nel Movimento LGBT, nella teologia teocentrica tesa a unire tutte le religioni come espressioni di Dio.
Ritornando alla vita ecclesiale dei Cristiani medioasiatici, si può arguire che l’aspra conflittualità ha prodotto lo scisma o separazione. Il gruppo sostenitore delle idee eterodosse del Docetismo esce dalle Chiese.
Si noti la prima persona plurale del pronome personale “noi”: Giovanni è parte dei Cristiani asiatici, il “noi” indica l’appartenenza alla comunità alla comunità e una preesistente storia comune, una condivisone della comunione. La comunità è rimasta compatta nelle espressioni di fede, tramandate dall’insegnamento apostolico. I falsi
Profeti non sono riusciti a tirare dalla loro parte i dirigenti delle comunità. Essi sono costretti ad uscire. Si scomunicano da soli.
Qui è evidenziata una interessante esperienza di vita: l’unità nella fede, la compattezza nel difenderla, divenendo una sorta di muro invalicabile contro le minacce di portatori di dottrine eterodosse.
Siffatta forte comunione è il risultato della presenza dello Spirito Santo, che porta a scoraggiare i falsi Cristi e i falsi profeti e ad uscire dalla porta da cui sono entrati. La loro uscita è il loro smascheramento. Erano in mezzo ai cristiani, ma non erano cristiani. La contraffazione non può rimanere a lungo nella comunità (Cfr. Lc 12:2)
Il versetto 19 evidenzia due dottrine importanti: la perseveranza dei Santi e la natura della Chiesa. “Chi avrà perseverato, sarà salvato” (MC 13:13).
Perseverare nella fede vuol dire anche essere nutrito dai dogmi fondamentali della fede cristiana: “Coloro che si allontanano non sono stati mai imbevuti della conoscenza di Cristo, ma hanno avuto un leggero e passeggero assaggio” (Calvino)
Inoltre, viene evidenziata la natura della Chiesa: la Chiesa visibile e la Chiesa invisibile. Il Signore vuole che la Sua Chiesa sia visibilmente manifesta nella comunione locale, che adora e testimonia, ma ciò non vuol dire che tutti i membri della Chiesa professante, battezzata e in comunione, siano necessariamente membri di Cristo. Solo il Signore conosce i “Suoi” (2° Tim 2:19).
Tra i membri della Chiesa visibile vi sono alcuni che non sono membri della Chiesa invisibile, il Corpo mistico di Cristo. Essi sono in mezzo ai cristiani, si verniciano da cristiani, ma sostanzialmente non lo sono. Partecipano alla vita di chiesa, ma non hanno la nascita celeste. Tuttavia, già negli ultimi tempi e nell’ultima ora sono smascherati alcuni nel loro vero essere per la loro defezione (cfr. 1° Giov.3:10).
La chiesa battezzata dallo spirito santo confessa che Gesù è il Cristo (vv. 20-27)
– “Ma voi avete l’unzione del Santo e conoscete ogni cosa” (v.20). La Chiesa è formata da uomini, donne, fanciulli, anziani, ricchi, poveri, dotti, ignoranti. Cos’è “l’unzione”?
In greco la parola è “Krisma”, richiamando una immagine o una sostanza come l’olio, che veniva somministrato ai re o ai sacerdoti nell’AT, che è , comunque, sempre un simbolo che rimanda ad una azione consacratrice dello Spirito di Dio. Dal messaggio complessivo del NT il “Krisma” è l’azione dello Spirito, che porta alla conversione del credente e al suo battesimo come segno visibile della grazia invisibile. Non è il “Krisma” del pensiero cattolico che conferma il credente nella fede, che è postapostolico del III sec. d.C. con Tertulliano. Il cristiano vive nel battesimo l’esperienza della conoscenza, ossia la comunione con Cristo, che è la Verità (cfr. Gv 18:37).
Nella esperienza della conversione, ossia nell’essere unto con lo Spirito Santo il Cristiano inizia a conoscere l’evangelo, che sostanzialmente confessa che Gesù è il Cristo, ossia Colui che l’Unigenito Figlio che è nel seno del Padre, che ce lo fa conoscere. Chi confessa il contrario non ha l’unzione ed è un Anticristo.
La conversione è il momento in cui il credente inizia a conoscere la verità (v.24) – Gli Anticristi insegnano che Gesù era un uomo, nato e morto come uomo, e che “il Cristo” è una espressione intesa come emanazione divina, investendo Gesù durante il suo ministerio, essendo discesa su di lui, quando si battezzò e avendolo lasciato prima della crocifissione.
Essi negano che Gesù era il Cristo, cioè che l’uomo Gesù è il Figlio eterno di Dio fossero la stessa persona, in possesso di due nature perfette, quella umana e quella divina. Essi negavano l’incarnazione. Tale negazione porta anche a negare il possesso del Padre o la conoscenza del Padre. Il Cristiano, invece, dimora nella conoscenza di Gesù il Cristo come l’hanno scoperto nel principio, ossia nel momento della conversione.
“Ciò che avete udito dal principio” è l’evangelo, l’insegnamento apostolico. Questo deve dimorare nei Cristiani. Chi ha prurito di udire è instabile, va dietro a chiunque racconti qualsiasi favola affascinante, ciò è segno degli “Ultimi Tempi”.
La continua ossessione per quello che “è di più nuovo” è il segno distintivo della ricerca filosofica, non del cristiano (At.17:21). Il Cristiano non può negoziare la sua conoscenza di Cristo con la conoscenza speculativa.
Si è chiamati alla vigilanza (v.26) – Giovanni spiega uno dei motivi della stesura della sua lettera, ossia è possibile che i cristiani possono cedere alle attrattive del nuovo e dell’accattivante. Siamo di fronte ai falsi profeti di cui parla Gesù in Mt 7.
Confessare Gesù garantisce la vita eterna (v.25) – Cosa significa confessare Gesù? Significa riconoscerlo come l’Uomo -Dio, ossia nell’uomo Gesù agisce Dio per incontrare l’uomo. E’ la persona in cui agiscono due nature senza che si mescolano e si confondono in armonica simbiosi. Questa è la vita eterna, ossia la vita eterna consiste nel credere e conoscere Cristo come dono di Dio.
Essere Cristiani significa essere profondamente radicati nell’esperienza emozionante, forte, personale della conversione, in cui avviene l’incontro di Dio con l’uomo attraverso la Sua Parola incarnata, Gesù il Cristo. Questa esperienza è garanzia della conoscenza e della comunione con il Padre e con il Figlio per l’azione affabile, infocata, dinamica, silenziosa, suadente, imperscrutabile dello Spirito Santo. Essere Cristiani significa essere afferrati da Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo.
Paolo Brancé | Notiziecristiane.com
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