
Grazie a Dio, gli è stato subito praticato un massaggio cardiaco da parte di una persona che si trovava sul posto e che gli ha salvato (la prima volta) la vita. Arrivano i soccorsi e, dopo aver trattato il ragazzo con un defibrillatore, i medici hanno utilizzato, appunto, la nuova tecnica citata, quindi il trasporto in ospedale: Hanno applicato al paziente 7-8 placche adesive rettangolari, contenenti un gel speciale in grado di ridurre velocemente la temperatura corporea – racconta il Resto del Carlino -. E in un’ora soltanto la sua temperatura era scesa a 33 gradi. In questi casi, le linee guida mondiali fissano fra i 32 e i 34 gradi il livello da raggiungere. Prima servivano spesso oltre quattro ore con i metodi tradizionali, come spugnature di ghiaccio e alcol. Invece, grazie all’innovativo kit di produzione austriaca, i medici hanno ottenuto l’obiettivo in tempi rapidissimi, facendo nel frattempo tutto il resto: manovre rianimatorie, trasporto in ambulanza e ricovero in ospedale.
In seguito è stato trasferito in Cardiologia, dove sono stati disposti esami per approfondire la natura dell’arresto cardiaco e predisporre le azioni utili a prevenire futuri episodi. “Ricordo che stavo sostenendo l’esame, poi più nulla”, ha detto il ragazzo quando si è svegliato. “C’è grande soddisfazione — dice Giuseppe Di Pasquale, direttore della Cardiologia, al Resto del Carlino— grazie alla sinergia fra i reparti e ai nostri protocolli abbiamo salvato il paziente evitando danni neurologici. Ora, dopo gli esami, dovremo decidere se impiantargli un defibrillatore sottocutaneo”.
Naturalmente, tutto è andato bene perchè Dio l’ha permesso, perchè Dio è anche scienza. Ognuno di noi è scritto nel libro della vita come, d’altronde, questo studente ventisettenne di Bologna… la sua vita ha un inizio ma avrà anche una fine, è il giorno della fine non lo sappiamo noi ne tantomeno il mondo scientifico ma lo conosce solo Dio!
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