Con l’approssimarsi del capodanno assistiamo a un crescendo di esplosioni. Si parte dai piccoli botti dei ragazzini per le strade per finire ai giochi pirotecnici e alle bombe di fine anno. Nonostante il triste dato di mutilazioni, anche gravi, in molti casi si assiste inermi e in altri si contribuisce in qualche modo. Poi piangiamo i feriti e i morti, senza contare quelli che sono vittime di incidenti direttamente nei luoghi di fabbricazione. Ad oggi restano ancora diffuse queste cattive usanze nonostante il crescente numero dei comuni coraggiosi e rispettosi che ne hanno vietato l’uso, puntando esclusivamente su luminarie e giochi di luci. In tanti altri invece fanno da complemento alle feste e ai concerti organizzate per l’occasione.
Dobbiamo ringraziare i cinesi per questa invenzione risalente al X secolo, poi importata nel Mediterraneo intorno al XII dagli Arabi. Inizialmente usati per scopo di guerra e per i festeggiamenti legati alle celebrazioni della vittoria o della pace, l’uso dei fuochi d’artificio si estese nel tempo alle feste religiose e ad altre occasioni. All’inizio gli orientali sapevano produrre solo fuochi bianchi o dorati. L’aggiunta del colore è un vanto italiano dell’inizio del XIX secolo. Oggi, la fabbricazione è opera di artigiani specializzati, che si tramandano il mestiere di generazione in generazione e non c’è cerimonia senza i fuochi d’artificio. Dalle feste nazionali alle Olimpiadi, dagli Stati Uniti al più piccolo stato europeo, i fuochi illuminano il cielo di quasi tutte le grandi città del mondo, grazie anche all’apporto tecnologico che ha aggiunto un’altra dimensione agli spettacoli pirotecnici, facendo esplodere i fuochi d’artificio a ritmo di musica.
La rivista Popular Mechanics spiega che i fuochi d’artificio furono “inventati dai cinesi per scacciare i demoni”, mentre Howard V. Harper scrive: “Sin dall’antichità i pagani portavano fiaccole e accendevano falò in occasione delle loro grandi feste religiose. Fu quindi naturale aggiungere alle feste le spettacolari luci colorate e in movimento dei fuochi d’artificio” (Days and Customs of All Faiths). La cristianità cattolica attribuisce una patrona protettrice agli artificieri. Si tratta di Santa Barbara, che fu rinchiusa dal padre in una torre e poi uccisa per essere diventata cristiana. Egli fu incenerito da un fulmine, e fu così che S. Barbara divenne la patrona di coloro che fabbricano e usano armi da fuoco e fuochi d’artificio. La realtà è che dietro c’è un business importante, spesso illegale e “mafioso”, e nonostante i morti e i feriti non si riesce a limitarlo.
I fuochi che catturano i bambini e non, che divertono i più adulti e sono finanche oggetto di competitività tra vicini, hanno negli animalisti i nemici più acerrimi. Purtroppo nella sola notte di San Silvestro causano la morte di almeno cinquemila animali domestici e fauna selvatica. Gli animali sono dotati di organi di senso più sviluppati rispetto a quelli degli uomini e il loro udito percepisce suoni che noi non sentiamo. Non stupiamoci se al frastuono improvviso di un botto, il nostro animale domestico fugge a gambe levate. Al boato dei fuochi artificiali cani e gatti si dibattono e tendono a gettarsi nel vuoto se si trovano su un balcone o a scavalcare cancelli per scappare dal rumore. Molte volte perdono l’orientamento e si smarriscono.
Ciò che ritengo inaudito e inaccettabile è l’ignorante egoismo di chi trova un banale piacere nei rumori violenti che invece disturbano terribilmente le persone anziane, i malati e i bambini, senza contare le stragi di poveri animali che impazziscono per la paura. Che dire poi dello spreco di denaro, che finisce letteralmente in fumo. Si bruciano centinaia di migliaia di euro in così poco tempo che potrebbero essere destinati a tante opere benefiche, che non sto ad elencare e lascio alla sensibilità personale. E se proprio non si vuole aiutare nessuno, perché non tutelare la propria salute? Anche se belli da vedere, i botti nascondono una pericolosità altissima: il «particolato carbonioso», un mix di composti chimici che si sprigiona dopo ogni esplosione. Un potente agente inquinante che costituisce una specie di collante di diversi composti cancerogeni. I metalli che si liberano dopo due ore di fuochi d’artificio possono resistere in atmosfera fino a quattro giorni e si tratta di una gran quantità di veleni: bario, potassio, stronzio, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, cromo, piombo, e relative polveri sottili. Il rischio, che ne viene dal respirarli, va dall’asma bronchiale ai tumori del polmone.
Chiedo allora a te che non desisti in alcun modo: “Chi te lo fa fare di bruciare i soldi dei botti per farli andare letteralmente in fumo?” Non sarebbe più bello e buono far mangiare un senzatetto con quello che si spende, e festeggiare con qualche articolo pirotecnico non pericoloso? Dilapidare soldi in questo modo lo trovo offensivo e finanche “peccaminoso”. Di rumori di guerra ne sentiamo già abbastanza su questo pianeta. Risparmiamoceli. E se i bambini possono essere attratti, gli adulti dovrebbero essere più razionali e accorti. Spero tanto che tu che leggi ti asterrai da queste pratiche e troverai modi di festeggiare più salutari e meno dannosi.
Elpidio Pezzella | Elpidiopezzella.org
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