L’amaro e il dolce… Regolare i tuoi alti e bassi è possibile!

Quando giunsero a Mara, non potevano bere l’acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara. Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?». Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell’acqua, e l’acqua divenne dolce. ES. 15: 23-25

I fatti della vita servono ad esternare quello che è nascosto nel tuo cuore, quello che vive sotto le emozioni fugaci, i ringraziamenti interessati, la fede conveniente.

Nella fede non ti distingui per ciò che ricevi ma per ciò che offri.

La cattiva qualità delle acque fece scattare il lamento e la ricerca del colpevole; ma tu, invece, non permettere all’amarezza di contaminare la tua vita e di cercare persone alle quali imputare il tuo malessere. Quando dentro di te sale questo sussulto amaro e l ’anima tua viene avvolta da un letale abbraccio di radici velenose, considera che questo veleno debba uscire dalla tua vita o ti ucciderà.

Le acque di Mara sono come uno specchio che riflettono la tua vita, se le acque sono amare, è perché sei amaro.

Non cadere nella banale caccia al colpevole, forse hai messo troppe speranze sul fragile uomo, ma anche i grandi Mosè non possono evitare che tu incontri le acque di Mara però possono aiutarti a uscire dalle circostanze.

Mosè gridò al Signore che gli mostrò un legno, che gettato nell’acqua mutò l’amaro in dolce.

Quanti amareggiati stanno cercando nei libri la via per vincere l’amarezza, quanti stanno usando le loro lacrime come armi per convincere altri della loro ingiusta sofferenza, quanta ricerca di tecniche “profonde” per scavare nell’animo umano, i risultati però lasciano a desiderare, l’amaro è ancora amaro, a volte solo “diversamente amaro”.

Il semplice legno disarma l’artificio umano e si rivela come strumento capace di cambiare l’amaro in dolce, in modo immediato.

Già il legno, con esso si costruì l’arca di Noè, l’arca nel tempio, l’altare, e poi …: Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le Sue lividure siete stati guariti 1° Pt. 2:24.

Poi la croce, lo strumento che Dio ha usato per trasformare il nostro amaro in dolce, perché l’uomo non può cambiare senza Gesù.

Metti fine all’amarezza e al lamento, immergiti nelle fresche acque della Sua presenza, e quando ti specchierai in esse, non vedrai più il tuo volto ma quello del Signore che vive in te.

Dolce Gesù aiutaci a risplendere!

Tino di Domenico

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