I nostri piani non sono i piani di Dio!

Una realtà del Cristianesimo è che molto spesso i piani di Dio sono diversi dai nostri. E’ scritto nella Bibbia che “i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, né le nostre vie sono le sue vie, poiché le vie di Dio sono più alte delle nostre vie, e i suoi pensieri più alti dei nostri pensieri” (Isaia 55:9). Dio vede molto oltre quello che possiamo vedere noi con i nostri occhi umani.

Ad esempio, la Scrittura ci presenta Stefano come primo martire del Cristianesimo. In Atti 7, vediamo che fu lapidato e ucciso dal consiglio religioso del Sinedrio – figura del prendere parte alle sofferenze di Cristo (Colossesi 1:24). Ma quello che è ancora più straordinario in questa storia è quello che accadde come risultato della morte di Stefano. L’evangelista Luca scrisse: “Vi fu in quel tempo una grande persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme. Tutti furono dispersi per le regioni della Giudea e della Samaria, salvo gli apostoli”. Quindi, tre versetti dopo, Luca scrisse ancora: “Allora quelli che erano dispersi se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della Parola” (Atti 8:1-4). In altre parole, il risultato della sofferenza della morte di Stefano, fu che la chiesa si moltiplicò per tutta la Giudea e la Samaria.

Riusciamo a capire cosa stava succedendo? La strategia di Satana per fermare il popolo di Dio attraverso la lapidazione di Stefano sortì il solo effetto di realizzare il proposito di Dio per mezzo della dispersione della Chiesa. Questa è la testimonianza di tutta la Scrittura. Dalla storia di Giobbe alla descrizione di Paolo dell’attacco di Satana nella sua vita in 2 Corinzi 12, vediamo come Satana non solo agisce nell’ambito del sovrano permesso di Dio, ma anche finisce con l’adempiere i sovrani propositi di Dio. Anzi, è questa l’essenza della croce. La strategia di Satana per sconfiggere il Figlio di Dio servì soltanto a provvedere la salvezza per i peccatori. Non abbiamo nulla da temere dunque, perché Dio è sovrano su ogni cosa!

David Platt, da “Radical”

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook