I RITUALI NON FUNZIONANO

betesdaNel cap. 5 dell’evangelo di Giovanni apprendiamo che circa duemila anni fa Gesù, durante una festa giudaica, si trovava a Gerusalemme e precisamente presso “la porta delle pecore” dove c’era la piscina di Betesda.

Come apprendiamo dal testo biblico le acque di questa piscina avevano la capacità miracolosa di guarire gli infermi “poiché un angelo, in certi momenti, scendeva nella piscina ed agitava l’acqua; e il primo che vi entrava, dopo che l’acqua era agitata, era guarito da qualsiasi malattia fosse affetto”.

Analizzando con attenzione il passaggio biblico è chiaramente specificato che la guarigione miracolosa elargita dalle acque della piscina non era per tutti, ma solo per il primo che riusciva ad immergersi nel momento in cui le acque venivano mosse dalla presenza di un angelo.

Inoltre questa precisa combinazione di eventi si verificava soltanto una volta all’anno e, tutti quelli che non avessero beneficiato della prodigiosa guarigione delle acque, avrebbero dovuto con grande amarezza attendere l’anno venturo, sperando di essere i primi ad immergervisi.

Immaginiamo per assurdo che ai bordi della piscina vi fossero anche soli trenta infermi (benché credo che la cifra fosse decisamente più alta) e che ad essi non se ne aggiungessero degli altri anno dopo anno (cosa assai facile); questo significherebbe che nella peggiore delle ipotesi chiunque avrebbe potuto avere guarigione attendendo una trentina d’anni salvo complicazioni dell’ultim’ora.

Immaginare un luogo in cui ricevere la guarigione da ogni malattia è il sogno di chiunque ma doversi confrontare con le rigide regole imposte da Betesda è molto diverso dal momento che questa piscina è l’emblema della miseria spirituale e della maledizione dell’uomo.

L’amore universalmente dimostrato da Dio per ognuno di noi, permettendo che Gesù subisse la crocefissione, è in netta antitesi con quanto accadeva nella famosa piscina giudaica in cui la liberazione dalle malattie non era per chiunque né per pochi ma soltanto per uno.

Gesù non ha aiutato il paralitico a scendere per primo nelle acque della piscina affinché fosse guarito nel momento in cui l’angelo avrebbe toccato la superficie dell’acqua, il Signore lo ha risanato completamente attraverso la Sua Parola: “alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”.

Gesù, con il suo comportamento, stava insegnando al pover uomo che aderire ai rituali della religione non solo è frustrante e inutile ma anche dannoso poiché in disaccordo con la Parola di Dio stessa: “Ecco, tu sei stato guarito; non peccare più affinché non ti avvenga di peggio”.

Il Sommo Maestro non si trovava a Betesda per caso, Egli era lì a proposito per dimostrare che era giunto a termine il periodo della Legge ed era sorto quello della Grazia attraverso la fede in Lui.

Rispettare rituali religiosi che concedono benefici solo ad alcuni equivale a condannare la propria vita alla frustrazione poiché la sola cosa che essi potranno garantire è l’insuccesso.

Pensiamo a quei pochissimi che negli anni passati riuscirono ad entrare per primi nella piscina o addirittura a quello che nella mattina stessa in cui vi era presente Gesù si immerse uscendone perfettamente risanato.

Ognuno di essi tornò alle proprie occupazioni sicuro di aver risolto ogni problema ma nessuno di essi conobbe l’unica via che porta all’Eternità ovvero Gesù che si trovava lì in quel giorno ad occuparsi del paralitico che non avrebbe mai potuto tuffarsi nelle acque.

Non facciamoci mai ingannare da chi vuole confonderci le idee con falsi rituali religiosi poiché Dio ha il potere di sanare e salvare chiunque non soltanto alcuni “eletti” che riescono a superare una precisa combinazioni di ostacoli.

Curi Roberto

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook