Le immagini raccapriccianti dell’esecuzione di un quindicenne siriano fanno il giro del mondo, mentre il regime si prepara ad Aleppo, si diffonde un video che accusa le milizie islamiche che occupano la città.
Mohammad Kattaa è stato ucciso di fronte alla sua famiglia con un colpo sparato in bocca. Le immagini raccapriccianti di quel che ne resta sono ora un’arma di propaganda nelle mani del regime siriano, che ha gioco facile ad usarle per terrorizzare i siriani, che così fanatici non sono mai stati, e allo stesso tempo le opinioni pubbliche occidentali, che in azioni del genere vedono il rifiuto della civiltà contemporanea e il marchio che identifica i nemici, con i quali non è è possibile alcuna interazione alternativa al cercare di elimarli.
La colpa di Mohammad, il giovane garzone di un caffè, sarebbe quella di aver nominato male Allah nel bel mezzo di una discussione, per questo secondo quanto riferito da Rami Abdel Rahman, direttore del Syrian Observatory for Human Rights, un gruppo di islamisti radicali lo avrebbe preso e ucciso di fronte ai suoi familiari, accusandolo di blasfemia. Gli hanno sparato due volte, in bocca e nel collo, di fronte al padre, al madre e ad altri parenti tenuti sotto la minaccia delle armi. Sempre secondo Rahman il gruppo non sarebbe composto da Siriani, ma da arabi provenienti dall’estero e sarebbe legato alle formazioni di stampo qaedista intervenute nella guerra civile siriana. L’immagine del cadavere del giovane è stata diffusa dalla famiglia è poi rimbalzata in rete dai sostenitori del regime, la trovate in seconda pagina, se ne sconsiglia la visione alle persone impressionabili.
Da giornalettismo.com
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