Il ruolo della donna sposata con un marito impegnato nell’opera del Signore

donna_che_prega

donna_che_pregaAppunti dell’insegnamento di Eunice Randall ad un convegno di sorelle. Brani di riferimento: 1 Timoteo 3:1-12; Tito 2:1-5

Versetto chiave: 1 Timoteo 3:11.
“Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa.

Le parole “allo stesso modo” fanno comprendere che il riferimento è alle qualità descritte prima (si vedano in particolare i vv. 5 e 7).

“Siano le donne dignitose”

Questo significa, innanzitutto, comprendere la nostra posizione in Cristo. Non fare affidamento sul grado di istruzione, eccetera. Camminiamo a testa alta perché serviamo il Re, quindi un comportamento da “Signora.” Non alzare la voce; non mettersi in mostra. Si tratta di praticare la sottomissione biblica, sapere che il ruolo di aiuto convenevole è di grande dignità; esteso all’ambito della chiesa.

“Non maldicenti”

Vuol dire pensare pensieri giusti, perché Gesù fa capire che ciò che penso porta a parole e azioni (Mt 12:34; Mr 7:20-23). Quindi bisogna mettersi in guardia contro l’invidia, la rivalità e l’ambizione. Il fatto che si è tutti credenti nella chiesa garantisce l’armonia? No. Bisogna lavorarci, come nel matrimonio.

Una sorella fa cose che mi danno fastidio? Devo cercare punti positivi in lei e esprimerli, mettermi nei panni della sorella e sforzarmi di conoscerla meglio, amarla in modo pratico, ascoltarla e pregare per lei. Leggere, meditare e applicare Efesini 4:20-32 mi aiuterà a farlo.

“Sobrie”

Romani 12:3-5 insegna come avere un atteggiamento sobrio. 1 Timoteo 2:9-10 troviamo che bisogna vestirsi in modo sobrio e in 1 Timoteo 2:11-12 si tratta il bisogno della sottomissione.

“Fedeli in ogni cosa.” (1) La fedeltà spirituale, a Cristo e alla Parola di Dio; (2) fedeltà coniugale; e (3) fedeltà, nel senso di diligenza nei compiti (1 Co 4:2).

Quali sono i nostri compiti?

Tito 2:1-5 – Come si arriva a essere “maestre nel bene”? Studiando, imparando, facendo pratica. Ma cos’è questo bene?

“Amare i mariti” cioè:

  1. fargli del bene; l’amore non è geloso;
  2. Incoraggiare la loro crescita nel Signore. Dove esiste un amore incondizionato si possono evidenziare le lacune e fare dei complimenti quando c’è un miglioramento;
  3. Creare un rifugio (noi siamo la loro sicurezza umana)
  4. Capire i suoi bisogni sessuali (i nostri mariti sono forti, capaci di grandi responsabilità MA bisognosi di conforto, di poter essere sé stessi).

 “Amare i figli” cioè:

  1. fare loro del bene
  2. incoraggiare la loro crescita spirituale, emotiva, fisica e intellettuale (non vuol dire dare un insegnamento specializzato, bensì essere presenti in questi aspetti)
  3. correggerli (si veda Eb 12:5-8, specialmente il v. 6, su come Dio tratta quelli che riconosce come figli. È molto importante che i genitorisiano d’accordo e che si sostengano nella disciplina.
  4. incoraggiare la loro crescita pratica.

Per essere utili per il Signore bisogna sapersi organizzare (scrivere liste perricordare, per sapere quali sono le priorità), sbrigare le faccende ed essere ordinate. Bisogna dare ai figli responsabilità in questi campi, man mano che crescono, per esempio nel:

  • lavare i piatti, pulire la cucina, non sprecare acqua
  • pulire il bagno, pulire per terra
  • stendere i modo ordinato i panni
  • quando sono in vacanza dalla scuola, andare a fare commissioni, pagamenti.

“essere sagge”

ovvero, prudenti, avvedute:

  • nell’uso del proprio tempo, nella scelta delle amicizie
  • nell’uso del denaro
  • nel pensare all’effetto prodotto dalle nostre parole
  • saper distinguere tra norme culturali e principi biblici

“caste”

nel vestire, nel linguaggio, negli atteggiamenti, negli sguardi e nel gioire con il proprio marito.

“diligenti nei lavori domestici”, tenerli aggiornati. In particolare:

  • capire il valore nutrizionale dei cibi
  • organizzarsi per ricevere ospiti inaspettati
  • tenere le cose in ordine, ossia, al loro posto, spolverare e lavare a fondo, non diventando schiave della casa bensì per renderla accogliente.

A proposito dei lavori domestici, i tempi cambiano. Fare bene il bucato una volta richiedeva tanto sforzo, bollire acqua, eccetera. Ora significa usare con cura una lavatrice, sbrinare il frigorifero quando serve, saper rammendare con una macchina per cucire. Bisogna valutare il tempo speso per i lavori domestici. Per esempio, non stirare tutto se sei lenta e decidere se sia meglio rammendare oppure ricomprare.

“buone”

ovvero, gentili, generose sia materialmente sia nell’accettare l’altro, e dolci (il contrario dell’essere cattive, maliziose e persone che giudicano).

“sottomesse ai propri mariti”

Questo è un principio biblico

Non deve essere una cosa solo apparente. Siamo create con uguale dignità ma con ruoli diversi.

loro per guidare, noi per seguire; loro per intraprendere, noi per aiutare; loroper prendere la decisione finale, noi per essere pronte a esaminare, discutere, dare il nostro apporto poi accettare la loro decisione finale. Significa l’essere “l’aiuto convenevole”.

Risultato: “Perché la Parola di Dio non sia disprezzata

Due domande frequenti di donne cristiane su cui spesso si sviluppa tutta una scienza.

  1. Domanda: Come donne, possiamo domandarci: Quale sia il mio dono spirituale?

Risposta: È interessante che nella lettera agli Efesini, dopo il discorso che conosciamo bene sui doni che Cristo dà alla sua chiesa in modo che possa crescere a fortificarsi con l’aiuto reciproco (4:7-16), segue subito, introdotto da un “dunque”, una esortazione alla santità pratica (4:25-5:21). Credo fermamente che se giorno per giorno ci esaminiamo e cerchiamo di rispecchiarci in questo tipo di quadro, i nostri doni spirituali spunteranno come i bulbi a primavera e faranno del bene a tutto il corpo della chiesa locale dove il Signore ci ha posti.

A volte ci affanniamo per scoprire il nostro dono spirituale che sarà un prodotto della grazia di Dio nella nostra vita, senza dare attenzione alla necessità di dare spazio allo Spirito Santo perché possa produrre nella nostra vita il suo frutto (Gal:5:22-24).

  1. Domanda: A volte, specialmente fra i 15 e i 30 anni, sorge la grande domanda: Quale sarà la volontà di Dio per la mia vita?

Risposta: La tendenza è (e lo so, perché l’ho vista e ancora la vedo in me) di concentrarci sulle grandi scelte della vita e dimenticare la stoffadella nostra crescita. Guardiamo qualche brano o versetto dove si parla specificamente della volontà di Dio per noi. Romani 12:12 à 8. Vediamo anche qui come un a vita giornaliera che rispecchia la nuova vita che abbiamo in Cristo porta all’esercizio dei nostri doni spirituali per il bene comune. Troviamo lo stesso abbinamento fra aspetti quotidiani e un riferimento esplicito alla volontà di Dio in Efesini 5:15-17 e lo stesso concetto riappare in 1 Tessalonicesi 4:1-3 e 5:16-18

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Dal libro: in tandem di Rinaldo Diprose

Fonte: http://www.laparola.info/

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