Il senso e l’opportunità dell’Aiuto

1Aiuto è una parola che solitamente associamo all’emergenza; se si è in pericolo o in difficoltà bisogna gridare aiuto se si vuole che qualcuno, udendo quel grido, venga in nostro soccorso e … ci tiri fuori dai guai! Aiuto è una semplice parola, che si grida per istinto quando ci si trova alle strette, quando si riconosce di trovarsi in una situazione o in una condizione (esterna  interiore) che da se stessi, momentaneamente,  non si riesce a risolvere o non ci si sente di affrontare, poiché appare al di là delle proprie risorse e possibilità.        E al grido d’aiuto, se emesso in tempo e captato chiaramente, può essere associata la salvezza, ovvero la liberazione da quel certo stato di disagio che stringe e costringe a vedere le cose in un modo stretto e chiuso. E questo stato di costrizione può portare a perdere la speranza e la fiducia di uscire dallo stato di disagio, confusione, agitazione, ansia e perplessità che tende a bloccare e paralizzare di fronte alla difficoltà che si sta vivendo. Dunque il grido d’aiuto può essere la chiave per aprire e sbloccare ciò che al momento attanaglia chi vive una certa difficoltà. Una particolare concezione del termine ‘Aiuto’ fa coincidere il significato di questo concetto con l’idea del ‘prendere dall’altro lato’. Infatti chi aiuta una persona si appresta a prendere la persona da aiutare stando dall’altro lato rispetto a questa, muovendosi da un’altra posizione o condizione rispetto a quella in cui si trova colui che è in difficoltà ed in cerca di aiuto. Si pensi ad una persona che sta affogando nell’ acqua, visto che non sa nuotare oppure è stata presa da un crampo, e che grida aiuto per attirare l’attenzione di un possibile soccorritore.

Come e perché potrà intervenire il soccorritore? Potrà intervenire o dalla riva, tirando una corda alla persona in difficoltà, perché questi afferrandovisi possa essere tirato fuori dall’acqua, o gettandosi egli stesso nell’acqua, per soccorrere il soggetto in difficoltà proprio lì dove questo si trova, afferrandolo e portandolo a riva. La riflessione che vorrei sollecitare attraverso l’immagine del soccorso, ovvero del ‘prendere dall’altro lato’ in coloro che stanno leggendo questo articolo è quella della considerazione del valore e dell’opportunità del chiedere aiuto quando si è in uno stato di disagio a causa di un problema che momentaneamente non si riesce a risolvere. Ora, al di là, dell’immagine del soccorso (o proprio attraverso di essa) ciò che in questo primo articolo della rubrica – ‘Aiuto e sostegno nella difficoltà’(!) L’intervento di counseling, ovvero della relazione d’aiuto – vorrei proporre e promuovere è l’idea che chiedere aiuto è possibile ed utile e che un soccorritore pronto ad intervenire per dare una mano d’aiuto può vestire i panni di un educatore e di un counselor (professionista della relazione di aiuto) , che attraverso una serie di colloqui d’aiuto (in questo infatti  consiste il counseling) , può accompagnare il soggetto che si trovi in una condizione di difficoltà e/o disagio momentaneo ad uscir fuori dalla difficoltà col ritrovare le risorse, le strategie, le motivazioni o i principi per risolvere il problema.  Ed ora, cari lettori, apprestandomi a porgervi il mio saluto spero di ritrovarvi la prossima volta con un nuovo articolo in cui parleremo ancora del counseling, per presentarvi ancora più a fondo l’arte della  relazione … d’aiuto.

Enzo Maniaci- notiziecristiane.com

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