Il Tigri e l’Eufrate a rischio prosciugamento

Secondo un rilevamento satellitare, sono 144 i chilometri-cubi d’acqua dolce in meno dal 2003 al 2007; quantità pari alla quasi totalità dell’acqua presente nel Mar Morto – 25 feb. 2013 – Il Tigri e l’Eufrate, due fiumi che rievocano le origini dell’umanità; era tra questi fiumi, secondo il racconto biblico, che Dio pose il giardino di Eden, che ospitò i progenitori dell’umanità, Adamo ed Eva, e sempre li Abitava Abramo, quando fu invitato da Dio a lasciare Ur dei Caldei, per andare verso la Terra Promessa alla sua progenie; ebbene questi due fiumi, orta sono a rischio di prosciugamento.
Lo dice lo studio di un gruppo di ricercatori dell’Università della California condotto insieme al Goddard Space Center della NASA, con sede a Greenbelt nel Maryland, e il National Centre for Atmospheric Research di Boulder in Colorado.
La scoperta, pubblicata nei giorni scorsi sulla rivista Water Resources Research, è il risultato dei rilevamenti effettuati grazie all’utilizzo dei due satelliti gemelli in attivo per GRACE (Gravity Recovery And Climate Experiment), missione congiunta della NASA e dell’Agenzia Spaziale Tedesca nata per raccogliere dati specifici sull’influenza che il movimento delle masse d’acqua ha sul campo gravitazionale del nostro pianeta, e ha evidenziato particolari alquanto preoccupanti; analizzando, infatti, un periodo di tempo lungo sette anni, compreso tra il 2003 e il 2010, è risultato che nella zona comprendente parte della Turchia, della Syria, l’Iraq e l’Iran, lungo i corsi dei fiumi Tigri ed Eufrate, c’è stato un considerevole prosciugamento del territorio, per un totale di 144 chilometri-cubi d’acqua dolce in meno, pari a la quasi totalità d’acqua presente nel Mar Morto.
Secondo gli studiosi, circa il 60 % della perdita sarebbe da imputare al pompaggio dell’acqua delle falde acquifere dalle cisterne sotterranee.

La ricerca effettuata dagli studiosi americani è il risultato di uno dei primi rilevamenti idrologici completi effettuati nell’intera regione dei due fiumi nella regione a ovest dell’Iran.
Jay Famiglietti, uno dei principali autori della ricerca, ha così commentato i dati raccolti: “ I dati raccolti da Grace mostrano un’allarmante diminuzione della quantità totale dell’acqua presente nei bacini del Tigri e dell’Eufrate la quale, al momento, è la seconda perdita d’acqua sotterranea per velocità sulla Terra, dopo l’India. L’andamento è diminuito drasticamente soprattutto dopo la siccità del 2007. Allo stesso tempo, la domanda di acqua dolce continua ad aumentare e la regione interessata non coordina l’amministrazione delle acque a causa delle differenti interpretazioni delle leggi locali”.
Il gruppo di ricerca ha calcolato che circa un quinto dell’acqua è scomparso a causa dell’essiccamento del terreno dovuto in parte alla siccità del 2007.
Per quanto riguarda l’acqua in superficie, quella dei laghi e delle riserve artificiali conta un altro quinto delle perdite, mentre la maggior parte, approssimativamente 90 chilometri-cubi, è da ricollegarsi ad un prosciugamento delle acque sotterranee.

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