Ho sentito una volta di una giovane donna molto consacrata a Dio che portava molte anime a Cristo. Un giorno si accorse di avere la lebbra, una malattia bruttissima. La donna giorno dopo giorno cominciò a stare male e la lebbra prese il pieno possesso della sua persona. Pregava con una tale intensità che si aspettava che Dio intervenisse e che la lebbra da un momento all’altro la lasciasse, ma questo non avvenne e dovette trasferirsi in un lebbrosario. Giunta lì pensava di essere arrivata all’inferno. Tutte le persone con la lebbra che emanavano un odore molto sgradevole e avevano corpi e visi devastati dalla malattia. Pianse e gridò a Dio ma non ebbe risposta. Dopo qualche settimana di forte depressione vide due persone morire. Ben presto si rese conto che nessuno di quelle persone conosceva Gesù e il Suo dono della salvezza, così cominciò a dire a tutti che dopo questa vita c’è una vita gloriosa se ci pentiamo dei nostri peccati e accettiamo Gesù nel nostro cuore. Il sorriso tornò sul volto della giovane donna e dopo un anno tutto il lebbrosario aveva dato il cuore a Gesù. Dio le aveva risposto senza rispondere.
Non mi paragono minimamente a quella donna, ma nel 2016 sono stato colpito da una malattia molto dolorosa e poi sono entrato in un gruppo chiamato: “Neuropatia del Pudendo e del pavimento Pelvico”. Dolori assurdi, atroci e nonostante io sia uno dei più “fortunati” in quanto la notte riposo e se sto a letto riesco a gestire il dolore. Ci sono persone, invece, che anche di notte non riposano per i forti dolori. Molti di voi state pregando per me e io non so come ringraziarvi. Per tre volte pensavo di aver cavalcato l’onda della guarigione, ma tutte e tre le volte mi sono sbagliato. L’ultima volta era il mio decimo pronto soccorso, fui umiliato dagli infermieri e dottori perché credevano che fossi ipocondriaco, avevo gli occhi che fissavano il vuoto e gridavo dal profondo del mio cuore: “Dio dove sei? Perché sto passando tutto questo?”
Disilluso, triste ma mai ho incolpato Dio per tutto quello che di brutto mi accade. Dio trae sempre dal male il bene e, a volte i suoi tempi non sono i nostri. Io prego e voi pregate per me, però vi posso dire che nel gruppo ho inviato a molti il messaggio della salvezza. Ci sono otto donne su dieci con questa patologia che è più che invalidante. Gli organi riproduttivi delle donne sono più delicati di quelli degli uomini, perché per quando riguarda la donna al Nervo del Pudendo si aggiungono altre patologie ancora più invalidanti e pericolose. Endrometrosi, Fibromalgia, Vulvodinia ecc. Una ragazza di soli 33 anni ha 14 patologie e desidera la morte. Ho saputo di due persone che si sono tolte la vita e alcune che mi chiedono di pregare affinché muoiano. C’è una donna molto bella della Puglia. Ha speso più di 30.000 € tra dottori, viaggi e medicinali. I dottori specialisti del ramo sono pochi e, ancor di meno sono quelli competenti. Questa malattia fa parte delle patologie rare non tabellate dall’INPS, quindi, anche i dottori, si trovano a non sapere come agire, se non imbottirci di farmaci.
L’invalidità, ovviamente, non è riconosciuta. Pochi giorni fa mi sono sentito in chat con quest’amica della Puglia affetta da questa Patologia, che mi chiede di pregare Gesù affinché la chiami con sè. Ha il fegato che ormai si sta spappolando e lei vuole andarsene con una overdose, come spesso succede a molte persone specialmente in America, dove la malattia è più diffusa. Prende un antidolorifico molto forte, il Depalgos, più la Cannabis e altri associati come il Rivotril ecc. Di fronte alle sue richieste non so che fare se non solo pregare e coinvolgere anche voi. Non farò il suo nome, ma voi pregate per lei e per tutti noi malati, afflitti da questa malattia. Ho pregato Dio per poterle dare un messaggio di speranza a lei e quelli che pensano che la morte possa mettere fine ad ogni dolore, anche se lei ha perso ogni speranza.
Anche se fa male, ma devo chiedervi: “Siete sicuri/e che la morte metta fine ad ogni vostra sofferenza?”.
So che molti non credono in Dio o che molti credono a modo loro però, mentre tutte le strade portano a Roma, una sola porta a Dio e si chiama Cristo Gesù. Dio ha mandato Suo Figlio a morire su di una croce, ad essere a essa inchiodato, maltrattato, frustato, sputato in faccia e umiliato. Se ci fosse un’altra via che porta a Dio, non avrebbe senso tutto questo. Non ha assolutamente senso pensare che un determinato Santo o la madonna di Pompei o altri idoli possano salvare. Questo è come cercare un’altra strada, ma queste vie non portano a Dio. Non ci sono strade oltre a Gesù. Lui è l’unico ponte fra Dio e gli uomini. Gesù disse:
“Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Vangelo di Giovanni 14:16).
Chi pensa di essere una buona persona, pia, che non ha ma ucciso, rubato o bestemmiato, non c’è assolutamente nessuna garanzia per andare nel Regno di Dio e passare l’Eternità in pace! Mi dispiace dirvelo, non siete salvati se pensate questo e non troverete affatto la pace ma il tormento eterno. Bisogna arrendersi a Gesù, cercarlo non solo per una guarigione fisica ma soprattutto per la guarigione dell’anima. Il corpo è una tenda che si va man mano disfacendo, giorno dopo giorno, ma l’anima vivrà eternamente.
In Levitico cap. 18 dell’Antico Testamento ci sono tante cose impure (come i cibi puri e impuri, contaminazione dovuta al contatto con un cadavere, all’eiaculazione e alla mestruazione, ecc.) e con i comandamenti cerimoniali (festività, sabato, prescrizioni relative ai sacrifici, ecc.) è stato tutto abrogato dalla venuta di Cristo. Tuttavia, per mezzo di queste prescrizioni, Dio voleva dare degli insegnamenti agli Israeliti; anch’essi facevano parte della legge, che sarebbe dovuta essere “un precettore per condurci a Cristo”. (Galati 3:24). Dicendo che il liquido seminale e il sangue mestruale contaminano, Dio voleva dire agli Israeliti che l’uomo è impuro dal concepimento e dalla nascita, cioè è un peccatore. Perciò Davide, dopo essere caduto nel peccato, confessa: “Ecco, io sono stato generato nell’iniquità, mia madre mi ha concepito nel peccato” (Salmo 51:5) e, analogamente, Giobbe chiede “Chi può trarre una cosa pura da una impura?” (Giobbe 14:4). Già l’Antico Testamento insegnava che l’uomo è un peccatore, perché già suo padre e sua madre lo erano. Naturalmente, prendere coscienza di questo fatto ha lo scopo di portare l’uomo a conoscere Colui che redime dal peccato: Gesù Cristo. Inoltre con la venuta di Gesù anche noi siamo entrati a far parte del Suo popolo, quindi, quello che Dio disse agli Ebrei vale lo stesso anche per noi.
Preso atto che siamo nati nel peccato, dobbiamo fare un secondo passo: arrenderci a Gesù Cristo. Bisogna andare a Lui non solo per ricevere il miracolo della nostra malattia, ma dobbiamo cercare Gesù per quello che Lui è, per quello che ha fatto, che fa e che farà per noi. Dobbiamo pentirci dei nostri peccati e mettere la nostra vita nelle Sue mani. Questo solo posso dirvi amici del gruppo e a te carissima amica mia della Puglia. Riguardo a me, confido in Cristo Gesù e se vuole mi potrà liberare oggi stesso, ma se devo essere in questa condizione ringrazio lo stesso Dio perché come disse l’Apostolo Paolo: “Io ho imparato ad esser contento nello stato in cui mi trovo” (Filippesi 4:11).
“Cercate prima il regno di Dio, e la sua giustizia; e tutte queste cose (anche la guarigione) vi saranno sopraggiunte”(Matteo 6:33).
Dio ci benedica!
Ferrentino Francesco La Manna
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