Il ministro del turismo israeliano dice di puntare ad attrarre nella Terra Santa americani, cinesi e evangelici. In un intervista rilasciata lunedì a Israel Hayom, Uzi Landau ha sottolineato come il turismo frutti per Israele solo il 2,3% del Pil, mentre in Europa la quota è del 6%, con punte del 9%.
“Siamo la culla del popolo ebraico e cristiano – ha detto – Questo è il posto in cui camminavano i profeti, dove è stata scritta la Bibbia, dove sono avvenuti alcuni degli eventi più significativi della storia. Il 2,3% non può essere sufficiente”. Per migliorare i numeri mira a “concentrarsi sul rafforzamento del turismo interno e investire sull’attrattività, prendendo come target i cinesi e gli evangelici”.
Landau – che ha conseguito un dottorato al Massachusetts Institute of Technology – prima di essere nominato ministro del turismo un paio di mesi fa, ha ricoperto diversi incarichi politici; è stato anche ministro della pubblica sicurezza. Martedì scorso si è rivolto alla platea dell’International Convention Center di Gerusalemme nel corso del summit “Turismo internazionale della seconda Gerusalemme”.
Secondo quanto riportato dall’Israel Hayom, nel suo discorso Landau ha citato la Grecia quale esempio di come il turismo possa aiutare le nazioni in crisi finanziaria a creare entrate, posti di lavoro e “cosa più importante, speranza”. Aggiungendo che per dare impulso al turismo in Israele c’è bisogno di una maggiore attività di marketing.
“Basta guardare i numeri. L’investimento di 240 milioni di shekel (circa 50 milioni di €) nel marketing ha generato un indotto di 22 miliardi di € dal turismo interno e esterno – ha detto – Dal 2009 il ministero del turismo ha investito sul marketing 50 milioni di shekel (10 milioni di €). Ma quell’investimento ha creato circa 6 miliardi di shekel (1,25 miliardi di €) nelle entrate nazionali. Questa è matematica che ogni bambino delle elementari può capire”.
Ha aggiunto che la decisione del governo di non rescindere l’imposta per il turismo è stata saggia e che l’accordo “Open Skies”, che consente voli low-cost tra Europa e Israele, sarà di aiuto per attrarre turisti.
“Questi sono passaggi importanti per sviluppare il turismo in Israele, ma per ottenere il massimo abbiamo bisogno di maggiore attività di marketing – ha detto Landau agli ascoltatori – Se non investiamo in questo non vedremo gli effetti dell’accordo Open Skies”.
Lo scorso anno in Israele c’è stato il record di turisti, con 3,5 milioni di visitatori. Nel 2012 gli Usa sono risultati il primo paese per numero di turisti con 610.000 unità; secondo a 590.000 la Russia.
(fonte Christianpost, traduzione Fabio Larosa)
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui