Kigali, Kinshasa, e i ribelli del movimento del 23 marzo, un futuro incerto

congo_m23MISNA NEWS – Sono stati allontanati dal confine con il Congo e sistemati in un campo di accoglienza del distretto di Ngoma, un centinaio di chilometri a est di Kigali, gli oltre 680 ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) fuggiti il mese scorso dalla provincia congolese del Nord Kivu per trovare riparo in territorio ruandese. Lo spostamento dei miliziani è stato annunciato dal ministro ruandese per i Rifugiati, Séraphine Mukantabana, che ha spiegato che Kigali ha “soltanto applicato le convenzioni internazionali che dicono che i rifugiati devono trovarsi a più di 50 chilometri dal confine”. Il ministro ha aggiunto che agli uomini dell’M23 è stato chiesto di fare una scelta volontaria e definitiva sul proprio statuto, tra quello di militari o di rifugiati. Mukantabana ha poi precisato: “Non sono affatto prigionieri, sono persone entrate sul nostro territorio in cerca di asilo (…); per loro ci sono restrizioni nei propri spostamenti, ma all’interno del campo in questione sono libere”.

La permanenza in Rwanda di elementi dell’M23 e l’incertezza sulla loro sorte potrebbe costituire un ulteriore motivo di tensione tra Kinshasa e Kigali. Le autorità congolesi, ma anche altri governi e diversi difensori dei diritti umani, hanno già ricordato che alcuni ribelli sono oggetto di sanzioni internazionali e dovrebbero essere processati per le violenze e gli abusi commessi a partire dal maggio 2012 nell’est del Congo. “E’ prematuro – ha sottolineato il ministro di Kigali – pronunciarsi su questi casi (…). Solo per quelli che rinunceranno allo statuto di militari potrà essere avviata la procedura di richiesta di asilo”. A passare in territorio ruandese è stata la fazione dell’M23 legata all’ex capo ribelle Bosco Ntaganda – ora detenuto presso la Corte penale internazionale (Cpi) e in attesa di processo – sconfitta da quella di Sultani Makenga, i cui uomini sono tuttora attivi nella ricca ed instabile provincia mineraria del Nord Kivu. In particolare sono ricercati i capi latitanti Jean-Marie Runiga e Baudouin Ngayure, già colpiti da sanzioni statunitensi e presumibilmente fuggiti in Rwanda.

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