La Comunione mondiale di chiese riformate chiede pace e giustizia per il Medio Oriente

«La comunità internazionale deve agire per risolvere il conflitto e sia Israele che Palestina devono attenersi agli accordi internazionali e delle Nazioni Unite»

Ricercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore. — Ebrei 12:14

La Comunione Mondiale delle Chiese Riformate (Wcrc) esprime la sua «profonda preoccupazione per le recenti ostilità tra Israele e Palestina che hanno provocato molti morti e ancor più feriti su entrambi i lati del conflitto».
«Chiediamo – si legge in un comunicato – alle nostre Chiese membro di essere solidali con tutti coloro che soffrono le devastazioni della guerra e invitiamo la comunità internazionale a lavorare per la giustizia nella regione in modo che possa esserci una possibilità reale e duratura per la pace».

«Riconosciamo che l’attuale situazione in Terra Santa è inserita in un contesto che ha alle sue radici una complessa storia di imperialismo, colonialismo, antisemitismo e islamofobia» si legge ancora.
«Comprendiamo che il cuore del conflitto è politico e non religioso – scrivono i vertici dell’organismo che riunisce 232 chiese riformate di ogni angolo del pianeta- , e che la comunità internazionale è coinvolta in ciò che sta accadendo attualmente. La comunità internazionale deve agire per risolvere il conflitto e sia Israele che Palestina devono attenersi agli accordi internazionali e delle Nazioni Unite. La cessazione della guerra è il primo passo verso la pace nella regione. Chiediamo la fine della militarizzazione e della fornitura di armi a tutte le parti coinvolte in questo conflitto. Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e dei prigionieri politici, in particolare dei bambini. Chiediamo lo smantellamento dei muri – sia letterali che metaforici – il ripristino del diritto alla libertà di movimento e il diritto di accesso a Gaza, in particolare l’accesso agli aiuti umanitari in tutte le aree colpite».

Pur riconoscendo le radici politiche della crisi, – conclude il testo – allo stesso tempo non possiamo diminuire il coinvolgimento delle comunità di fede, sia a livello locale che globale. La Terra Santa è sacra per tre delle religioni del mondo. Queste tre non condividono solo una geografia comune, ma anche narrazioni comuni e elementi comuni nella Scrittura. Alla luce di questa comunanza, esortiamo le comunità di fede di tutto il mondo a elevare la nostra comune umanità al di sopra di tutto ciò che ci differenzia e a lavorare insieme per la giustizia e la pace.

Riconosciamo che noi cristiani, con le nostre comprensioni teologiche e i nostri pregiudizi, sia storici che presenti, abbiamo offerto legittimità all’oppressione e alla discriminazione nella regione. Chiediamo alle nostre chiese membro di ripensare quelle teologie che sostengono la discriminazione e la violenza e di perseguire invece la giustizia e sostenere i diritti umani.

Invitiamo in particolare i nostri membri e la comunità ecumenica ad ascoltare le voci dei cristiani palestinesi mentre discernono e sostengono la giustizia e la pace nella regione».

https://www.riforma.it/it/articolo/2023/10/10/la-comunione-mondiale-di-chiese-riformate-chiede-pace-e-giustizia-il-medio

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