ROMA (ChurchMilitant.com) – Secondo diversi personaggi pubblici, legati sia al mondo della politica sia a quello dell’arte, dopo la ratifica della Convenzione di Faro da parte del parlamento il patrimonio culturale italiano, radicato nel cattolicesimo, si trova sotto potenziale minaccia.
Giovedì scorso l’Italia ha firmato la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, adottata quindici anni fa dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a Faro in Portogallo.
I conservatori temono ora che, “con la furia iconoclasta islamica sempre più vicina,” gli articoli 4 e 7 della Convenzione possano “trasformarsi in un’arma geo-culturale contro il patrimonio culturale italiano.”
Gli articoli 4 e 7 pongono limitazioni al “diritto alleredità culturale;” limitazioni “necessarie in una società democratica, per la protezione dell’interesse pubblico e degli altrui diritti e libertà.” La Convenzione recita anche che l’eredità culturale sia “inclusiva, non esclusiva.”
Censura per accontentare l’Islam
La ratifica ha innescato campanelli d’allarme, mentre diversi critici d’arte ricordano i recenti attacchi jihadisti contro il dipinto di Giovanni da Modena raffigurante Maometto tra i dannati dell’inferno.
I parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia hanno protestato contro la ratifica nella Camera dei Deputati mostrando poster dei Bronzi di Riace, due statue greche del quinto secolo a. C. raffiguranti guerrieri nudi, insieme allo slogan Niente da nascondere.
Parlando a Church Militant, il deputato leghista Vito Comencini ha affermato che la cultura italiana rischia “di essere censurata per non offendere l’Islam.”
“Solo il centrosinistra poteva legittimare quest’assurdità,” continua Comencini. “La Lega è l’unico partito che abbia difeso l’Italia, opponendosi alla ratifica della Convenzione di Faro in Parlamento. Si tratta di una fondamentale battaglia di identità e di valori. Era più che giusto votare contro una convenzione giacobina che mette a rischio la nostra libertà. Il rischio che un comitato di esperti si metta a censurare le nostre opere d’arte, e dunque la nostra cultura, è molto alto.”
Il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro ha attaccato il trattato come “manifesto di sottomissione culturale,” respingendo l’imposizione di un “Grande Fratello” che debba “mediare” “rispettando le sensibilità delle minoranze verso la nostra eredità artistica e culturale.”
La libertà di espressione cristiana è sotto minaccia
Joseph Shaw, membro della prestigiosa Royal Society of Arts, ha detto a Church Militant che “L’eredità culturale italiana non riguarda soltanto i resti romani e i paesaggisti.”
Ha aggiunto che gran parte dell’arte italiana è inestricabilmente connessa alla Chiesa Cattolica e comprende molte delle “espressioni più sublimi del pensiero cattolico” mondiale.
“Questo fatto è comunemente accettato dagli italiani dal punto di vista culturale,” continua Shaw, professore di filosofia medievale a Oxford, “anche se non sono credenti, e ciò rende la cultura italiana singolarmente vulnerabile agli attacchi da parte di chi si oppone ai valori cattolici.”
Nei musei e nelle mostre di tutto il mondo, il modo in cui l’arte cattolica viene presentata svela quanto essa sia in realtà poco compresa, finanche a livello base; quel che è peggio è che si percepisce persino un certo imbarazzo verso ciò che essa sta a significare. Tutto ciò rischia di portare a un graduale abbandono dell’arte cristiana a favore di altre forme artistiche e persino di spingere qualcuno a rimuovere determinati pezzi dagli occhi del pubblico.
Nel 2002, un’organizzazione jihadista legata a al-Qaida progettò di far saltare in aria il Duomo di Bologna per distruggere l’affresco quattrocentesco di Giovanni da Modena, “L’inferno,” che rappresenta Maometto tormentato dai demoni.
Giovanni fu ispirato da Dante, il quale, nella Commedia, aveva posto il fondatore dell’Islam nel nono girone infernale, tra gli scismatici.
Nel 2006, le forze dell’ordine hanno sventato un secondo complotto jihadista di bombardare la basilica bolognese.
“Sebbene i due complotti islamici di distruggere la basilica siano stati sventati, altri musulmani hanno cominciato a chiedere alla Chiesa cattolica di demolire, o almeno di ‘rimuovere,’ il suddetto affresco,” riferisce Jihad Watch.
“La Chiesa non ha accolto la richiesta e l’affresco è rimasto dov’era,” rileva Jihad Watch, lamentando però il fatto che, al fine di proteggerlo, si sia finito per coprirlo con una grata metallica che ne oscura la vista.
Il risultato, continua Jihad Watch, è che: “A Bologna hanno vinto i musulmani: l’affresco è rimasto dov’era, ma ora costituisce una parte dell’eredità artistica italiana che non è più possibile vedere e ammirare perché lo si deve proteggere da eventuali attacchi musulmani Non lo hanno fatto saltare in aria, ma sono riusciti a renderlo poco visibile.”
Lo scorso anno, per la festa di San Petronio, il cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna, propose di bandire dalla diocesi i tradizionali tortellini con il ripieno di maiale, orgoglio della cucina bolognese, per non offendere i musulmani.
Shaw sottolinea i potenziali pericoli dell’apertura degli italiani “alle norme degli autonominatisi garanti della ‘sensibilità culturale.'” Lo studioso ricorda “vari attentati contro oggetti religiosi e una sorta di ‘scodinzolio culturale’ che portò a coprire i nudi in occasione della visita a Roma del presidente iraniano”.
Nel 2016 i musei capitolini avevano infatti coperto alcune statue quando il presidente iraniano, Hassan Rouhani, presidente iraniano, aveva tenuto una conferenza stampa insieme all’ex primo ministro Matteo Renzi.
Le sculture coperte includevano nudi di divinità greche e romane, compresa la famosa Venere Capitolina, con la dea che emerge dal bagno.
Il Famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi ha attaccato il trattato di Faro chiamandolo “una schifezza del politicamente corretto” che espone l’Italia a “un rischio molto alto di censura.”
“Se ho un affresco di Giovanni da Modena in cui c’è Maometto, lo cancello?,” chiede Sgarbi, che porta un altro esempio ricordando come nel 2018 il sindaco di Firenze, Dario Nardella, abbia ordinato di modificare il finale tragico della Carmen di Bizet per accontentare le femministe; nella versione riveduta e corretta, è il protagonista, Don José, a essere ucciso al posto di Carmen.
“Se gli italiani non decideranno di difendere la loro cultura, le conseguenze saranno incalcolabili,” ammonisce Shaw.
Negli ultimi cinquant’anni la popolazione musulmana in Italia è salita in modo esponenziale, passando dai duemila del 1970 ai due milioni di oggi.
Jules Gomes
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