La disoccupazione

lavoroIl credente, che si trova nella condizione di disoccupato, spesso affronta questo momento con apprensione, guardando al problema e alle sue conseguenze, offuscando a volte la fiducia verso il Signore e le sue pro-messe. La crisi che ne deriva potrebbe diventare un’opportunità di crescita spirituale, ma anche l’accesso ad un vortice senza uscita.

Rimanere disoccupato distrugge l’immagine che si ha di sé, ci si sente dei falliti. Il nostro rapporto con Dio ne risulta compromesso e non si ha la forza di gridare a Lui. Distrugge i rapporti sociali: la famiglia e la coppia ne subiscono l’influenza negativa a motivo del futuro incerto che si prospetta. Ci si sente rifiutati (licenziati) dall’esistenza stessa.

Sembra come se tutti ti guardino (coniuge, figli, amici, conoscenti…) e chiedano senza parlare: «E ora? Ora chi sei? Ora che fai? Ora che farai?».

Oltre che pregare per chi (e con chi) ha perso il lavoro, che cosa faresti? Che cosa gli diresti? E se ti capitasse di essere licenziato, come affronteresti questo problema?

La Parola di Dio ci incoraggia: “Non cessate mai di pregare” (1Tess. 5:17) “Perseverate nella preghiera” (Col. 4:2) “Pregate in ogni tempo” (Ef.6:18).

Ci esorta ad avere fede a Colui che provvede per i nostri bisogni: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Matteo 6:11).

Preghiamo per i disoccupati! Chi si trova in questa condizione, o per tutti coloro che hanno il peso di chi vive questo momento difficile ha un’arma potente: “LA PREGHIERA”.

Gianni Cardillo

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