La foto virale di 2 gemelli nati a 22 settimane. In Italia questi bimbi si possono abortire

22-settimane22 settimane – Le foto virali di due piccoli prematuri: non grumi di cellule.

C’è ancora chi sostiene che le vittime dell’aborto non siano (piccole) persone. C’è chi promuove l’aborto “terapeutico” come se l’aborto fosse una cura e non un’uccisione deliberata di un innocente.

Recentemente Heather, una mamma dello Utah, ha pubblicato le foto dei suoi gemelli su facebook, Chase e Cooper, nati molto prematuri lo scorso novembre alla ventiduesima settimana di gestazione, che sono vissuti solo 30 minuti dopo il parto.

Ha deciso di pubblicarle, dice, alla luce della recente discussione sull’aborto, per mostrare l’umanità profonda dei bambini non nati.

“Con tutte queste parole sull’aborto, voglio che la gente veda come è un bambino a ventidue settimane” ha scritto nel commento sotto la foto. “Sono stati pochi i minuti prima che i miei gemelli smettessero di vivere e respirare lo scorso novembre”.

Ha poi aggiunto: “E’ legale abortire bambini di questa età in troppe circostanze [in Italia, per esempio, con l’aborto “terapeutico”, NDR]. Quando tenevo in mano i miei bambini, vedevo che volevano sopravvivere: quanti bambini alla stessa età gestazionale, che potrebbero sopravvivere, sono invece uccisi, fatti a pezzi (e magari poi venduti). Questo mi rattrista molto”.

Comunque, Heather era completamente impreparata per quello che ha scatenato la sua foto su facebook.

Dopo 3 giorni la sua foto era stata condivisa 60.000 volte e molti genitori le avevano scritto con messaggi privati le loro storie, purtroppo simili alla sua.

In risposta a tutto questo, lei ha creato un blog dove sta condividendo la storia di Chase e Cooper, e le storie di altri che hanno fatto a stessa esperienza.

Per anni, dice Heather, lei e suo marito hanno dovuto fare i conti con l’infertilità. Nonostante abbiano già un figlio di sei anni, hanno sempre voluto altri bambini dunque, quando scoprirono che lei era in attesa di due gemelli, sembrava che dovessero scoppiare dalla gioia.

Dall’inizio della gravidanza, però, sussisteva il rischio di un’interruzione spontanea, dunque Heather era costantemente sotto monitoraggio. A 18 settimane ha iniziato a preoccuparsi perché sentiva delle contrazioni.

Anche se i dottori le continuavano a dire che andava tutto bene lei non era convinta ed ha chiesto aiuto ad uno specialista che le ha diagnosticato dei problemi alla cervice che avrebbero portato ad un’interruzione prematura della gravidanza.

I dottori proposero un aborto “facile e veloce”, ma i coniugi risposero in maniera decisa che dovevano combattere per i loro figli anche se sarebbero sicuramente nati al massimo alla ventiduesima settimana, prima della data in cui gli ospedali attivano le cure salva-vita per i bambini prematuri.

“Quando sono nati li ho visti faticare a respirare e non ero capace di aiutarli, ma entrambi sono morti pacificamente tra le mie braccia e hanno benedetto le nostre vite in questo brevissimo tempo più di quanto potessi mai immaginare.Sappiamo che tutto accade per una ragione, e che li rivedremo ancora un giorno”.

Non abbiamo difficoltà a crederle , dopo aver letto “La grande storia di Gregorio il piccolo” (a proposito i nostri lettori saranno contenti di sapere che la famiglia di Gregorio è stata allietata dalla nascita di Agnese, pochi giorni fa!).

Non importa quando corta sia la vita, anche  pochi minuti non sono vani.

Heather, senza saperlo ha fatto una grande cosa, ha mostrato al mondo i volti dei bambini che normalmente vengono abortiti con le peggiori tecniche e sofferenze immani, smuovendo molte coscienze.

Ha mostrato come non siano un “insieme di cellule”, ma persone con un volto e voglia di combattere per la propria sopravvivenza. Sono bambini a cui deve essere data una possibilità di sopravvivenza.

FONTE: LifeSiteNews / Fonte / Losai.eu

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