Il cambio di potere in Nigeria non influirà certamente, a breve termine, sulla precaria situazione delle minoranze cristiane perseguitate nel grande Paese africano.
(ve/idea) La vittoria alle urne dell’ex dittatore militare musulmano Muhammadu Buhari sul suo rivale, il presidente uscente ed evangelico battista Goodluck Jonathan, “non rappresenta alcun nuovo pericolo per i cristiani”, ha sostenuto il presidente dell’Associazione internazionale dei popoli minacciati APM, Martin Lessenthin, interpellato dall’agenzia idea, “ma essa non coincide neppure”, ha aggiunto, “con un miglioramento della situazione”.
Promesse difficili da mantenere
Con ogni probabilità il 72enne ex generale Buhari è riuscito a raccogliere, con le sue promesse di restaurazione della giustizia e dell’ordine, oltre al sostegno dei musulmani, anche quello di molti elettori cristiani. “Molti cristiani hanno votato per lui”, ha affermato Lessenthin.
Le affermazioni del neoeletto presidente secondo cui sarà possibile togliere dalla circolazione, nel giro di sei mesi, le milizie di Boko Haram, sono invece da considerare poco realistiche. Secondo il segretario dell’APM, è altamente improbabile che Buhari possa riuscire in questo intento. Anche il presidente uscente Jonathan non è riuscito, malgrado molte promesse, a debellare le milizie islamiste, e proprio questo potrebbe essere uno dei motivi per cui ha perso il confronto elettorale.
Musulmani contro Boko Haram?
Le popolazioni cristiane che abitano nel nord della Nigeria, a maggioranza musulmana, si trovano “con le spalle al muro”, ha affermato Lessenthin. Con l’avvento al potere di Buhari potrebbe tuttavia aprirsi la possibilità che una parte della popolazione musulmana si schieri a favore della lotta contro Boko Haram. L’organizzazione terroristica ha ucciso, in numerosi attentati e assalti contro chiese, scuole, stazioni di polizia e caserme, compiuti negli ultimi cinque anni, almeno 14’000 persone. Boko Haram si dichiara alleata dello Stato Islamico IS e ha proclamato un Califfato nel quale vige la sharia che viene applicata con violenza ed estrema brutalità.
Goodluck Jonathan ha invitato alla calma
Nel corso delle elezioni parlamentari e presidenziali – svoltesi il 28 marzo dopo essere state rinviate a causa dei ripetuti attacchi terroristici – Buhari ha ottenuto circa il 54% dei voti, mentre l’uscente presidente Jonathan ha ottenuto il 45% circa dei voti. Il 57enne Johnatan ha riconosciuto la sconfitta, ha espresso le proprie congratulazioni al rivale politico e ha rivolto un appello ai propri sostenitori invitandoli a mantenere la calma e ad astenersi da qualsiasi reazione di violenza.
Quello avvenuto in seguito al voto democratico dello scorso finesettimana è il primo cambio di potere da quando, nel 1999, la Nigeria è ritornata ad essere governata democraticamente. Buhari aveva preso il potere, nel 1983, grazie a un colpo di stato. Era rimasto alla guida della Nigeria per due anni, prima di essere a sua volta rovesciato. Alle elezioni di quattro anni fa, aveva perso la sfida contro Jonathan.
Lotta alla corruzione
Durante la campagna elettorale, Buhari ha promesso non solo di combattere contro Boko Haram, ma anche di voler sconfiggere la corruzione. I settori più colpiti dal fenomeno sono, secondo Lessenthin, la politica e l’esercito. L’esercito non è riuscito, negli anni scorsi, a opporsi in modo efficace alle milizie islamiste di Boko Haram. Lessenthin vede ora una speranza nell’intervento delle forze armate degli stati confinanti con la Nigeria, a loro volta colpiti dalle violenze commesse da Boko Haram.
Le ragazze rapite
Per quanto concerne l’uso spietato della violenza, Boko Haram non è da meno dell’IS. Da oltre un anno manca ogni notizia delle oltre 200 ragazze rapite dagli islamisti. Il 14 aprile 2014, a Chibok, nello stato federale del Borno, i terroristi islamici hanno rapito 276 ragazze, quasi tutte cristiane [della protestante Church of the Brethren, ndr.]. 57 ragazze sono riuscite a sfuggire dalle mani dei rapitori, ma delle altre non si sa più nulla. Le ragazze fuggite hanno deto di avere subito continue violenze e hanno affermato che alcune giovani erano state vendute come schiave. Alcune delle ragazze – che erano state violentate – hanno nel frattempo partorito dei bambini. Tutti gli sforzi compiuti finora per liberare le oltre 200 ragazze ancora prigioniere, sono falliti. Secondo il mediatore ugandese Stephen Davis, nigeriani corrotti avrebbero sabotato a più riprese le trattative per il rilascio delle giovani.
I sostenitori di Boko Haram sarebbero personaggi facoltosi i quali avrebbero avuto lo scopo di domostrare che un presidente cristiano non era in grado di mantenere l’ordine nel paese.
La Nigeria conta circa 173 milioni di abitanti. La metà circa della popolazione è di religione musulmana, il 48% sono cristiani appartenenti a diverse confessioni. Il resto della popolazione aderisce a culti locali. I cristiani si concentrano nel sud del paese, i musulmani nel nord. (trad. it. P. Tognina/voceevangelica.ch)
Fonte: http://www.voceevangelica.ch/
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