La nostra quotidianità è invasa da mille paure e da mille problemi. L’uomo cerca risposte ovunque: nelle filosofie, nelle ideologie, nelle religioni, insomma nelle parole, tante e troppe parole, che cadono di fronte all’egoismo umano, alle delusioni, alla malignità, ai traumi e alla violenza che la società in cui viviamo vive e che è da sempre la normalità.
Ciò che è diventato anormale è proprio il parlare di ciò che è profondo è sublime, ovvero il parlare di Gesù.
Tante parole potremmo cercare, tante parole potremmo scrivere, per chi, ama il Signore Gesù Cristo, e da anni si è ritrovato a lavorare con ragazzi e ragazze, donne e uomini che fuggono dalla fame, dalla miseria, dalla povertà, molte volte vittime di rituali e strane tradizioni che offuscano le loro menti e la loro anima, e che li costringe a fuggire via, verso l’Europa, verso una tranquillità mai trovata e sperata. Stiamo parlando dei rifugiati politici, dei richiedenti protezione umanitaria e internazionale, stiamo parlando dei “clandestini” come amano definirli in maniera dispregiativa parte dei nostri connazionali, e che vi ho raccontato dal confine che separa due mondi, dall’estremo sud dell’Italia, da Agrigento, in un articolo del Primo Marzo 2020 dal titolo “Perchè il povero non sarà dimenticato. Dal Centro d’accoglienza di Villaggio Mosè – Agrigento”. Il sottoscritto, per 12 anni, ha avuto l’Onore di far parte di questo mondo, ma come i migliori momenti della vita, hanno un inizio ed una fine.
Dal contesto sociale in cui scrivo questo articolo, ovvero dal Nord Italia, sulle rive del Lago d’Iseo, a Lovere (BG), dove ci sono le Montagne e l’Acqua, e che rappresentano la Nuova Nascita, la Lotta e la Vita, con la presenza di tante barche e i gabbiani, simbolo di speranza e libertà, non manca la necessità e il forte bisogno di conoscere la Parola di Dio. L’Ansia, l’Angoscia, la Depressione, la Negatività, sono componenti che nella Società Contemporanea hanno preso il sopravvento, ed è questa la sfida che bisogna cogliere. Proprio in una realtà come quella italiana post-covid, che ha visto tante certezze distrutte e che ha messo l’accento su quanto sìa fragile l’essere umano, che per sua natura è un essere mortale. Riscoprire l’Umiltà, la Semplicità e l’Amore verso noi stessi e il prossimo, devono esser riscoperti e valorizzati, non dimenticando l’elemento fondamentale, ovvero l’Amore.
C’è bisogno di metter al centro la Parola di Dio, dove è possibile trovare le risposte alle nostre incertezze.
Non ci chiediamo più il perché viviamo in un mondo così egoista e miserabile, che ha dimenticato quell’elemento fondamentale (l’Amore) che contraddistingue l’esser Cristiano da non esserlo, o peggio ancora sbandierare un cristianesimo religioso e opportunistico.
Possa il Signore aprire i nostri cuori, i nostri occhi e le nostre menti, a veder il tutto in maniera spirituale. Invito ed esorto tutti (in primis me stesso) di parlare della Via, della Verità e della Vita. Facciamolo noi che abbiamo avuto la fortuna di nascere e crescere in un Paese dove è possibile esprimersi. Diamo una parola di conforto e speranza a chi ne ha bisogno, in tutte le nostre città. Possa il Signore aiutarci e a vivere in mezzo ai bisognosi, a quelli che oggi vengono considerati scarti sociali. Non giudichiamo, ma prima di esprimerci, conosciamoci.
“Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno”. (Colossesi 4:6, Bibbia)
La Società è in crisi, la Politica è in crisi, le Istituzioni sono in crisi, il lavoro è in crisi, le famiglie sono in crisi; Dio e la Sua Chiesa, la Sua Sposa, in crisi, non lo saranno mai.
…la speranza degli afflitti non resterà delusa (Salmi 10:19, Bibbia)
Carmelo R. Mannarà
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