La vecchietta perde la pensione, lui la ritrova, gliela ridà e non vuole ricompensa

pensionati-in-banca-300x225Storie di ordinaria onestà che non dovrebbero far cronaca e invece, in un mondo di furbi, accade il contrario. Fatto sta che Vinicio Natalizi, vigilantes quarantatreenne di Marano di Napoli, comune a Nord del capoluogo campano, ma operante in una filiale del Banco di Napoli in città, nella zona di Capodimonte (corso Amedeo di Savoia) non ci ha pensato due volte: quando ha trovato a terra – racconta il quotidiano Il Mattino – un fazzoletto bianco scivolato dalla borsetta di una anziana donna, l’ha aperto e ha capito subito tutto. Nel fazzoletto, bene avvolti, c’erano oltre mille euro, i soldi della pensione della donna. Denaro che sicuramente rappresentava una fondamentale entrata per le magre casse di una anziana che può contare solo sul sussidio mensile di vecchiaia. E così l’uomo si guarda intorno, individua la vecchietta e le ridà il rotolino di denaro. Immediata la reazione della pensionata che prende dei soldi per dare una ricompensa al solerte vigilantes. Che ringrazia ma cortesemente rifiuta: “Ho fatto solo il mio dovere”, dice. (fanpage.it)

Leggendo questa notizia, capisco bene come si può gioire  nelle opere quotidiane e negli insegnamenti che il Maestro ogni giorno ci dà. A tal proposito invito tutti a seguire l’esempio del Maestro in tema di solidarietà.

Nelle ultime ore della sua vita su questa terra, Gesù disse a Pietro: “Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me“, (Gv 13: 8).

Il termine greco meros (parte) significa: parte del bottino, di una eredità. In altre parole, chi non partecipa al rito della lavanda non riceverà l’eredità della vita eterna e non potrà godere della mia presenza oggi. “Il bottino” dell’eredità non riguarda solo il futuro eterno, ma anche il presente: “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”, (Matteo 18:20).

La lavanda dei piedi quindi è un rito che unisce, accomuna il discepolo al Maestro. Ciò significa che il destino del discepolo è lo stesso del Maestro. Più tardi lo stesso apostolo scriverà: ”Infatti, a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme“, (1 Pietro 2:21).

Ciò che dà valore al nostro essere figli di Dio è la sequela di Gesù. I veri credenti “sono quelli che seguono l’Agnello dovunque vada” (Apocalisse 14:4-5).

La lavanda dei piedi oltre a unire il discepolo a Cristo, avvicina gli uni agli altri. Infatti, il Signore aggiunge: “Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io“, (Giovanni 14-15). Anche l’altro fa parte del “gruzzolo” che il Signore ha lasciato in eredità ai suoi seguaci: “chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a causa del mio nome, ne riceverà cento volte tanto, ed erediterà la vita eterna”, (Matteo 19:29).

Se il destino del discepolo è quello di seguire Gesù, questo destino accomuna i credenti a vivere Cristo nella comunione fraterna, nella condivisione della Parola e della vita in generale. La lavanda dei piedi unisce, solidarizza, crea legami d’umiltà e di reciproca disponibilità. Rievoca l’esperienza di Gesù con gli apostoli e della chiesa primitiva. Una comunità del pari consentimento, riconciliata, dei beni in comune e della condivisione di Cristo: Parola di Dio (Atti 1 e 4).

Dalla solidarietà unica di Cristo, il giusto sofferente, e dal suo essere “uno per tutti”, nasce la solidarietà del “tutti per uno” e del “tutti per tutti”: l’uomo cioè è solidale con lui e con tutti gli altri.

Cristo infatti ci rappresenta tutti, ma non ci sostituisce: apre una nuova strada, che tutti noi dobbiamo percorrere: la solidarietà.

(Notizie Evangeliche)

 

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook