L’affermazione più controversa

Di tutte le affermazioni controverse pronunciate da Gesù, quella che ai nostri giorni potrebbe essere la più incendiaria di tutte è: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14:6).

Nella nostra epoca pluralistica queste parole suonano solo poco più che velleitarie, ma nel trambusto delle controversie odierne, abbiamo forse perso di vista il loro pieno significato? Ciò che potrebbe sorprendere chi dedicasse del tempo ad una analisi attenta, è che questa affermazione non compare la prima volta in una piazza pubblica o in un dibattito coi rivali religiosi, ma è fatta in una conversazione privata, nella cerchia ristretta degli amici intimi di Gesù.

 

Conforto nel caos

I discepoli sono in apprensione, e forse si stanno già facendo prendere dal panico. Uno di loro li ha appena abbandonati mostrandosi un traditore (Gv 13:21-30); il Signore stesso li informa che li avrebbe lasciati per sempre (Gv 13:33); poi annuncia che Pietro, il più importante tra loro, lo rinnegherà tre volte (Gv 13:38). Nel pieno di questa confusione e timore, Gesù pronuncia una parola di consolazione (Gv 14:1-4). L’emblema di tutto il discorso che segue è il primo versetto: “Il vostro cuore non sia turbato” (vedi anche Gv 14:27). Essendo “la via”, Gesù si preoccupa anzitutto di dare conforto, pace e rassicurazione ai suoi discepoli. Queste non sono parole che incitano a combattere, ma verità, calmano l’anima e ristorano il cuore. Il conforto precede la controversia.

Gesù accompagna i discepoli dall’ansia alla fiducia. “Il vostro cuore non sia turbato”: qui mette in luce il lato negativo; quindi aggiunge il lato positivo: “…credete in Dio e credete anche in me”. Qual è l’antidoto più efficace all’inquietudine, all’ansia o alla paura? La fede. E fidarsi di Gesù è a tutt’oggi il grande antidoto al timore. Non è però una fiducia in senso generale, ma secondo le specifiche che il Signore fornisce. Potremmo annoverarne diverse, ma ne elenchiamo solo quattro.

  1. Dio ha una grande casa e un grande cuore

Il cuore di ciò che Gesù dice è riproposto in Giovanni 16:7: “…è bene per voi che io me ne vada…”, ma prima di tutto descrive l’immensità delle ricchezze del Padre: la sua Casa non è piccola.

“Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto” (Gv 14:2).

La casa del Signore non ha poche stanze, ma molte; questa è una espressione del suo cuore paterno, e non qualcosa fatto di controvoglia. Il fatto che la sua casa ha molte stanze ci mostra qualcosa di chi Lui è, e ci fa capire che si può fare affidamento su di Lui anche nelle afflizioni attuali.

E queste non sono solo stanze in generale, questa non è misericordia in generale; ma sono stanze “per voi”, misericordia “per voi”. Gesù è andato a preparare un posto per voi. Non siate turbati; sarete nella casa di Dio! Me ne sto andando, afferma Gesù, ma vado ad assicurarvi il bene più prezioso che si possa immaginare, qualcosa di così bello da ridimensionare ogni vostro timore, sempre che abbiate occhi da vedere e un cuore da recepirlo.

 

  1. Gesù vi porterà là

Gesù ha da fornire ulteriori dettagli e promesse specifiche.

“E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi. Voi sapete dove io vado e conoscete anche la via” (Gv 14:3-4).

Non solo il cuore e la casa del Padre sono per il suo popolo eletto, ma Gesù stesso verrà per portarci con sé. Non resterà seduto ad aspettare che i discepoli raggiungano Dio per conto proprio; verrà di nuovo per raccoglierli e condurli con sé. E c’è di più.

  1. Gesù stesso sarà lì

Forse le parole più dolci del passo sono queste tre: presso di me. “…ritornerò e vi accoglierò presso di me…”. È la grande consolazione per i discepoli in crisi. Il Signore non si limiterà a condurli in cielo, ma lui stesso sarà lì, e l’essenza di quel luogo sarà la comunione con lui, “…affinché dove sono io siate anche voi”. Ci spostiamo così dal luogo alla persona. Oltre a dirigersi verso il cielo, alla casa di suo Padre, per poi venire a prendere i suoi discepoli e portarli con sé, il cielo stesso per i discepoli sarà conoscere e godere del Signore. Lui sarà lì con noi. Gesù però non si sposta direttamente dalla conversazione nell’alto solaio al cielo: c’è un sentiero da imboccare.

 

  1. Gesù ha preparato il posto per te

Gesù ripete per due volte: “…io vado a prepararvi un luogo” (Gv 14:2, 3). Che significa “preparare” un luogo per il suo popolo? Il cielo è in disordine? La casa di Dio cade a pezzi, e Gesù farà la ristrutturazione? Nel passo leggiamo di una seconda “via”: non è per noi, ma solo per Gesù. È inimitabile e unica per Lui. Il luogo dove Lui si recherà dopo la conversazione nell’alto solaio non è in cielo, bensì la morte. “Voi sapete dove io vado…”: è la croce; se Gesù non imbocca questo sentiero (per conto nostro), non c’è per noi alcuna via (a suo Padre). “…io vado a prepararvi un luogo”, non significa la costruzione in cielo, ma la crocifissione in terra.

Gesù sarà sufficiente

Qual è dunque il conforto di confessare Gesù come “la via”? Quale comunione con lui troviamo in questa verità per la quale siamo chiamati spesso a contendere? In Giovanni 14, Gesù si rivolge ai suoi discepoli che sono confusi, pieni di incertezza, di ansietà e di timore. Li conforta, in sostanza, dicendo loro: “Sarò sufficiente per voi”. Conoscete già la via, perché conoscete me. Io sono la via. Sarò sufficiente per voi. Non avete la necessità di cercare altrove né di integrarmi con altro.

Siete disorientati e io sono la via.

Siete confusi e io sono la verità.

Siete spaventati e io sono la vita.

Conoscere me è sufficiente e basterà. La vostra ricerca può concludersi in me.

La sua gloria, la nostra gioia

Gesù riceve gloria per essere “la via” (non “una via”), “la verità” (non solo veritiero) e “la vita” (non nel senso ordinario), e in tal modo noi otteniamo la gioia, la pace e la stabilità in questo Signore, Salvatore e Tesoro. “La via” non vuol dire soltanto il credere certi principi e il compiere atti particolari, ma è soprattutto fidarsi e fare tesoro di una persona vivente. Al cuore del cristianesimo non ci sono regole da seguire, ma una persona da conoscere e nella quale gioire. Gesù è la via. Senza alcuna esitazione, combatti per questa verità preziosa nelle classi scolastiche, nella pausa caffè, per le strade. Prima però, non perderne la dolcezza nelle profondità della tua anima.

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