Le donne nuove vittime del gioco d’azzardo. Non passione, ma disperazione!

Per disperazione più che per passione. Tentano la fortuna perché non sanno come tirare avanti, come pagare la bolletta della luce o mandare i soldi che servono per far mangiare i figli rimasti nei paesi d’origine. Italiane o straniere sono le donne una buona fetta delle vittime dell’illusione del gioco, vittime della speranza di guadagnare qualche euro senza lavorare. Arriva dal Comune di Milano una fotografia al femminile di questa fenomeno che purtroppo, specie quando si tratta di donne, ha un legame indissolubile con condizioni di vita precarie.Il vice-sindaco del comune di Milano  Maria Grazia Guida in un  suo intervento durante la presentazione del «Manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo» ha spiegato che tra i soggetti più a rischio ci sono le donne. Nei bar di periferia le giocatrici più accanite sono le anziane sole e le straniere, soprattutto badanti, che cercano di “recuperare” qualche risorsa affidandosi alla fortuna. «Le donne sentono la crisi in maniera più drammatica, perché sono loro che devono far quadrare i conti in famiglia – spiega la Guida – la carenza di risorse spinge soprattutto gli stranieri e i ceti più umili alla disperazione, a tentare di rifarsi nel gioco, instaurando così un circolo vizioso». La speranza di guadagnare qualcosa giocando ben presto si trasforma in disperazione perché quelle poche risorse che si avevano a disposizione si sono volatilizzate.

Diverso secondo la Guida il problema dei giovanissimi che sono spinti dal desiderio del superfluo e giocano con l’obiettivo di comprarsi il nuovo cellulare o la felpa firmata. «Per questo stiamo pensando di avviare nelle scuole una campagna di sensibilizzazione» sottolinea il vicesindaco. Dal primo cittadino di Cavenago Francesco Seghi arriva una segnalazione allarmante sulla dipendenza dal gioco al femminile. Mamme che all’uscita da scuola vanno a prendere i figli per poi portarli a giocare non al parco o nel cortile di casa ma davanti alle macchinette. Al divieto di gioco per i minori infatti non sempre si accompagna, ad esempio quando le slot machine si trovano nei bar, il divieto di accesso (già previsto per le sale gioco). «Quando abbiamo ricevuto questa segnalazione – ha spiegato Angela Fioroni della Legautonomie – siamo rimasti molto colpiti, poi abbiamo scoperto che episodi simili si verificano anche in altre città d’Italia».

Il gioco d’azzardo finisce sotto Osservatorio

L’osservatorio avrà il compito «di valutare le misure più efficaci per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave». L’istituzione dell’Osservatorio sui rischi di dipendenza da gioco, è insieme una conquista e una sconfitta. Perché, finalmente, un ente pubblico di alto profilo si occuperà di monitorare le ludopatie. Allo stesso tempo, la nascita dell’Osservatorio conferma che il “gioco legale” non è affatto privo di rischi.

Presidente ne è il vicedirettore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Luigi Magistro, con il supporto per il coordinamento tecnico scientifico del capo del Dipartimento delle politiche antidroga, Giovanni Serpelloni, in rappresentanza anche del Ministero dell’Economia.

A parlare di emergenza è il neopresidente dell’Osservatorio, che parla di «primo importante passo che consentirà alle istituzioni e alle organizzazioni nazionali competenti coinvolte – ha detto Magistro – di fornire una risposta concreta all’emergenza di un fenomeno rilevante nel contesto sociale del nostro Paese, canalizzandolo all’interno di un percorso virtuoso e di tutela dei soggetti più a rischio».

La struttura viene istituita presso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli. «Siamo soddisfatti dell’attivazione dell’Osservatorio – ha commentato proprio Serpelloni – perché il fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo patologico è un aspetto che sta incidendo in maniera significativa nello sviluppo di una nuova malattia sociale». Anche per questo è stato «messo a punto e diffuso un nuovo software gratuito, predisposto da questo Dipartimento, presso i Sert per la raccolta e l’elaborazione automatica e in tempo reale dei dati, molto carenti in questo momento, sui giocatori patologici che sono in carico alle strutture sanitarie pubbliche». Ciò permetterà di quantificare la dimensione del problema «da affrontare – osserva Serpelloni – sia in termini di cura e riabilitazione ma anche di prevenzione».

L’Osservatorio è composto da esperti individuati dai Ministeri della Salute, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dello Sviluppo Economico, nonché da esponenti delle associazioni rappresentative delle famiglie e dei giovani e da rappresentanti dei comuni.

«Saluto con favore la nascita dell’Osservatorio», ha detto Raffaele Curcio, presidente della Sapar, l’associazione nazionale che rappresenta e tutela circa 1.500 fra aziende di gestione e costruzione di apparecchi da intrattenimento.

«Solo conoscendo e affrontando questo problema anche dal punto di vista tecnico scientifico – ha osservato Magistro – saremo in grado di ricondurlo nelle sue reali dimensioni e quindi di combatterlo e prevenirlo con efficacia».

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